Gli esecutivi comunale e provinciale dei Verdi i di Firenze, si sono riuniti ieri sera e, dopo un'ampia e sofferta discussione, hanno deciso a larga maggioranza (a favore si è espresso il 70% degli esecutivi) di confermare la sfiducia - già espressa pubblicamente dal portavoce cittadino Gianni Varrasi - dei Verdi nei confronti dell'Assessore alla Mobilità Vincenzo Bugliani, e di chiederne le dimissioni.
"A Firenze i cittadini non hanno potuto vedere in alcun modo - dichiarano i portavoce provinciale e cittadino Romanelli e Varrasi, nello spiegare la decisione - una presenza ambientalista ed ecologista in città, né una svolta nella politica della mobilità, nella direzione della tutela della salute dei cittadini, come ci si sarebbe aspettato da un Assessore verde.
Firenze sta morendo di smog, i servizi di trasporto pubblico sono insufficienti e funzionano poco, la politica di Firenze Parcheggi è inutilmente vessatoria e non scoraggia l'uso dell'auto, perché realizza solo parcheggi redditizi in centro e trascura i parcheggi scambiatori in periferia."
"Il piano della busvie e il piano della mobilità ciclabile, compreso l'ufficio biciclette, di cui da tempo si parla, sono fermi - continuano i due esponenti del sole che ride - così come il piano di realizzazione del trasporto merci, bloccato addirittura da anni".
"In questo quadro non ce la sentiamo di continuare a sostenere un assessore che non rappresenta più il profilo politico che i Nuovi Verdi vogliono assumere a Firenze: far pesare di più il pensiero ambientalista, come risposta concreta ai bisogni e alle aspirazioni di qualità della vita e di socialità dei cittadini del nuovo millennio".
"Sia chiaro, - concludono i due esponenti verdi - ci rendiamo conto del momento politico e riconfermiamo la nostra lealtà alla coalizione, senza mettere in discussione il percorso avviato di ricandidatura di Domenici, che peraltro ha personalmente dimostrato sensibilità alle nostre istanze nei due momenti importanti della discussione sull'assetto societario del Parco delle Cascine e sul blocco delle installazioni delle antenne per la telefonia mobile".
"Però sentiamo l'esigenza di segnalare ai cittadini che nei Verdi la musica è cambiata, che vogliamo far valere molto di più, da subito e nel prossimo programma elettorale dell'Ulivo, le ragioni dell'ambiente, sociali, e della qualità della vita, coinvolgendo positivamente le parti migliori e più sane di tutte le forze del centrosinistra in un programma di riqualificazione e rinascita della città."
“Il continuo rimpallo delle candidature fra DS e Margherita a colpi di comunicati stampa ci preoccupa.
Bisogna tener conto di una visione politica complessiva e rappresentativa di tutte le istanze, altrimenti più che di un riequilibrio politico si prospetta una difficile spartizione di poltrone che lascerà, comunque, insoddisfazione”.
Il segretario regionale dello Sdi e presidente del gruppo consiliare in Regione Toscana, Pieraldo Ciucchi, interviene nel dibattito sulle candidature alle prossime elezioni amministrative chiedendo di aprire subito un tavolo politico che ponga fine alla conflittualità tra partiti emersa nelle ultime settimane.
“Questa conflittualità – commenta - deve lasciare il posto ad un percorso realistico senza utopie. Di tempo ne abbiamo perso abbastanza”.
“D’altro lato non è pensabile che con un tozzo di pane a destra o a manca si risolva la questione politica del riequilibrio che è molto, ma molto di più che il problema del reinsediamento di qualche sindaco o presidente di provincia: qui si tratta di fare dell’Ulivo una grande e coesa alleanza politica riformista ed è compito dei partiti in primo luogo porre le basi di una azione coordinata e organica tesa a realizzarla nella nostra Regione”.
“Bando, quindi – sprona Ciucchi, - alle polemiche e ai rimpalli giornalistici: i partiti riprendano in mano le redini e si riapproprino delle loro prerogative di guida al tavolo politico e decidendo tutto ciò che è necessario, con grande lealtà e trasparenza e con la partecipazione di tutti.
Fino a questo momento, invece, la esclusione aprioristica di un tavolo politico è servita soltanto a trasferire il dibattito e il confronto sulla stampa con reciproche attribuzioni di responsabilità, lasciando in ambasce e senza legittimità i tavoli formali delle regole da nessuno, in fin dei conti, rispettate e dando la sensazione che tutto e per tutta la coalizione si risolva nel dare qualche sindaco ora ai DS, ora alla Margherita. E meno male che si volevano evitare le spartizioni da Prima Repubblica! In questo modo si rischia di demolire anche l’immagine di candidati che potrebbero dare un loro contributo alla coalizione, anziché uscire con le ossa rotte da uno scontro poco edificante”.
“Il tavolo politico che imposta il quadro di fondo e la visione complessiva dei problemi è e resta, con gli adattamenti necessari a renderlo compatibile con la situazione politica attuale, il solo modo concreto per poter coinvolgere in un disegno strategico visibile tutti i partiti della coalizione ed insieme le componenti sociali e di base”.
“Ma davvero il segretario regionale dei Ds Filippeschi e le diverse anime della Margherita pensano di potersi presentare alla convention regionale di Toscana Democratica il prossimo 8 novembre a Arezzo con un quadro delle candidature che non riesce neppure a riconfermare Domenici a sindaco di Firenze e a non pronunciarsi sulla candidatura di Matteo Renzi alla Provincia di Firenze o di Lio Scheggi a quella di Grosseto?”
“Lo Sdi toscano – conclude il segretario regionale - richiede con forza un incontro politico tra i partiti della coalizione che avvii il confronto per una positiva evoluzione del quadro complessivo delle candidature: diversamente anche la presenza alla convention di Toscana Democratica assumerebbe l’esclusivo carattere di onor di firma”.
Questo invece il documento del gruppo consiliare e del partito DL-La Margherita:
«Alla presenza del Vice-Segretario Provinciale della Margherita Simone Menci e del Capogruppo di Palazzo Vecchio Riccardo Basosi, la Margherita fiorentina ha discusso ieri sera all'interno del Parlamentino provinciale, allargato ai segretari di tutti i comuni della provincia, il quadro politico in vista delle elezioni amministrative del 2004.
Approvando la relazione del segretario Renzi, i novantotto dirigenti della Margherita presenti all'assemblea hanno sostenuto la necessità di un forte rilancio dell'azione programmatica dell'Ulivo per governare le complessità di questo passaggio in un quadro condiviso. In particolar modo è stata posta attenzione ai temi dello sviluppo economico e infrastrutturale, alle politiche sociali e culturali, alle scelte urbanistiche ed alle politiche dei servizi pubblici locali. È emersa la necessità, condivisa all'unanimità, di un approfondimento delle questioni oggetto della discussione programmatica.
Anche per questo grande importanza è stata attribuita ai lavori dei quindici dipartimenti che il partito di Rutelli ha insediato a Firenze, sulle tematiche che saranno oggetto del confronto programmatico. Il 29 e 30 novembre la Margherita fiorentina in un'assemblea degli iscritti presenterà i risultati di questo lavoro contenutistico e progettuale, offrendolo al dibattito della coalizione - e delle realtà allargate come ad esempio l'importante Forum metropolitano - come "Libro bianco per il governo metropolitano di Firenze".
L'Assemblea provinciale ha anche dato mandato alla segreteria di procedere alla chiusura dell'accordo politico con l'Ulivo per l'attribuzione delle responsabilità nel governo del territorio. Pur non condividendo la richiesta di parte del centrosinistra di esplicitare i nomi prima del necessario approfondimento programmatico, si è preso atto della richiesta dell'Ulivo ed è stato dato mandato al gruppo ristretto della segreteria provinciale di: a) chiudere l'accordo sui sindaci, in modo da garantire un riequilibrio sostanziale ed una presenza omogenea e significativa nelle varie zone da parte di sindaci non diessini.
Il mandato ha anche compreso la trattativa sui quartieri, oggi espressione di una sola parte politica, e le comunità montane. Per far questo la Margherita porrà nei tavoli locali, come richiesto con forza dai diesse metropolitani, sin dalle prossime ore, candidature autorevoli e significative, a partire dai principali comuni dell'hinterland cittadino. b) accelerare al tavolo dell'Ulivo la candidatura naturale a sindaco di Firenze dell'attuale primo cittadino Leonardo Domenici, per il lavoro sin qui svolto con un'azione di governo efficace e foriera di risultati positivi, per la profonda trasformazione impressa alla città e per il ruolo nazionale che il Sindaco ha esercitato anche come presidente dell'Anci.
c) presentare al tavolo dell'Ulivo la candidatura a presidente della provincia di Firenze del massimo livello locale della Margherita, l'attuale segretario provinciale Matteo Renzi, come segno di una scommessa politica e generazionale forte che Democrazia è libertà intende fare a fianco dell'Ulivo nel governo di quest'area e di chiamata alla corresponsabilità dell'intero partito in una logica di pluralismo della coalizione. I tre punti sono stati votati all'unanimità, superando anche le divisioni che nel giugno scorso si erano registrate in occasione del congresso.
Il pluralismo che la coalizione fiorentina raggiungerà qualora si realizzino le condizioni del mandato alla segreteria sopra ricordato, è un gesto di servizio della Margherita all'Ulivo intero, non l'imposizione di qualcuno ai diesse. L'assemblea provinciale della Margherita tornerà a riunirsi tra quindici giorni per eleggere i delegati alla convention nazionale di Bologna sulla proposta Prodi di lista unitaria per le europee del 2004».