Artigianato: ancora un semestre difficile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2006 18:48
Artigianato: ancora un semestre difficile

Nella difficile situazione dell'artigianato toscano sembrano arrestarsi le perdite in alcuni settori. Migliorano le aspettative per la seconda parte del 2006. Firenze 25 luglio 2006- Nel primo semestre 2006 non cambia il quadro dell'artigianato toscano e si stabilizza nel suo trend che rimane negativo. Tuttavia aumentano le aspettative positive per la seconda parte dell'anno, evidenziando una ripresa di fiducia anche da parte del comparto moda. E' questo il quadro che emerge dall'Osservatorio regionale dell'Artigianato - realizzato da Unioncamere Toscana insieme alla Regione Toscana, le federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL e con il supporto tecnico di IRPET - relativo al periodo gennaio-giugno 2006.
I dati sull'andamento del fatturato per il primo semestre 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, confermano la fase critica attraversata dall'artigianato toscano (-3,1%).

Rispetto ai "primi semestri" precedenti, però, tutti i macro settori tendono a ridurre la propria velocità di caduta portando la perdita di fatturato complessiva al miglior risultato dal I semestre 2002, ed in netta ripresa rispetto ai primi semestri del 2005 (-7,8%) e del 2003 (-8,4%).
In questo contesto, da segnalare il peggioramento del comparto edile artigiano (fatturato -4,9%; occupazione -1,5% rispetto a fine 2005) che scende al di sotto dei servizi (rispettivamente -3,5% e +0,8%) ma soprattutto del manifatturiero (-2,4%; -0,4%).

FATTURATO
Risale, seppur di poco, la quota di artigiani che riescono ad aumentare il fatturato, passando a 10,8% contro l'8,7% del I semestre 2005, il minimo degli ultimi cinque anni.

A determinare la situazione contribuiscono il manifatturiero (passato dal 10,4% al 15,0%) ed i servizi (dal 6,8% al 9,4%), mentre flette la quota di imprese edili con fatturato in aumento (dall'8,5% a 7,7%). Tra i settori più colpiti troviamo ancora quelli della moda (-5,4% la variazione del fatturato), con vistose perdite soprattutto nel tessile (-8,9%), abbigliamento (-5,1%), maglieria (-4,5%), pelletteria (-2,5%) e nell'orafo (-10,1%); in controtendenza il settore della concia che recupera (+4,0%).
Tengono, invece, il complesso della metalmeccanica (-0,2%), grazie al +1,2% della cantieristica ed al contenimento di meccanica (-0,2%) e lavorazione dei metalli (-0,4%), e le altre manifatture (-0,5%), complici l'alimentare (-0,2%) e la crescita delle manifatture "varie" (+4,7%), nonostante il calo del settore del legno-mobili (-3,6%).

Perdite marcate nel comparto dei servizi (-3,5%) con un -1,8% dei trasporti e un -4,2% dei servizi alla persona. Non ci sono situazioni particolarmente differenziate tra le performance dei conto-terzisti (-3,4%) e quelle di coloro lavorano per conto proprio (-2,8%).
Nella crescita del fatturato gioca un ruolo determinante la dimensione aziendale e a soffrire sono le strutture con meno di 10 addetti, mentre quelle maggiormente strutturate si sono mostrate in grado di agganciare la fase congiunturale favorevole che ha caratterizzato il sistema economico regionale a inizio 2006 (+1,9%).
A livello provinciale, sono forti le flessioni a Prato (-6,5%), Massa-Carrara (-5,6%), Arezzo (-4,8%) e Livorno (-4,5%); arretrano anche Grosseto (-3,9%), Lucca (-3,8%) e Siena (-2,2%).

Relativamente migliori le variazioni di Firenze (-1,8%), Pistoia (-1,0%) e Pisa (-0,7%). Prosegue la fase critica dei distretti manifatturieri toscani e colpisce tutti con punte più negative nell'orafo aretino (-11,1%) mentre salgono il conciario di S.Croce (+3,8%) e la pelletteria del Valdarno (+0,4%).

OCCUPAZIONE
Migliora l'andamento degli addetti, rispetto allo stesso semestre del 2005 (-1,3%), ma marca ancora un segno del meno (-0,5%, pari a quasi 1.700 addetti in meno). A livello settoriale flette molto l'edilizia (-1,5%), ristagna il manifatturiero (-0,4%) mentre continuano nella loro timida crescita i servizi (+0,8% nel I 2006 rispetto al +1,0% del I 2005).
La perdita occupazionale continua a riguardare soprattutto i dipendenti a tempo pieno (-1,2% nel I semestre 2006), mentre aumentano, anche se di poco, quelli a tempo parziale (+2,7%).

Diminuiscono comunque anche gli indipendenti (-0,2%).
L'occupazione artigiana scende a Livorno (-4,1%), Lucca (-3,1%), e Massa-Carrara (-1,8%), cresce a Pisa, Arezzo e Grosseto (+1,4%, +0,8% e +0,6% rispettivamente) e rimane sostanzialmente stabile nelle altre province. Per i distretti manifatturieri la situazione risulta lievemente migliore (-0,1%), rispetto a quella complessiva regionale (-0,5%), con una diminuzione che si concentra nei settori di specializzazione (-2,0%).

DINAMICA DELLE IMPRESE ARTIGIANE
Si riduce la crescita numerica delle imprese artigiane toscane (+0,4%, pari a 487 imprese aggiuntive nel periodo aprile 2005 - marzo 2006) a causa di un forte incremento della mortalità (passata dall'8,2% del I trimestre 2005 al 9,3% del I trimestre 2006) rispetto ad una sostanziale stabilità del tasso di natalità (8,2%).

A livello settoriale se si eccettua la crescita del sistema edile (+4,8% la variazione delle registrate, pari a 2.075 imprese in più negli ultimi 12 mesi) il contribuito alla crescita del numero delle imprese toscane artigiane registrate da parte degli altri settori è stato negativo -942 imprese nel manifatturiero (-2,4%) e -741 imprese nei servizi (-2,4%).

INVESTIMENTI
Rimane stabile la quota di imprese che hanno aumentato la spesa per investimenti (passata dal 14,8% del I semestre 2005 al 14,7% del I semestre 2006), anche se a livello settoriale incoraggiante è l'incremento di questa quota nel manifatturiero (passato dal 13,8% al 15,1%) in virtù soprattutto di un ampliamento della parte di imprenditori che hanno realizzato un incremento del proprio fatturato (dal 10,4% al 15,0%).

Tuttavia, si manifestano sempre più chiaramente comportamenti differenziati fra aziende più piccole e imprese più strutturate: la quota di imprese con investimenti in aumento è rispettivamente il 13,0% e il 29,3%.

PREVISIONI PER IL SECONDO SEMESTRE 2006
Le aspettative sul secondo semestre 2006 evidenziano una ripresa del clima di fiducia con un ritorno in positivo, anche da parte del comparto moda (+2,3% il fatturato), che non si verificava dal II semestre 2001.
In positiva evoluzione le previsioni sull'occupazione; torna a crescere la quota di imprese che prevedono di aumentare la spesa per investimenti rispetto al semestre precedente: dal 9,0% del II semestre 2005 al 10,9% del II semestre 2006.

Colpisce in particolare la crescita della quota di imprese nel settore della moda passata nel giro di un anno dal 4,6% al 9,3%.

Il punto di vista di Luca Marco Rinfreschi - Vicepresidente di Unioncamere Toscana
"L'artigianato toscano è ancora alle prese con una crisi di carattere strutturale nonostante una fase economica internazionale che è stata ed è ancora positiva ma che la Toscana, così come l'Italia, non è stata in grado di sfruttare. Tuttavia i dati sul I semestre 2006 ci segnalano anche una situazione in evoluzione (metalmeccanica -0,2% il fatturato), che stabilizza le perdite registrate in passato.

A tutto ciò dobbiamo aggiungere che i dati sulle aspettative degli artigiani per il secondo semestre del 2006 stanno indicando un complessivo miglioramento della situazione anche se, i recenti "venti di guerra", potranno influire negativamente sull'andamento dell'economia mondiale.
Se è quindi necessaria una certa dose di prudenza nell'interpretare il miglioramento di alcuni indicatori come segnale di fine della crisi è comunque vero che la voglia di continuare a "fare artigianato" delle nostre imprese c'è ancora.

Il nostro compito è quindi di sostenerle attraverso l'elaborazione e l'attuazione di progetti strategici che spesso le imprese, prese singolarmente, non hanno la forza di realizzare. Ed è proprio la crescita dimensionale, sotto qualsiasi forma, che deve rappresentare il nuovo obiettivo politico: aiutare le imprese a crescere per innovarsi, internazionalizzarsi, arrivare direttamente al consumatore, essere più efficienti. E' la sfida che come Sistema camerale vogliamo portare avanti".

NOTA STATISTICA
Le indagini congiunturali sull'artigianato toscano forniscono stime relativamente all'evoluzione del fatturato, degli addetti, del livello di attività, con un dettaglio settoriale e territoriale per 11 aree territoriali per 24 ambiti settoriali, per 12 distretti nonché per le 63 combinazioni di aree con classi di codici ATECO che individuano concentrazioni territoriali rilevanti di specializzazione produttiva, sebbene in tali ambiti le stime abbiano una modesta precisione.

L'individuazione della popolazione obiettivo dell'indagine, della strategia campionaria e l'analisi della qualità dei dati rilevati è stata effettuata Settore Sistema Statistico Regionale della Regione Toscana.

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Dati preoccupanti, che il presidente di Confartigianato Imprese Prato, Stefano Acerbi, commenta con queste parole. “L’andamento nettamente peggiore dell’artigiano pratese – fa osservare Acerbi - dipende senz’altro dalla preponderanza del sistema moda – manifatturiero all’interno della struttura produttiva distrettuale.

Da registrare, inoltre, la dinamica assai negativa dell’edilizia locale, segno evidente che il ciclo favorevole allo sviluppo di questo settore si è fermato mentre mostrano certa tenuta i servizi legati al trasporto e alla persona, pur non compensando il vuoto che si viene a creare nel manifatturiero”.
Un altro campanello d’allarme suona sul fronte dell’occupazione: se è vero infatti che i dati dell’Ebret, l’ente bilaterale regionale toscano per l’artigianato, sulle pratiche di sostegno al reddito dei lavoratori nel primo semestre del 2006, parlano di una diminuzione delle quote erogate (-14,4% rispetto al 2005), lasciando intravedere dunque qualche segnale positivo, è anche vero però che gli interventi della Cassa integrazione straordinaria a favore del distretto tessile pratese si sono moltiplicati, per un totale complessivo di 1.505.021,28 euro e un numero di 622 domande accolte e concentrate nei primi tre mesi di quest’anno.

In altre parole, gli interventi della Cassa integrazione straordinaria hanno superato di trenta volte gli importi erogati dall’Ente bilaterale.
E per il futuro? “Confermiamo – aggiunge Acerbi – l’esigenza di un intervento a sostegno dell’artigianato di subfornitura tessile, il pilastro della filiera produttiva tessile, che allo stato attuale non gode di specifiche misure di politica industriale né a livello regionale né nazionale. La nostra associazione si mobiliterà nei prossimi giorni per sensibilizzare e mobilitare i livelli istituzionali, locali e regionali, affinché i piani di sviluppo su cui stiamo discutendo da mesi siano messi in opera”.

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