FIRENZE- Dodici sfide da vincere entro il 2010, quattro grandi temi attorno a cui ruoterà ogni intervento e venticinque progetti integrati. Parole d’ordine: discontinuità, integrazione e concretezza ma anche qualità e dinamismo, per “diventare il cambiamento che vogliamo”, in un valzer armonioso tra sviluppo economico e tutela del territorio e dell’ambiente. In ottantotto pagine è questo il Piano regionale di sviluppo proposto dalla giunta regionale e che il consiglio si appresta a discutere.
Un piano da quasi 15 miliardi di euro in quattro anni, cinque messi direttamente dalla Regione, per tornare ad essere competivi. Un piano per dire cosa fare ma anche come farlo, uno strumento dunque operativo e che parte da un’analisi rigorosa che ci dice che se il mondo galoppa e l’Europa corre abbastanza, la Toscana che esce dal 2005 – uno degli anni peggior- è ferma o quasi e vive tra alti e bassi. “I rischi, da non sottovalutare, – ha spiegato il presidente della Toscana Claudio Martini, illustrando a Palazzo Bastogi con il vice presidente Federico Gelli il piano regionale davanti ad un grande schermo su cui scorrevano numeri e grafici – è quello di coltivare l’illusione del benessere, difendere l’esistente come se fosse possibile salvarlo, non mettersi in gioco e chiudersi a riccio.
Della crisi aperta dalla globalizzazione dobbiamo invece sfruttare le opportunità, ovvero ritrovare dinamismo e qualità per promuovere uno sviluppo forte e sostenibile”. “La Regione – conclude Martini – può far molto, ma non tutto. Associazioni, imprenditori, banche, istituzioni locali, governo centrale ed Unione Europea dovranno fare la loro parte. E proprio al governo, ai vari ministeri ma anche alle Ferrovie chiederemo nei prossimi mesi conferme sugli oltre 7 miliardi di risorse ed investimenti, già previsti e che sono parte importantissima di questo piano.
Sulle risorse sono abbastanza tranquillo. Non poterne disporre ora ma l’anno prossimo creerebbe però ritardi che sarebbe meglio evitare”. L’incontro in programma con Prodi la prossima settimana servirà per parlare anche di questo.
Toscana 2005, allarmi e fiori all’occhiello
“Ci sono segnali allarmanti - spiega Martini - da non sottovalutare”. Dal 2000 al 2004 l’Europa ha accresciuto le proprie esportazioni (+3,5%), l’Italia pure (+1,9%), mentre la Toscana è rimasta ferma.
Il Pil, nel 2005, è addirittura diminuito (-0,2%), in Italia ha segnato una crescita zero mentre il Europa ha guadagnato il 2%. Il mondo corre e la Toscana no. Anche il quadro demografico e dell’istruzione non è incoraggiante: la Toscana è la regione d’Italia più anziana dopo la Liguria (ci sono quasi 5 anziani per ogni bambino), la percentuale di laureati è un punto sotto la media nazionale (nonostante superiore sia l’offerta) e più alta è la quota di giovani che interrompono gli studi (22% contro il 18% Ue).
I fiori all’occhiello arrivano invece dal manifatturiero (terzo polo dopo Milano e Torino) e dalle grandi aziende leader presenti sul territorio, dalla sanità, dai 38 milioni di turisti di cui 18 stranieri, ma anche dalla tecnologia, con Pisa che è la provincia italiana dove si investe più in ricerca e la Toscana che è il secondo polo per la new economy.
Le dodici sfide
“L’ordine non è casuale. Ed è un ordine di priorità” sottolinea il presidente della Toscana. Nelle dodice sfide del Prs al primo posto ci sono giovani e donne, ovvero il problema demografico, di seguito l’economia: ovvero lavoro, produttività, internazionazionalizzazione e quindi innovazione.
Poi arrivano le infrastrutture e la mobilità, l’ambiente, i servizi, il welfare da consolidare ed integrare, la cultura, la risorse da trovare anche tra i privati, una maggiore efficienza della macchina pubblica ed una più ampia partecipazione dei cittadini alle decisioni importanti. Per ridare competitività alla Toscana ci sono 8 progetti e 7 miliardi e 742 milioni di euro, la metà di tutto il Piano regionale di sviluppo, Per il lavoro, la coesione, la cultura, la cittadinanza e la qualità della vita ci sono altri 8 progetti e 6 miliardi e 111 milioni di euro.
Da soli sono quasi tutto il piano regionale.
Martini parla di discontinuità e contrasto alle rendite di ogni tipo, di un maggior ruolo di coordinamento della Regione, di un chiaro sostegno a produzione, innovazione e sviluppo, di priorità da assicurare a progetti chiari e cantierabili senza più interventi a pioggia, di una dimensione regionale per i servizi pubblici e di un distretto integrato regionale, per sostenere l’insieme dei sistemi produttivi e l’innovazione.
Tasse bloccate fino al 2010
Martini lo precisa fin dall’inizio della conferenza stampa.
“Negli ultimi dieci anni non ci sono stati aumenti sulle tasse regionali, né ci saranno fino al 2010. Per i servizi che garantiamo oggi non chiederermo ai toscani un euro in più”. Discorso a parte vale per l’assistenza per le persone non autosufficienti. E’ un progetto importante del Prs. L’obiettivo è quello di estendere l’assistenza continuativa ad oltre il 90% delle persone e degli anziani che ne hanno bisogno. Oggi riusciamo a garantirlo a meno del 50 per cento. “In questo caso, lo abbiamo sempre detto, - ripete Martini – parte delle entrate dovrà arrivare anche dalla leva fiscale”.
Occorrono 600 milioni, mentre la spesa totale sarà di 4 miliardi e 410 milioni. Il fondo per la non autosufficienza sarà operativo dal 2008.
Innovazione nella pubblica amministrazione
Efficienza, riorganizzazione e semplificazione dovranno riguardare anche la pubblica amministrazione. “Uno degli obiettivi che ci prendiamo – spiega il vice presidente della Toscana, Federico Gelli – è quello di ridurre del 50 per cento, nel corso della legislatura, leggi e regolamenti regionali.
Oggi chi in Italia vuole aprire una lavanderia è costretto ad una gincana tra decine di uffici e 68 adempimenti. Per una carrozzeria ne servono 76. Per aprire un nuova impresa servono in Italia almeno due mesi, contro una media europea assai più bassa. In Danimarca ci vuole una settimana. Credo che anche noi dobbiamo lavorare per raggiungere questo obiettivo”. “Dobbiamo anche incentivare gli acquisti on line attraverso l’e-procurement, portantodoli ad almeno il 30% - aggiunge il vice presidente – garantire l’accesso assistito ad internet a 25 mila utenti dei comuni montani e rurali e alla banda larga a 30 mila imprese che oggi non ne possono usufruire”.
«Il primo problema per Martini sembra essere quello di come indorare la pillola.
La prima domanda per noi, invece, è quanto abbia speso per pigliarci in giro con le figurine trattando i toscani tutti come una manica di deficienti da imbonire con bambini, lavagnette, altalene, schemini e donnine Anni Trenta».
«La verità è che questi non si sono accorti di niente fino a ieri. Hanno tenuto tutto congelato sotto il loro potere, mano di ferro in guanto di velluto, e oggi per spiegarci che non avevano capito nulla (o facevano finta, il risultato è uguale), per dirci che bisognerebbe cambiare tutto e che loro ancora pensano da una parte a Ghandi e dall’altra a Machiavelli, alla governance e ai diritti di cittadinanza tanto per buttare polvere negli occhi o a un’impossibile perché tardiva ripresa; insomma, per convincerci seguono la regola prima del mondo globalizzato, proprio quello che loro sostengono di combattere: fare una bella confezione, una accattivante comunicazione, e dentro il pacchetto metterci cosa? Se va bene niente, e se va male che Dio ce ne scampi».
«Ovvio che gli enti che sono della partita, cioè i poteri forti della regione tra dirigenze e presidenze di associazioni di categoria e compagnia bella fan finta di dire che sì qualcosina non va ma che nel complesso in fondo va tutto bene. La sostanza è che i pochi satrapi di questa regione (altro che Ghandi) si amano, si abbracciano e si baciano e ognuno fa la sua parte a spese di tutti. Bisognerebbe regalare a tutti loro la medaglina dell’amore che dice “più di ieri, meno di domani”, con un bel cuoricino e due bimbi Anni Trenta che si danno un bacino.
Tanto siamo al tutto va.
«A proposito, noi che pensiamo di essere seri benché non seriosi e che non intendiamo di esser trattati da allievi delle scuole differenziali vorremmo sapere quanto sono costate ai toscani questa manica di bischerate. Domani, di primo mattino, depositerò subito una bella interrogazione».