Firenze, 28 giugno 2006- Fumata nera per la richiesta di Federmoda - Confcommercio e delle Associazioni consumatori di anticipare all’inizio di luglio la partenza dei saldi estivi, come avviene ormai nella quasi totalità delle principali regioni e città italiane. Il tavolo di confronto aperto in Regione, alla presenza dell’assessore al Commercio Annarita Bramerini, si è concluso con un nulla di fatto, confermando l’indicazione del primo sabato successivo al 9 di luglio, per la mancanza di unanimità tra le associazioni presenti, nonostante il parere sostanzialmente positivo dell’Ente locale.
“Siamo amareggiati – spiega Salvatore Miano, presidente di Federmoda –Confcommercio Firenze –, perché abbiamo perso un’occasione per metterci al passo con il resto d’Italia e questo aggraverà una situazione già difficile per i commercianti. Avevamo chiesto di anticipare l’inizio dei saldi estivi al 1° luglio, per dare respiro ai negozianti, alle prese con una situazione congiunturale difficile, e per uniformare Firenze a Milano, l’altra capitale della moda. In subordine c’era la data del 7 luglio, che avrebbe comunque consentito di articolare i saldi su un periodo più ampio, considerato che le vendite si azzerano sostanzialmente con l’inizio di agosto, e di restare in linea con le date fissate per i saldi invernali, che hanno nel periodo 7 gennaio - 7 marzo il loro riferimento.
L’impegno di Federmoda – Confcommercio, che aveva ottenuto anche il pieno sostegno delle Associazioni dei consumatori, favorevoli a dare maggior trasparenza al settore, evitando svendite sottobanco, è stato vanificato dall’incomprensibile atteggiamento di Confesercenti regionale, che ha espresso un parere negativo”.
Un no che ha ‘gelato’ le aperture della Regione, lasciando in una situazione di preoccupante impasse il settore.
“Difficile capire – prosegue Miano – da cosa sia dettato un atteggiamento di questo genere, contrario ad ogni logica di mercato.
In Toscana e a Firenze ci troveremo adesso di fronte a una impasse delle vendite, determinata da un parere negativo e sarebbe stata auspicabile una decisione più coraggiosa da parte della Regione, senza che una posizione isolata condizionasse una sostanziale condivisione della proposta. La nostra iniziativa era nata diversi mesi fa, passando attraverso la condivisione con gli altri rappresentati del settore abbigliamento delle Confcommercio provinciali della Toscana e con le Associazioni dei consumatori, con i quali avevamo già condiviso l’importante iniziativa “Saldi Chiari”.
Nonostante questo discutibile stop, proseguiremo con la nostra battaglia per la liberalizzazione dei saldi, anche per dare una risposta alla concorrenza di centri commerciali mascherati da ‘outlet’, che restano al di fuori di ogni regola”.