Un vademecum per le emittenti locali sulla televisione digitale terrestre, ma anche un’analisi puntuale dei risvolti che la nuova tecnologia potrà avere per la società toscana: così in Consiglio regionale si è tornati a parlare di tv digitale. Il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) ha organizzato il seminario di lavoro “Televisione digitale terrestre e territorio: potenzialità e ipotesi di sviluppo” che si è tenuto quest’oggi nella sala Affreschi di palazzo Panciatichi.
Dopo un incontro, qualche tempo fa, dedicato completamente agli aspetti tecnici del digitale, oggi l’attenzione si è concentrata sulle conseguenze della nuova tecnologia a livello locale. Se da un lato, come ha spiegato la consigliera Bruna Giovannini (Ds) che ha aperto i lavori, “la Toscana sta investendo risorse importanti nel settore della comunicazione”, dall’altro il presidente del Corecom Omar Calabrese ha sottolineato che con la legge Gasparri il digitale terrestre ha subìto un’accelerazione, “e dunque occorre che anche le piccole emittenti siano messe in condizione di partecipare all’impresa”.
E a questo proposito il convegno è stato l’occasione di presentare un vero e proprio vademecum sul digitale per le emittenti locali, redatto dall’Isimm (Istituto per lo studio dell’innovazione nei media e per la multimedialità) e dalla Fondazione Ugo Bordoni. Dalle regole e le procedure alle soluzioni per la gestione e l’organizzazione di impresa, dagli aspetti economici e finanziari della transizione alle formule di partnership e comunicazione, la pubblicazione prende in esame tutti i diversi aspetti che possono riguardare il passaggio al digitale terrestre.
“La novità della tv digitale terrestre – ha spiegato Piero Pucci, segretario generale dell’Isimm – sta nella possibilità di offrire servizi interattivi. Ed è una novità ormai percepita anche dal grande pubblico. In questo senso le emittenti locali possono giocare un ruolo molto importante”. Con il digitale, per esempio, oltre ovviamente alla possibilità di riorganizzare i palinsesti, è possibile prenotare visite mediche, o certificati anagrafici. Insomma, una sorta di Internet di facile utilizzo e alla portata di tutti.
“L’Italia – ha detto infine Mario Frullone, direttore delle ricerche della Fondazione Ugo Bordoni – sta sviluppando un modello di approccio al digitale terrestre a cui molti guardano con interesse, e che si basa su tre pilastri: la scelta delle trasmissioni gratuite, la scelta dei servizi interattivi, la scelta del pay per view”. (cem)