Il tema dell'acqua, nel suo ciclo completo ed inquadrato nella nostra realtà territoriale, sarà al centro del convegno che si terrà venerdì prossimo al Palaffari. All'iniziativa, organizzata dal gruppo consiliare dei DS e dal titolo "Acqua a Firenze", parteciperanno, tra gli altri, il sindaco Leonardo Domenici, l'onorevole dei Ds ed ex sottosegretario all'ambiente Valerio Calzolaio, il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, Riccardo Putrella, del "Contratto mondiale dell acqua", Amos Cecchi, presidente di Publiacqua, Roberto Gori, responsabile del dipartimento provinciale Arpat (agenzia regionale per l'ambiente), Claudio Lubello, Simone Caffaz e Massimo Del Bubba, dell'Università di Firenze, Federico Gasperini, di Legambiente e Giovanni Menduni, presidente dell'Autorità di Bacino.
«Un essere umano su quattro non può utilizzare acqua pulita per mangiare, per bere, per lavarsi - hanno sottolineato il capogruppo dei DS Ugo Caffaz ed i consiglierei Valter Acciai e Gregorio Malavolti presentando il convegno - e questa privazione costa cara: 2,2 milioni di vite ogni anno. Fino al 2020 andrà decisamente peggio: le persone senza accesso all' acqua diventeranno 4 miliardi, più di metà della popolazione mondiale. Questi sono i dati emersi dall' "Earth Summit di Johannesburg" dello scorso settembre e sui quali non si è riflettuto mai abbastanza.
«Il nostro convegno - hanno spiegato i tre consiglieri diessini - affronta il tema dell'acqua nel suo ciclo completo inquadrato nella nostra realtà territoriale. La gestione della risorsa idrica, su scala di bacino, prende in considerazione tutti gli usi dell'acqua, da quello idropotabile al suo uso in agricoltura, dall'uso industriale a quello per scopi ricreativi, il tutto nel quadro della conservazione dell'ambiente naturale, analizzando lo stato attuale della risorsa, gli investimenti nel settore della sua distribuzione, la ricerca nel campo del trattamento dei reflui.
Utilizziamo la risorsa acqua nella convinzione che essa sia infinita e sempre disponibile, ma non è affatto così. Anche noi abbiamo conosciuto crisi periodiche più o meno gravi e questo ci deve rendere più attenti e sensibili ad un uso corretto di questa fondamentale risorsa. L'accumulo superficiale e sotterraneo dell'acqua dipende dalla quantità delle precipitazioni, le precipitazioni dipendono dal clima, il clima cambia in funzione dell'inquinamento dell'atmosfera. E ancora, l'acqua utilizzata ritorna nell'ambiente e può danneggiarlo in dipendenza del suo livello di inquinamento per cui sono fondamentali i sistemi di trattamento post-uso.
Infine l'acqua arriva nelle case di tutti noi, nelle fabbriche, negli esercizi commerciali, dovunque vi sia una qualsiasi attività umana, dopo una lunga serie di trattamenti attraverso la complicata rete di distribuzione. Questo ciclo è strettamente connesso al territorio e all'attività antropica che su di esso insiste; ingenti sono le risorse economiche necessarie per far sì che il sistema funzioni alla perfezione per mettere la risorsa acqua a disposizione delle necessità umane». «E' perciò importante - hanno concluso Caffaz, Acciai e Malavolti - attivare tutti gli interventi rivolti all'ottimizzazione delle reti di distribuzione, promuovendo laddove possibile le doppie reti idriche ed eliminando gli sprechi dovuti alle perdite delle condotte, in Italia calcolati nell'ordine del 30-40%; istituire nuove e più moderne normative che incentivino tecniche agricole a più basso consumo di acqua; adottare nelle città normative edilizie che promuovano il riutilizzo dell'acqua piovana per fini non potabili; e infine, ma non per importanza, sensibilizzare tutti i cittadini, a cominciare dai più giovani, a un corretto uso dell'acqua, riducendo gli spechi nell'uso domestico.
Siamo convinti che il controllo strategico della risorsa acqua debba rimanere sempre in mano pubblica e non debba mai entrare a far parte delle logiche del mercato. Ci piacerebbe che le società che gestiscono questa risorsa usino anche termini lessicali che siano diretta espressione di questo principio: si usi il termine "erogare il servizio di fornitura dell'acqua" e non si usi mai la parola "vendere": sembrerà poca cosa ma è già un buon inizio per predisporre tutti, in modo più responsabile e consapevole, di fronte all'uso di questa risorsa.
La gestione della risorsa idrica, su scala di bacino, prende in considerazione tutti gli usi dell'acqua, da quello idropotabile al suo uso in agricoltura, dall'uso industriale a quello per scopi ricreativi, il tutto nel quadro della conservazione dell'ambiente naturale, analizzando lo stato attuale della risorsa, gli investimenti nel settore della sua distribuzione, la ricerca nel campo del trattamento dei reflui».