FIRENZE, 24 MAGGIO 2006- Nell'attuale stile di vita i servizi al benessere e all'estetica delle persone (acconciatori, manicure e pedicure, istituti di bellezza e per il benessere fisico) sono diventati, per larga parte della popolazione, 'consumi necessari'. Istat stima che nel 2003 la spesa media mensile per famiglia sia stata di questi servizi 29,5 euro, con una crescita del +6,8% ed un incidenza media sulle spese familiari dell'1,3%.
Contrapposto ad una quasi staticità dell'acconciatura, il settore vede una dinamica vivace nell'estetica, dove la componente imprenditoriale prende spazio, rispetto alla tradizionale prevalenza degli aspetti manuali del lavoro, con buoni profili di crescita a livello di investimenti e di fatturato.
Il settore è caratterizzato da attività che richiedono la presenza del cliente, influenzato pertanto dalla dimensione del mercato (quartiere, città, passaggio di turisti o lavoratori, ecc.) e privo di economie di scala consistenti, e rappresenta una sorta di cartina di tornasole della trasformazione dell'impresa artigiana.
Nasce da qui l'esigenza dell'Osservatorio Regionale Toscano sull'artigianato di analizzare per la prima volta il comparto dei servizi alla persona, con un'indagine condotta tra nel 2005 e articolata in una fase quantitativa, basata su un campione di 301 imprese, ed una di approfondimento qualitativo con 30 interviste dirette a imprenditori e a lavoratori.
A fine marzo 2006, il settore contava nella nostra regione 9.007 imprese di cui circa il 93% a carattere artigianale e con una forte incidenza di lavoro individuale.
Secondo l'indagine realizzata poi la quasi totalità delle imprese si caratterizza per essere ditta individuale o società di persone con una dimensione media di 2,2 addetti.
I dati dell'ultimo censimento Istat (2001), la più recente rilevazione che consente di conoscere il numero degli addetti, mostrano che la componente artigiana dei servizi alla persona occupa in Toscana 16.536 persone, pari al 95,3% degli addetti del settore e all'1,4% degli addetti totali; sono 4,7 addetti ogni 1.000 residenti, superiore alla media nazionale e il più alto tra le regioni.
In particolare e_ elevato il dato pistoiese con 5,6 addetti seguito da Lucca, Prato, Arezzo e Firenze. Piuttosto inferiori alla media regionale si collocano le province di Grosseto, Livorno e Massa Carrara, Solo a Pistoia (probabilmente in connessione con le attivita_ termali di Montecatini) si ha il segno di una relativa specializzazione territoriale; se non di un "distretto del piacere". All'interno del comparto artigiano pesa di più il micro-settore dell'acconciatura (barbieri e parrucchieri), rispetto a quello dell'estetica (istituti di bellezza, manicure e pedicure e centri per il benessere fisico).
Il primo raggruppa la maggior parte di unità locali (84,5%) e degli addetti (85,6%) del settore.
Tra le aziende intervistate si rileva, nel periodo 2003-2005, una stabilità tanto nell'andamento del fatturato quanto a quello occupazionale, non implicando che le imprese non assumeranno ma semplicemente che il saldo tra assunzioni e dimissioni di personale non dovrebbe essere negativo. Peraltro si rileva una certo vantaggio per un nucleo di aziende dinamiche, denominate innovative, soprattutto nel comparto dell'estetica, che mostrano un buon profilo di crescita del fatturato.
Le previsioni per i prossimi tre anni non si discostano dal quadro generale, sebbene vi siano aspettative di fatturato in crescita tra le imprese dell'estetica.
A livello territoriale sono più attive le province della Toscana centrale (Firenze, Prato e Pistoia)
Parlando dei servizi offerti dalle acconciature, è ampia la gamma proposta dai parrucchieri unisex, mentre quelli maschili si focalizzano sostanzialmente nell'area del taglio, con un minor livello, o addirittura assenza, per quanto riguarda colorazione, permanente e messa in piega.
Il raggruppamento dei servizi al benessere a carattere artigianale si caratterizza per una buona capacità di reazione ai repentini cambiamenti che hanno riguardato la situazione di mercato in questi ultimi anni.
Tra i fattori di cambiamento che hanno messo in crisi le unità del settore, vi è l'ingresso di aziende in franchising e/o situate in centri commerciali e strutture della grande distribuzione. Alle difficoltà, le imprese, specie quelle dinamiche o innovative, hanno reagito o con una accentuazione delle caratteristiche di qualità e personalizzazione del servizio (soprattutto nell'acconciatura), oppure con strategie di razionalizzazione, contenimento dei costi, dei tempi di attesa dei clienti, etc.
(soprattutto le imprese dell'estetica).
Dalla seconda fase dell'indagine dell'Osservatorio Regionale Toscano sull'Artigianato, è emersa come sia di vitale importanza, ai fini di creare valore aggiunto, la capacità relazionale con il cliente. In altre parole, la funzione dell'imprenditore artigiano si fa sempre più complessa e più lontana da una semplice abilità manuale, e gli elementi fiduciari, di consolidamento del rapporto con la clientela (ma anche con gli addetti dipendenti) rimangono un punto di partenza ineludibile.
Complessivamente per la Toscana possiamo dire che:
1) risulta avere la massima densita_ (in termini di addetti ai servizi al benessere e all'estetica per abitante) in ambito nazionale, seguita da quelle dell'Emilia-Romagna e delle Marche;
2) all'interno dei servizi al benessere e_ maggiormente presente il microsettore dei parrucchieri, e sono un po' meno presenti (ma sempre piu_ della media nazionale) i due microsettori che appaiono maggiormente correlati con la capacita_ reddituale del territorio (istituti di bellezza e centri per il benessere fisico);
3) ha la maggiore caratterizzazione "artigiana" (incidenza degli addetti al comparto artigiano) rispetto alle regioni del centro-nord, non diversamente da quanto si verifica in molti altri settori economici.
Se il settore nel suo complesso si caratterizza quindi per soddisfare la domanda dei residenti, non appare linearmente correlato con le capacita_ di spesa delle famiglie.
Il Punto di Vista di Luca Rinfreschi Vice Presidente di Unioncamere Toscana
"La ricerca che oggi presentiamo realizzata da Unioncamere Toscana insieme a Regione Toscana, alle federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, a CGIL, CISL e UIL - ha spiegato il vicepresidente di Unioncamere Toscana Luca Marco Rinfreschi - ha lo scopo di fornire una base comune di informazioni per ridefinire le strategie di medio e lungo periodo".
"Il settore si muove in controtendenza manifestando una sostanziale tenuta rispetto alle difficoltà che da tempo caratterizzano l'artigianato toscano nel suo complesso". "L'impressione è che possano esservi interessanti prospettive di sviluppo legate all'evoluzione non soltanto del tradizionale binomio fiducia-reputazione, ma all'insorgere di un'offerta di servizi e trattamenti sempre più innovativi, estesi, prestati in tempi ridotti, orientati dall'evolvere della moda. Questo anche in virtù dell'evoluzione sociale dei nostri costumi, dove l'immagine e l'estetica rappresentano modelli da seguire.
Occorre per questo riqualificare e rinnovare le strutture organizzative e le competenze imprenditoriali delle aziende oggi esistenti, soprattutto in termini di formazione per l'imprenditore e per i propri dipendenti, ragazzi e ragazze che possono contribuire alla crescita del settore attraverso la loro creatività".