“20 anni di Dolce Vita”, è questo il nome della festa evento organizzata dal celebre locale fiorentino per festeggiare il proprio anniversario, avvalendosi della direzione artistica di Luca Fisichella (Tempi Moderni), alla Stazione Leopolda venerdì 2 Dicembre dalle ore 22:00 in poi.
Una serata che nel perfetto stile Dolce Vita si preannuncia come chic e shock, tanta musica e un susseguirsi di performances. Dalle “Spettacolazioni d’autore” di 30 giovani artisti che daranno vita ad un continuum di animazioni diretti da Firenza Guidi, regista teatrale e cinematografica, sceneggiatrice e artista visiva, che per l’evento ha allestito anche particolarissime installazioni luminose, all’esibizione di Caterina Vichi nota tanto come music producer che come raffinata solista che presenterà tre brani dal suo nuovo CD, Sophisti-Kate.
La colonna sonora portante della festa sarà affidata ai residents dj’s della Dolce Vita, Toni Topazio, Master Sound, Luis Dee e Fabio V.
La serata avrà anche scopo benefico, una raccolta di fondi per la fondazione C.A.B.B. Onlus (Centro Assistenza Bambini Brasiliani) che dal 2002 cerca di migliorare le condizioni di bambini poveri (0-12 anni) e portatori di gravi handicap nel nord-est del Brasile (Recife).
Un evento a tutto tondo, il modo migliore per ricordare che nel dicembre 1985, per iniziativa di tre amici, Umberto Desideri, Massimo Mazza, Duilio Melegari, nasceva quello che sarebbe subito divenuto, e lo è ancora, uno dei locali più famosi in Italia, il punto di riferimento di tutta la nightlife fiorentina.
Nella spensierata atmosfera degli anni ’80, bastò pochissimo tempo, a quella che fino a pochi mesi prima era stata una vecchia latteria di quartiere, per affermarsi nella sua nuova veste di cocktail bar.
Uno dei primi bar in Italia a proporsi come luogo d’intrattenimento a tutto tondo, una formula che in seguito è stata copiata un po’ ovunque, ma quasi sempre con risultati di gran lunga inferiori a quelli dell’originale.
Un successo immediato e travolgente, al punto da poter essere considerato un vero e proprio fenomeno di costume.
Vittorio Tondelli, lo scrittore che più di ogni altro ha saputo raccontare quegli anni, dalle colonne di un importante settimanale celebrava, già nel 1986, i fasti della movida fiorentina e del suo epicentro: il Dolce Vita. Da allora, il Dolce Vita ha continuato a vivere una stagione di ininterrotto successo, mai decrescente, neanche quando come nell’ultimo decennio si è esaurita la spinta euforica dell’incredibile periodo dell’edonismo, e a Firenze si è affievolita quella vena di dinamismo creativo che l’aveva resa il polo d’eccellenza di numerose esperienze culturali, un autentico laboratorio delle nuove tendenze internazionali.
Oggi, come venti anni fa, è premiata la formula high profile basata sulla continua ricerca estetica di contenuti artistici originali. Non a caso infatti il Dolce Vita è anche Art’s showroom, fra le innumerevoli mostre ospitate restano memorabili quelle dedicate a Tanino Liberatore e Andy Warhol.
Nel 1995, grazie ad un ampliamento, al bar tradizionale è stato affiancato un ristorante, evolutosi poi in Wine Bar e area di degustazione. Dal 2000, il locale ha la struttura attuale, ciò grazie all’intervento di uno dei più celebri architetti e designer del mondo, Gaetano Pesce, chiamato ad effettuare un intervento di restyling del progetto iniziale firmato dall’estroso architetto australiano Simon Miller.