La Toscana al fianco delle cooperative antimafia
Allarme ecomafie in Toscana dal consigliere Agresti (Commissione Ambiente)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 marzo 2006 19:42
La Toscana al fianco delle cooperative antimafia<BR>Allarme ecomafie in Toscana dal consigliere Agresti (Commissione Ambiente)

Firenze, 29 Marzo 2006- "A Canicattì quindici giorni fa e a Locri la scorsa settimana -scrive Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana, nella propria Newsletter- la criminalità organizzata è tornata a colpire. Il messaggio è chiaro: le cooperative sociali non devono essere lasciate libere di agire per affermare legalità, dignità, diritti e lavoro. Di fronte al riaccendersi della minaccia mafiosa la Toscana, insieme a Libera di Don Ciotti, alle istituzioni locali e alle associazioni del territorio, è stata ed è presente.

La scorsa estate, 82 ragazzi e ragazze della nostra regione hanno passato parte delle loro vacanze al lavoro proprio su quei terreni di Canicattì, confiscati a “cosa nostra”, oggetto dei danneggiamenti dei giorni scorsi. Le vigne che sono state estirpate erano state piantate dai nostri giovani insieme ai lavoratori della cooperativa “Lavoro e non solo”. E a Locri, la cooperativa “Frutti del sole” - le cui coltivazioni sono state distrutte pochi giorni fa - partecipa al progetto che la Regione Toscana, il Comune di Locri e realtà della cooperazione sociale toscana e calabrese, insieme alla Conferenza Episcopale Toscana, hanno avviato all’indomani dell’omicidio di Francesco Fortugno.

La Toscana metterà a disposizione della società civile calabrese e siciliana i risultati maturati in questi anni sul terreno della sicurezza e della legalità, appoggiando, in particolare, l’esperienza delle cooperative sociali al lavoro per riconvertire ad un uso sociale i terreni confiscati alle mafie. Dopo i gravi episodi dei giorni scorsi, la Giunta ha deciso di sostenere le attività dei giovani siciliani e calabresi. Per questo abbiamo già preso contatto con le istituzioni locali, con le associazioni, le cooperative e con il vescovo di Locri, per individuare insieme a loro le forme concrete per contribuire alla ripresa dell’attività agricola, che a seguito di questi attentati mafiosi ha subito un danno che si aggira attorno ai 200mila euro.

Anche il nostro messaggio deve essere chiaro: contro la mafia ci siamo anche noi. E con noi ci sono la Calabria e la Sicilia degli onesti, c'è il futuro, c’è la legalità, che non possono essere fermati né dalla mafia né dalla paura del cambiamento".

«Priva di piani di gestione e ostile alla creazione di impianti di smaltimento e bonifica per i rifiuti speciali e speciali pericolosi, la Regione Toscana di fatto lascia spiragli per le infiltrazioni malavitose». Lo afferma il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Andrea Agresti, membro della Sesta Commissione regionale (Territorio e Ambiente), commentando gli esiti del rapporto parlamentare sulle ecomafie appena approdato sui tavoli della Regione e che indica la Toscana come crocevia privilegiato della criminalità ambientale.
«La situazione di non autosufficienza in cui il governo regionale mantiene la Toscana per quanto riguarda gestione e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi – spiega Agresti – fa sì che per essere trattati e smaltiti i rifiuti prodotti nella nostra regione debbano essere affidati a terzi ed ‘esportati’ altrove.

E’ evidente che in queste condizioni la Regione si lascia sottrarre ogni possibilità di controllo sull’effettivo esito del trattamento di questa mole di rifiuti, lasciando al contrario spiragli nemmeno sottili per intrusioni malavitose. Insomma, il controllo regionale si ferma una volta che il materiale è caricato sui camion, dopo di che il monitoraggio sugli spostamenti diviene praticamente impossibile. Lo ha purtroppo dimostrato la maxi-inchiesta del Noe che solo pochi mesi fa ha squassato la provincia di Massa Carrara, dove venivano abusivamente stoccati rifiuti speciali e pericolosi».
Il problema non è marginale, visto che la Toscana produce – fa sapere Agresti, dati Arpat 2003 alla mano – ben 7.097.000 tonnellate di rifiuti speciali l’anno e 278.000 tonnellate di quelli pericolosi: «Stando ai numeri – prosegue l’esponente di An – la Toscana si colloca ai primi posti tra le regioni italiane per la produzione di questi rifiuti, nella quale rivestono ruoli di primo piano l’area fiorentina centrale, le aree pisana e pratese, l’area metropolitana pistoiese e la Valdinievole, il Valdarno inferiore, le Colline Metallifere e le Alpi Apuane.

E’ evidente che un simile primato impone una politica di corretta gestione per anni rimandata dal governo regionale. I frutti di questo disimpegno, oggi, li racconta il rapporto parlamentare sulle ecomafie».

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