(28 ottobre 2003) – Compressi fra tagli e neocentralismo i presidi denunciano: “Siamo con le mani legate”.
Questa mattina i dirigenti dei 41 istituti superiori del territorio fiorentino e di molte scuole medie e elementari si sono incontrati in Palazzo Medici Riccardi con il vicepresidente della Provincia Piero Certosi.
La sensazione di impotenza deriva dai tre problemi che i presidi hanno denunciato. Il primo è il taglio dei fondi a disposizione delle scuole per le attività ordinarie, che oscilla fra il 40 ed il 50%.
Il secondo è l’impossibilità di dare corso a progetti di arricchimento dell’offerta didattica nei settori dell’informatica o delle lingue. Il terzo è lo stop dato alle attività per favorire l’integrazione dei ragazzi, quelli non italiani in particolare, che partono svantaggiati: un problema molto serio nell’area fiorentina.
“Così si ha un restringimento dell’autonomia scolastica”, dicono i dirigenti scolastici sottolineando come tutto nel mondo della scuola, dall’assunzione di un bidello all’acquisto di una penna, sia di fatto determinato da Roma”.
Altri temi discussi stamani quelli della programmazione scolastica e del dimensionamento: proposte di riorganizzazione sono in corso di definizione per le scuole dell’obbligo del territorio di Scandicci e del Valdarno, mentre per le superiori – ha detto Certosi - “non si prevedono novità in virtù del lavoro di razionalizzazione già completato dalla Provincia in questi anni”.
Fra le novità presentate un accordo che la Provincia sta perfezionando con Arpat per il rilevamento del rumore all’interno di tutti gli istituti scolastici.
Sul tappeto, infine, il problema di quel 4-5% di ragazzi che abbandonano la scuola al momento del passaggio fra l’obbligo e le superiori.
Sono stati apprezzati il nuovo osservatorio scolastico sugli abbandoni – la cui attività è stata illustrata dal vicepresidente Certosi - e la proposta di non lasciare a se stessi gli studenti che “mollano” ma di seguirli attraverso i Centri per l’impiego, proponendo per ciascuno un percorso professionale personalizzato.
Si intitola "Dove va la scuola?" il convegno, organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione in collaborazione con il Cidi (Centro iniziativa democratica degli insegnanti), che si tiene domani mattina dalle 9 alle 13 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e nel pomeriggio, dalle 15 alle 18,30 all'Istituto tecnico per geometri "Salvemini" di via Giusti 27.
L'incontro sarà un momento di confronto importante per capire come sta cambiando la scuola: si discuterà di "Federalismo, enti locali, autonomia scolastica", di "Cambio di rotta nella scuola di base?" e a, seguire, durante il workshop pomeridiano alla scuola "Salvemini" dei "Piani di studio personalizzati: disagi e dilemmi, idee e direzioni". Sarà l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri a parlare, dopo i saluti dell'assessore provinciale Piero Certosi e del presidente del Cidi di Firenze Carlo Fiorentini, del rapporto tra il Comune e la scuola, mentre l'assessore Benesperi illustrerà il ruolo della Regione nell'istruzione e Carlo Marzuoli dell'Università di Firenze parlerà di "Istruzione: libertà di insegnamento, servizio pubblico e autonomia scolastica".
Durante il workshop pomeridiano ci sarà spazio per confrontarsi sul ruolo che le materie tradizionali, la lingua straniera e la cultura tecnologica hanno nella scuola.
"L'analisi dell'istruzione e formazione tecnica superiore in Toscana": questo il titolo della ricerca realizzata dall'Irpet per l'assessorato all'istruzione, formazione e lavoro con l'obiettivo di fare il punto sui primi anni di funzionamento di questo strumento. La ricerca verrà presentata giovedì 30 ottobre dalle 15.30 nel corso di un convegno che si svolgerà all'Hotel Baglioni, in piazza dell'Unità 6 a Firenze.
A introdurre e concludere i lavori, presieduti dal vice presidente del consiglio Leopoldo Provenzali, sarà l'assessore Paolo Benesperi. Seguiranno interventi del direttore dell'Irpet Alessandro Petretto, della ricercatrice Irpet Sara Mele, di Maria Grazia Nardiello della direzione generale del Ministero dell'istruzione, università e della ricerca, di Paolo Federighi dell'Università di Firenze.