Dopo il successo di pubblico del giorno inaugurale, il Festival dei Popoli giunge alla seconda giornata, sabato 3 dicembre. S’inizia alle ore 15 al Cinema Alfieri Atelier con la prima italiana ‘Inatteso’ di Domenico Distilo (presente alla proiezione). Profughi di guerre che la televisione non racconta si appellano ad un diritto d’asilo che la nostra burocrazia non riconosce: una traversata senza approdo con imbarcazioni gremite all’inverosimile. Alle 18 va in scena il documentario ‘L’anno di Rodolfo’ di Daniel Ruffino e Federico Testardo Tonozzi, presenti alla proiezione.
Un attento reportage sulla storia dell’officina 81, ex meccaniche Mirafiori, struttura satellite della FIAT che impiega lavoratori disabili. Il tutto raccontato attraverso il microcosmo del cassintegrato Rodolfo. Alle 21, sempre all’Alfieri, verrà proiettato ‘In un altro paese’ del giovane regista italiano Marco Turco. Sappiamo tutto sulla mafia? Presentato all’ultimo festival di Locarno, attraverso documenti e testimonianze inedite rese al giornalista statunitense Alexander Stille e le immagini della fotogiornalista palermitana Letizia Battaglia, ripercorre il bollettino di guerra dei cadaveri eccellenti della mafia siciliana dal dopoguerra ai giorni nostri ed esamina le presunte relazioni tra Cosa Nostra e l’attuale sistema politico italiano.
Nell’altra sala, l’Auditorium Stensen, alle ore 15, la nuova sezione tematica sulla famiglia. In programma il documentario ‘Linda & Ali, Two Worlds Within Four Walss’ di Lut Vandekeybus. E’ la storia di Linda, statunitense convertitasi all’Islam sposata con Ali, un ricco signore del Quatar, che dopo vent’anni insieme si rende conto che la loro unione sta precipitando in una crisi profonda e che forse l’unica salvezza è un periodo di separazione. La sguardo indiscreto, ma fedele, della cinepresa del Festival si sposta al confine tra Messico e USA con il documentario ‘Wetback’ di Arturo Perez Torres (ore 17.15).
E’ il racconto del viaggio di cinque migranti che tentano di passare il confine: dal Nicaragua attraverso Honduras e Guatemala, fino alla durissima prova di attraversamento del Messico. Il complesso tema della famiglia torna alle 19 con la pellicola ‘The education of Shelby Knox’ in cui si affronta la delicata questione dell’educazione sessuale di Shelby che a 15 anni, aderendo al movimento “True Love Waits” finanziato da Bush, ha giurato a Dio, alla famiglia e al proprio pastore di restare vergine fino al matrimonio.
La giornata si concluderà, per la retrospettiva su Jorgen Leth (presente alle proiezioni), con due documentari: alle 21 la pellicola ’66 Scener fra America’, un documentario sugli USA di oggi, con 66 inquadrature, sulle piccole e grandi impressioni, fatti, cose, persone, pensieri e sensazioni di un paese, ai nostri occhi strano e incomprensibile, ma in cui troviamo uno specchio della nostra cultura. Alle 22, uno pseudo-documentario, come lo definisce Lars Von Trier, che rappresenta niente meno che la vita: ‘Det gode og det onde’ (Good and Evil), un film composto da scene esteticamente stuzzicanti e contenutisticamente quasi schematiche, girate nel vuoto dello studio cinematografico.