All'Istituto Francese di Firenze – Piazza Ognissanti 2 - intervengono: Elisabetta Chelo, Centro di Procreazione Assistita Demetra; Lawrence Faulkner, Reparto Terapia Avanzata, Ospedale Meyer; Monica Toraldo di Francia, Dip. di Filosofia, Università di Firenze; Paolo Politi, animatore dell'Associazione Culturale Caffè-Scienza.
Dalla nascita, nel 1978 in Inghilterra, di Louise Brown, la prima bambina nata da un processo di fecondazione in provetta, l'idea di procreazione si è ampliata e la procreazione medicalmente assistita si è diffusa ovunque: attualmente circa un bambino su cinquanta che nasce in Italia vede la luce grazie a queste tecniche.
La fecondazione assistita porta con sé domande scientifiche e domande di carattere etico: la fecondazione in provetta pone rischi maggiori per il futuro bambino e per la madre? Che differenze comporta la crioconservazione degli ovociti rispetto a quella degli embrioni? L'uso di cellule staminali embrionali è davvero promettente per la cura di molte malattie genetiche? Oppure: la società può porre dei limiti, e quali, a chi vuole ricorrere alla fecondazione assistita? Infine, è auspicabile che in futuro le diagnosi preimpianto e prenatali diventino di routine?
Una legge che regola la procreazione medicalmente assistita è arrivata in Italia con molto ritardo rispetto ad altri paesi e nel mese di giugno saremo chiamati ad esprimerci su di essa per via referendaria: chiarire i termini della questione è quindi particolarmente importante.
Sul tema riceviamo l'intervento di Bianca D'Amato, medico ginecologo presso l'ospedale di Campostaggia (Poggibonsi):
"L’appuntamento referendario del 12 e 13 giugno riguarda questioni fondamentali, quali la tutela della salute della donna, le prospettive della ricerca scientifica italiana e le possibilità di guarigione da numerose malattie legate a questa ricerca, il diritto dei genitori a mettere al mondo figli sani e non affetti da malattie gravi e debilitanti, con sofferte e brevi prospettive di vita, la possibilità di poter scegliere di diventare genitori attraverso un’etica della responsabilità.
La scelta di votare quattro sì ai referendum abrogativi delle parti che rendono più inaccettabile la legge 40 del 2004 è una decisione che vede la maternità come scelta libera, consapevole e responsabile.
Un atto d’amore in più, esattamente come dice uno slogan e questo non solo in relazione alle nuove vite, ma anche verso coloro che vivono situazioni di sofferenza e verso coloro che sono stati colpiti e puniti da questa legge per colpe mai commesse.
C’è un dato di fatto inequivocabile: dopo un anno di applicazione, la legge sulla procreazione assistita voluta dal centro-destra ha provocato la diminuzione delle nascite, la moltiplicazione dei cicli terapeutici per le donne che si sono sottoposte alle cure con inevitabile moltiplicazione del rischio e dello stress psico-emotivo, l’odioso e iniquo fenomeno definito turismo procreativo, ovvero la crescita delle coppie che ricorrono a centri esteri per poter praticare dei percorsi terapeutici che fino a un anno fa erano garantiti nel nostro Paese.
Partecipare al voto è un dovere e un diritto.
I temi del referendum incidono in modo profondo nella vita delle singole persone e delle coppie e hanno tanto più valore perché toccano questioni davvero importanti. In questa occasione votare rappresenta davvero un dovere da ottemperare per dare il proprio contributo. Per questo invito a votare quattro Sì ai quesiti referendari del 12 e 13 giugno".