Firenze, 21 giugno 2006 – Sarà una manifestazione unitaria con musica e teatro in piazza Ghiberti venerdì prossimo 23 giugno (dalle ore 21) a chiudere la campagna referendaria del No nel referendum costituzionale del 25 e 26 giugno per respingere la devolution e premierato forte voluti dall’ex maggioranza di centrodestra. Chiamati dal Comitato fiorentino per la Difesa della Costituzione e per il No nel referendum, sul palco si alterneranno, tra gli altri, il costituzionalista Umberto Allegretti (per il Comitato fiorentino del No), il presidente della Commissione Ambiente della Camera on.
Ermete Realacci (come rappresentante dei partiti dell’Unione). “Questa iniziativa, tra le tante di questi giorni e i numerosi volantinaggi, è il nostro modo per fare un ultimo appello a votare No e per sottolineare l’importanza di una vasta partecipazione” – ha spiegato Corrado Mauceri del Comitato fiorentino del No, che ha ricordato anche alcune delle ragioni per cui la Riforma dei 53 articoli va respinta: “con la conferma della riforma, rischiamo di mettere in discussione l’uguaglianza di diritti fondamentali”.
“A causa della disinformazione che regna intorno a questa scadenza elettorale, il nostro impegno in questi ultimi giorni si concentrerà anche attraverso i contatti personali, telefonate ed sms per convincere il più ampio numero possibile di persone ad andare a votare” – ha aggiunto Manuele Auzzi, segretario metropolitano di DS, intervenuto alla conferenza stampa per i partiti dell’Unione assieme al segretario provinciale della Margherita Nicola Danti, ed ai rappresentanti del Prc e dell’Udeur.
Il programma della serata prevede anche gli interventi di Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze e di Vito Marchiani, segretario regionale della Uil come rappresentante di Cgil, Cisl e Uil di Firenze. Per Alessia Petraglia, vicepresidente Arci Firenze - si conclude un percorso lunghissimo e molto partecipato, iniziato mesi fa con la raccolta delle firme per il referendum che ha visto il pieno coinvolgimento dei nostri circoli”. “Se vincono i si - ha precisato Alessio Malpassi, per le tre confederazioni sindacali fiorentine – con il ‘pastrocchio’ della Cdl si chiuderà per molti anni il discorso sulle riforme istituzionali nel nostro Paese”.
Ci sarà anche il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che porterà il suo saluto attraverso un video messaggio.
La Carovana per la Costituzione presenterà ‘Quattro saggi, una baita, e la Costituzione’, piece teatrale curata dalla compagnia ‘Altroteatro’ diretta da Antonello Nave.
Grazie al contributo della Mediateca Regionale Toscana, sarà proposto ‘Calamandrei e la Costituzione’, un video con alcuni passaggi del discorso ai giovani tenuto da Piero Calamandrei a Torino il 26 gennaio 1955.
A condurre sul palco, Marzio Fatucchi, direttore responsabile di Novaradio, la radio dell'Arci di Firenze.
Durante la serata saranno offerte fresche e abbondanti fette di cocomero per tutti.
Infine il Comitato per il No ricorda che fino a sabato mattina presso le sedi dei partiti, e durante la serata di venerdì, sarà possibile essere nominati rappresentanti di lista in uno dei seggi della provincia fiorentina.
“E’ l’ultimo appuntamento elettorale di questa lunga stagione politica e il No che deve partire dalla Toscana deve essere forte e chiaro.
Mentre Berlusconi conta e riconta le schede elettorali delle ultime politiche, il Governo Prodi sta contando tutti i danni provocati da 5 anni di governo del centrodestra e i buchi di bilancio della ‘finanza creativa’ di Tremonti. La posta in gioco domenica non è solo il No ma è ben più alta. Riguarda l'Italia, la sua storia, il suo futuro, il tipo di Paese che vogliamo, l'eguaglianza dei diritti, le garanzie della democrazia, l'unità del Paese”. E’ quanto dichiara Erasmo D’Angelis, consigliere regionale e presidente della Margherita Toscana.
“Il nostro è un NO contro chi ha decretato, con superficialità e per interessi di bottega per tenere unita una coalizione allo sfascio, la modifica o l’annullamento di 53 articoli della Costituzione, del patto di convivenza tra i cittadini sul quale è nata la Repubblica nel 1946. La cosiddetta devolution del centrodestra provocherebbe danni anche nei settori della sanità, dell’istruzione, della sicurezza – continua D’Angelis – Oltre ai perenni conflitti tra Stato e Regioni davanti alla Corte costituzionale, la disparità tra Regioni ricche e Regioni povere, in barba ai principi costituzionali, porterebbe ad uno scenario incredibile: avremmo 20 sistemi sanitari diseguali, 20 sistemi scolastici con materie "locali" (dal dialetto al folclore), 20 polizie regionali da affiancare ai corpi già esistenti.
Una follia. La vittoria del NO ci permetterebbe di affrontare le eventuali modifiche alla Costituzione con maggiore tranquillità e soprattutto senza stravolgimenti, in un clima diverso e non a colpi di maggioranza come fatto dal centro destra nella scorsa legislatura”.