Un milione di euro per il primo anno. E' quanto stanzierà la Società della Salute per sostenere il nuovo servizio "assistenti familiari" che, dopo una fase di gestazione, entra adesso nel vivo. Martedì è stato infatti firmato il protocollo di intesa tra la Società della Salute e i sindacati Cgil, Cisl e Uil e i sindacati dei pensionati Spi/Cgil, Fnp/Cisl e Uilp/Uil. Un accordo che permette di entrare nella fase operativa, ovvero avviare i servizi di assistenza familiare in favore di cittadini residenti nel Comune di Firenze con almeno 65 anni in condizioni di non autosufficienza tali che l'unica alternativa sarebbe il ricovero nelle Residenza sanitaria assistite (Rsa).
Il protocollo e il nuovo servizio partirà il 15 giugno.
La Società della Salute, nell'ambito degli obiettivi posti dal Piano Integrato di Salute, sta infatti da tempo portando avanti un'azione di qualificazione del sistema dei servizi per anziani, in un'ottica di maggiore efficienza ed efficacia in termini di appropriatezza, anche in considerazione delle liste di attesa per l'ingresso in Rsa. Obiettivo di questo lavoro è predisporre una gamma più ampia possibile di servizi e strumenti in modo da proporre agli anziani fragili o non autosufficienti e alle loro famiglie percorsi assistenziali alternativi al ricovero in RSA, limitando quest'ultimo solo ai casi in cui risulta effettivamente indispensabile.
In concreto sono state potenziati i servizi di assistenza domiciliare e familiare per promuovere la permanenza a casa delle persone anziane non autosufficienti. Il servizio "assistenti familiari" si inserisce in questi interventi mirati al potenziamento della politica della domiciliarità. Si tratta infatti di una nuova prestazione che ha l'obiettivo di supportare gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie, rafforzando e sostenendo il loro impegno e la loro capacità di cura, in stretta integrazione con i servizi pubblici.
In concreto quindi i servizi sociosanitari territoriali valuteranno le singole situazioni e, nel caso in cui venga decisa la necessità del ricovero in Rsa, formuleranno piani assistenziali finalizzati a fornire servizi di assistenza familiare alle famiglie. Assistenza da attuare tramite regolari contratti di lavoro con badanti e per i quali è previsto anche il sostegno con appositi contributi. L'importo sarà variabile a seconda della situazione economica dell'utente definita tramite l'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e si prevede che si attesterà, in media, sui 500-600 euro al mese.
L'erogazione del contributo durerà un anno con possibilità di rinnovo a seguito di una specifica valutazione da parte dei servizi sociosanitari. Per garantire un servizio qualificato, verrà inoltre dato ulteriore impulso alle politiche qualificazione delle persone che dovranno assistere gli anziani: saranno infatti attivati nuovi corsi di formazione per l'ottenimento della qualifica di assistente familiare, ai quali potranno accedere in via prioritaria le badanti assunte dalle famiglie che chiedono il contributo.
Queste famiglie, da parte loro, dovranno far partecipare le badanti assunte ai corsi di formazione che verranno proposti: in questo caso è previsto un contributo aggiuntivo una tantum di 400 euro. Spetterà a Montedomini organizzare i corsi di formazione, fornire servizi di orientamento alle famiglie beneficiarie individuate dai servizi sociosanitari territoriali e gestire la parte amministrativa connessa all'erogazione dei contributi concessi. Dal punto di vista numerico, l'obiettivo della Società della Salute è di attivare, nel primo anno, 150-160 percorsi individuali di assistenza domiciliare alternativa alla Rsa.
Per il primo anno del servizio è stato stanziato un milione di euro. Positivi i commenti dei sindacati che sottolineano tre aspetti elementi importanti contenuti nel protocollo.