"Con la vicenda dell'aeroporto di Firenze che ha visto come principali attori gli enti locali del Comune di Prato, Firenze e la Regione Toscana si ha l'impressione che nonostante governi il centrosinistra nessuno abbia concertato con gli altri il futuro della società". E' quanto sostiene il consigliere di Forza Italia gabriele Toccafondi che aggiunge: "E'così che Prato vende, Firenze non ne sa niente, il Presidente di AdF di nomina dei soci pubblici non ne sapeva niente, l'assessore ai trasporti della Regione parla di holding degli aeroporti toscani e forse prende il via più facilmente un asse con Bologna che con Pisa.
Insomma una pessima figura del "sistema toscano" tanto sbandierato dal centrosinistra". Toccafondi ha ricordato che il 28 novembre 2003 il Comune di Firenze ed altri soci siglarono la vendita del 29 per cento del capitale sociale di Aeroporto di Firenze SpA ceduta alla società Acquisizione Prima Srl, newco appositamente costituita dal raggruppamento formato da SAGAT (Aeroporto di Torino) - San Paolo IMI Private Equity - Tecno Holding, raggruppamento che si aggiudicò la gara pubblica avviata ad inizio 2002.
"I soci venditori - ha detto Toccafondi- erano il Comune di Firenze per il 15%, la Camera di Commercio di Firenze per il 4%, il Comune di Prato per il 9% e la Camera di Commercio di Prato per l'1% del capitale della società. La partecipazione fu allora trasferita ad Acquisizione Prima Srl a fronte del pagamento di un prezzo di 11,00 euro per azione. L'allora assessore alle aziende partecipate Simone Tani sottolineò come i soggetti pubblici, composti dalle Camere di Commercio e dai Comuni di Firenze e Prato, sarebbero "rimasti con il 23 % delle quote azionarie della Società, per continuare a portare il proprio contributo, insieme agli strumenti urbanistici, al futuro dello scalo di Peretola".
"Apprendiamo che il Comune di Prato ha venduto l'1,13% di sua proprietà a 14,70 euro ad azione e possiamo constatare come l'intento dei soci pubblici di "continuare a portare il proprio contributo", resta a questo punto, una frase totalmente da riscrivere o da reinterpretare. Ma i soci pubblici all'atto della vendita del 29% avevano predisposto un patto sociale, cosa prevedeva? I soci pubblici hanno poi il diritto di nomina del Presidente di AdF. Ma il Presidente Legnaioli, come riferito dall'Assessore Albini, non ne era a conoscenza.
Sta di fatto che se non sapeva deve comprendere che il suo ruolo non ha molto senso. Poi c'è il ruolo della Regione. L'assessore ai trasporti parla di holding toscana degli aeroporti, e il giorno successivo si delinea uno scenario che potrebbe prevedere la creazione di un'altra holding tra Torino, Bologna e Firenze tutti con quote azionarie importanti di una stessa società. Insomma a conti fatti a fare una pessima figura sono le realtà locali tutte governate dal centrosinistra". >br>(mr)