Da qualche mese ho la fortuna di possedere un'autovettura a trazione elettrica. E' un'occasione che non mi sono lasciata sfuggire. Il Comune di Firenze ha deciso di non concedermi il contributo per l'acquisto poiché si trattava di un automobile non di prima immatricolazione, avendo in precedenza percorso circa 1.500 chilometri per esibizione e prova intorno alla concessionaria. Ho comunque ritenuto comodo, divertente e utile muovermi in città con un veicolo che non inquina e l'ho comprata. Con essa posso circolare liberamente in ogni area del centro, dove devo recarmi quotidianamente per lavoro.
Sapevo che la gestione della vettura è molto economica anche grazie al fatto che l'energia elettrica è offerta dal sistema di approvvigionamento del Comune. Ciò che non sapevo e che solo raramente le colonnine presenti in città mi consentono una ricarica, cosa che mi mette spesso a rischio di tornare a casa a piedi.
Forse non sa, Assessore, che alcune colonnine di ricarica sono dislocate in posizione che rende impossibile la sosta una vettura: è il caso di quelle installate al piazzale di Porta Romana fianco di un semaforo, oppure in piazza Indipendenza di lato a una rastrelliera.
Altre invece, come a piazza San Marco, sono circondate da paletti e catene in modo da consentire l'avvicinamento soltanto ai ciclomotori. A piazza Beccaria la colonnina si trova a lato di un edicola, ma l'avvicinamento della vettura è impedito da due cassonetti collocati proprio davanti.
Altro discorso riguarda il fatto che non in tutte le colonnine è installata la presa industriale alla quale posso attaccare la mia automobile. Per altro alcune di quelle presenti sono rotte, come a piazza D'azeglio, e nonostante le mie ripetute segnalazioni la Silfi, che ha in gestione la rete, non ripara.
Piuttosto ha avviato una progressiva sostituzione delle prese con un nuovo standard che offre maggiore sicurezza. Il punto è che così costringe i possessori dei veicoli elettrici ad adeguare anche i propri veicoli. Naturalmente quando sia possibile, perché la mia vettura non è adattabile.
Qualora si riesca a trovare una colonnina sia agibile e funzionante, generalmente è presa d'assalto dai veicoli e spesso gli spazi di sosta sono occupati indebitamente da auto, o motorini non elettrici.
Questo parcheggio non è soltanto in divieto, ma come le scrivo mette a rischio chi ha scelto i veicoli ecologici di tornare a casa a piedi. Se lo possiede anche lei, sa bene che un mezzo elettrico non si ricarica con una "tanica di elettricità". Siccome la mia auto è piuttosto pesante per essere spinta a mano quando le batterie sono scariche serve il carro attrezzi.
Chi ci legge immagina che, per far valere i propri diritti ci si possa sempre rivolgere alla Polizia municipale. In forza dell'esperienza maturata negli ultimi mesi le posso garantire che gli agenti sono assai restii ad ordinare la rimozione dei veicoli in sosta vietata, mentre nel peggiore dei casi non sembrano neppure conoscere la delibera comunale che regola mobilità e tutela dei veicoli elettrici.
Molti si saranno domandati perché, se resta inutilizzata la metà dei fondi annuali destinati a finanziare l'acquisto di mezzi elettrici, l'Amministrazione non approfitti dell'avanzo per costituire un proprio parco di automobili ecologiche.
La risposta, evidentemente, è che in Palazzo Vecchio c'è chi sa bene quanto sia difficile usare questi mezzi in una città dove la rete di approvvigionamento non è adatta alle autovetture. Non è un caso che in città non se ne vedano circolare.
Spero voglia credere che la mia è del tutto priva di intento polemico, dubbio che sono pronta a dissipare offrendole volentieri di accertarsi ci quel che le scrivo con un tour panoramico a bordo della mia Citroen AX Electrique.
Miriam Curatolo