Un'organizzazione che operava in Toscana nel furto e nel riciclaggio di opere d'arte e' stata sgominata dalla polizia di Lucca. Le indagini hanno preso le mosse da due furti in villa avvenuti proprio nella zona di Lucca.
Sono trascorsi invece 27 anni da quando la pistola del 1590 (originaria della Germania settentrionale o delle Fiandre) fu trafugata insieme ad un migliaio di pezzi dalle sale del museo Stibbert ed oggi è stata riconsegnata alla direttrice Cristina Aschengreen Piacenti dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze.
"La pistola torna nella sua casa, dove Frederick Stibbert, grazie al suo «folle genio», amava collezionare le armi antiche - ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani -. È un bel regalo di Natale che pone fine ad una storia lunga quasi 30 anni ed ora la pistola potrà essere nuovamente esposta nel museo". Caratteristica della pistola, è il suo meccanismo di sparo, costituito da una ruota esterna doppia, nato alla fine del Quattrocento forse da un'invenzione di Leonardo da Vinci e che rappresenta un marchio di altissima qualità.
Pistole di questa fattezza, di tali dimensioni (circa 50 centimetri) e perfettamente conservate sono un'eccezionale rarità ed il suo valore, nel mondo dei collezionisti, potrebbe tranquillamente raggiungere i 300.000 euro. Tutto questo rende la pistola un'eccezionale rarità. L'operazione Gun è iniziata nel 1995 quando la pistola fu segnalata a Londra dalla casa d'aste Sotheby's che la stava per battere con un prezzo di base di 35.000 sterline ma secondo gli esperti, il suo valore sarebbe potuto arrivare fino a 300.000 euro.
"Rivolgo tutto il mio personale ringraziamento al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Firenze per questo ritrovamento che sa di miracoloso, poiché - ha sottolineato la direttrice del museo Stibbert - a distanza di 27 anni dal furto avevamo perso le speranze di poter mettere nuovamente in mostra la pistola, che molti di noi non avevano mai visto, se non in fotografia." A presentare l'operazione Gun, c'erano il colonnello Giovanni Pastore, vice comandante nazionale del Comando Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, il tenente Christian Costantini comandante del Nucleo di Firenze.
"Le indagini, dal momento in cui fu commesso il furto, non si sono mai fermate e dal 1995, quando la pistola è riapparsa a Londra, si sono intensificate - ha commentato il colonnello Pastore -. Quando fu commesso il furto, i ladri si calarono dal soffitto e portarono via un migliaio di oggetti, molti dei quali, stiamo ancora cercando". Dal 1995 hanno ripreso vita le indagini che hanno portato i Carabinieri, grazie a due rogatorie internazionali, in Svizzera ed in Inghilterra. Numerosi gli interrogatori, gli intensi scambi informativi tra le polizie del Sussex, Scoltland Yard ed il Cantone di Basilea (Svizzera) ed alla fine è stato ricostruito il percorso della pistola.
Rubata nella notte tra il 21 e 22 ottobre 1977, l'arma è finita nelle mani di un collezionista svizzero che ha cercato di venderla a Londra. Le indagini dei Carabinieri proseguono sia per identificare gli autori del furto del 1977 (ancora sconosciuti) e sia per definire le eventuali responsabilità penali del collezionista svizzero. Questo ritrovamento è il secondo nell'arco di un mese di opere trafugate al museo Stibbert. Il 12 novembre scorso i Carabinieri della stazione di San Piero a Ponti riconsegnarono le due statue di terracotta raffiguranti due sfingi rubate a metà luglio.
Risalenti all'800 hanno un valore complessivo di circa 10.000 euro e da una settimana sono state ricollocate su un muretto sul lato della Limonaia. Del maxi furto compiuto nel 1977, nel corso degli anni, sono stati recuperati una decina di pezzi: in particolare alcuni dipinti, un fucile a ripetizione Evans della guerra di secessione americana, una daga islamica a forma di yataghan (un antico e lungo coltello restituito nel 1999) con la lama decorata con motivi damascati da un lato e con un'iscrizione votiva in persiano dall'altro.
L'impugnatura in avorio è incastonata di rubini e turchesi ed ornata da fili d'oro, l'arma è lunga 43 centimetri e risale al 1500, forse prodotta all'epoca di Solimano il Magnifico. Nel 1997 era stato recuperato, sempre dal Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico dei Carabinieri, un Corpus Christi del XIII secolo, di arte romanica, privo di croce realizzato in bronzo dorato.
L'arma risale al 1590 e fu realizzata nella Germania settentrionale o nelle Fiandre, è composta da una canna liscia, quadrata nel primo terzo, per poi proseguire tonda fino alla bocca.
L'acciaio della canna è tutto bronzato ed è ornato con decorazioni a fogliami gravati e dorati. Il meccanismo a ruota, decorato come la canna, reca un rotino esterno doppio protetto da una calotta intagliata a giorno e dorata. Il cane dorato è costituito da un breve gambo che forma un leone e che termina con le doppie ganasce trattenute da una vite. Ponticello ampio, decorato come la canna e la ruota. La cassa è in noce completamente rivestita da placchette di osso inciso ed in parte annerito.
Bacchetta in legno di noce che termina con un battipalla in osso decorato a foglie d'acanto. La superficie della cassa è riccamente ornata. Il calcio, a forma di zoccolo, riporta mascheroni, grottesche e motivi floreali, mentre nella parte interna ed al fusto sono rappresentate scene di caccia con cani che inseguono una lepre sul fondo di un paesaggio. Sul sottomano è inciso un ritratto femminile mentre al calciolo ed al bocchino si trovano i busti di un uomo e di una donna in abiti borghesi dell'epoca.