Ha cifre da capogiro la città che tutti i giorni è in movimento. Migliaia di persone che si spostano per necessità, o per diletto, appena menzionando le tonnellate di merci trasportate. In Toscana, secondo dati della Regione, circolano oltre due milioni di automobili, più di 200.000 autocarri e quasi 300.000 motocicli. Ma gli autobus urbani sono soltanto 1.200, gli extraurbani 1.700 e i taxi 1.200. Dei milioni di individui che si spostano giornalmente solo un milione usa il mezzo pubblico (treno compreso), cosi come 2/3 delle merci vengono trasportare su gomma.
Ed ecco traffico, ingorghi, danni all’ambiente.
Firenze è inquinata, ma abbiamo inventato finti rimedi di cui i giornali riempiono le pagine: le mascherine per respirare, i pattini contro i motocicli, le domeniche senz’auto. La confessione del disastro si diluisce così in festoso rito consolatorio. Teniamo parcheggiata l’auto, usciamo in bicicletta con i nostri bambini per le strade e i giardini sgombri, per concludere: “Tutti qui i sacrifici economici per ridurre l’effetto serra?”
Così le notizie sull’assalto all’ambiente vengono coperte dagli auspici di salvezza dell’assessore all’Ambiente del Comune di Firenze, dalle immagini della festa di famiglie fiorentine che respirano con sollievo l’aria avvelenata come negli altri giorni di traffico.
Ma se i giornali vi dedicano tanto spazio e attenzione, basta per dire che si tratta di una cosa seria?
Si finge di ignorare che il provvedimento è inutile perché i depositi inquinanti di benzina e gasolio (anche quello da riscaldamento) sulla città non svaniscono in un momento e perché domani sarà esattamente come ieri. Così la funzione dei giornali diventa quella di drogare il sistema con “eventi di fantasia”.
Dietro questa cortina di frottole si cela la verità di un paese il cui impegno alla riduzione dei gas prevista a Kyoto viene annullata giorno per giorno da maggiori consumi, la verità di una giunta comunale che vagheggia mirabolanti sviluppi urbanistici nell’area nord-ovest della città, una delle ultime da proteggere.
Senza menzionare le dinamiche globali del fenomeno, facciamo i nostri blocchi delle auto dimenticando che negli ultimi venti anni il numero dei veicoli è raddoppiato mentre i passeggeri serviti dal trasporto pubblico si sono dimezzati. Ma nell’informazione fatta per immagini le domeniche ecologiche attenuano l’inquietudine del pubblico con la visione di strade vuote, di vigili urbani che fermano e multano i trasgressori, anonimi disobbedienti che per trenta secondi di televisione catalizzano su di se le responsabilità collettive.
L’autodistruzione della comunità è prossima, o lontana? Il tema è dibattuto in ambiente scientifico. Si discute di centrali nucleari, di effetti del fumo, di mucca pazza, di motorizzazione di massa, di veleni industriali. Ma una cosa è certa: l’interazione dei fenomeni è globale. Allora attenzione ai rimedi improvvisati, alle fatue speranza di un pomeriggio, che rischiano di sortire il risultato opposto: di accompagnarci lentamente, solo un po’ rasserenati, verso la soluzione finale.
[Nicola Novelli]