FIRENZE- L'assessore regionale all'ambiente Tommaso Franci è stato ascoltato dalla commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sui rifiuti speciali, che questa mattina ha fatto tappa a Firenze, presso la prefettura, per fare il punto sulla situazione toscana. “Siamo pienamente consapevoli dei problemi relativi alla gestione dei rifiuti speciali, che costituiscono la parte principale dei rifiuti prodotti in Toscana, con 6,8 milioni di tonnellate annue rispetto ad un totale di circa 9 milioni – ha detto l’assessore Franci alla commissione che ha aperto un’inchiesta in varie regioni italiane – Concentreremo tutti i nostri sforzi di controllo su questo settore".
Dopo aver ricordato che sono in corso inchieste della magistratura che ipotizzano un utilizzo illecito dei rifiuti speciali, in particolare dei fanghi di depurazione, tra cui quelli del comprensorio del cuoio, Franci ha presentato il quadro complessivo toscano, mettendo in evidenza la situazione dei conferimenti fuori regione. “Siamo certi - ha spiegato l'assessore - che dei 6,7 milioni di tonnellate di speciali circa 4 milioni sono smaltiti in Toscana. Per i 2,7 rimanenti si ipotizza che siano conferiti in impianti extraregionali”.
“Nonostante le norme in vigore non prevedano un’applicazione del principio di prossimità con obbligo di trattamento entro i confini toscani, la nostra Regione con la sua legge si è impegnata a favorirne l’applicazione anche per gli speciali.
Punta in questa direzione la previsione dei piani provinciali per i rifiuti speciali. Il primo ad essere stato approvato è quello della Provincia di Livorno, nelle altre province è in corso di elaborazione. Siamo consapevoli che la possibilità prevista dalla legge di far viaggiare i rifiuti speciali al di fuori dei confini regionali, e in particolare di istituire degli impianti di stoccaggio provvisorio, costituisca l’anello debole del ciclo dei rifiuti. Questo deve essere oggetto di tutti gli sforzi di controllo per impedire l’emergere di fenomeni di illegalità”.
Il regolamento attuativo della legge prevede dal 2001 l’obbligo di due controlli annuali degli impianti da parte delle singole province, mentre nel 2002 è stato affidato all'Arpat un programma straordinario di controlli in tutti gli impianti di gestione dei rifiuti, sia urbani che speciali.
“I primi risultati dei controlli - ha concluso l’assessore – hanno fatto emergere un quadro aggiornato di tutti gli impianti di smaltimento presenti sul territorio, che sono in tutto circa 1400, di cui 1000 operativi in regime di comunicazione, e 400 con procedura ordinaria. Proprio in questi giorni l’Arpat ha consegnato le prime 100 schede relative ad impianti a regime ordinario”. La Regione rafforzerà le attività di controllo del settore tramite un tavolo di coordinamento già attivato con Provincia, Arpat e Noe e gli altri organi regionali competenti.