FIRENZE 20 febbraio 2003 Nel biennio maggio 2000 - maggio 2002, è cresciuta di 1,6% l'occupazione nelle imprese toscane medio-grandi, passando da 184.306 a 187.261 addetti. Un dato dovuto soprattutto ad un aumento e ad un processo di rafforzamento delle unità locali appartenenti a tale fascia dimensionale.
L'occupazione è aumentata soprattutto a Siena, Lucca e Arezzo ma è diminuita a Pisa, Pistoia e Prato.
E' quanto emerge dall'indagine dell'Osservatorio del Lavoro nelle Grandi e Medie Aziende in Toscana (O.L.G.A.) condotta da Unioncamere Toscana, che permette di focalizzare l'attenzione sulle caratteristiche strutturali e
sulle dinamiche occupazionali delle imprese con almeno 50 addetti.
L'espansione del numero degli addetti è risultata consistente soprattutto nel comparto del legno (+21,9%), degli alimentari (+12,0%), dei servizi sanitari e sociali (+21,1%) e negli alberghi-ristoranti (+20,8%).
In sensibile diminuzione, invece, sono stati il tessile-abbigliamento (-8,6%) e il cuoio-calzature (-8,3%), oltre alle cokerie (-16,3%) ed ai servizi di istruzione (-21,5%).
Con riferimento all'anzianità di iscrizione al Registro delle Imprese, le migliori performance occupazionali sono state messe a segno dalle imprese che si sono costituite nel corso degli anni Novanta (+3,6%), Ottanta e Settanta. Negativo (-4,5%), invece, il dato per le imprese che si sono iscritte prima del 1970 Sono andate bene le unità locali con un numero di addetti compreso fra 100 e 500, quelle meno radicate sul territorio -con sede e stabilimento in provincie diverse della regione- e le imprese con capitale sociale superiore a 13 milioni di euro.
Secondo i dati rilevati dall'Osservatorio di Unioncamere Toscana, a maggio 2002 quasi la metà delle imprese medio-grandi opera nell'ambito dell'industria manifatturiera; la maggior parte degli addetti è localizzata in provincia di Firenze (35%), mentre un ulteriore 43% è più o meno equamente ripartita fra Arezzo, Livorno, Lucca e Pisa.
Particolarmente interessante è l'indicazione del livello di occupazione assorbita dalle unità locali medio-grandi dipendenti da imprese con sede esterna al territorio di riferimento.
Sono infatti soprattutto alcune province a detenere sotto tale profilo livelli di dipendenza particolarmente elevati, come accade nel caso di Livorno (52%) e Massa Carrara (51%). Il livello più basso è invece stato rilevato a Prato (23%), realtà dove il tessuto economico-produttivo, oltre ad essere maggiormente denso ed articolato, si è organizzato in maniera forte attorno al modello del distretto industriale, maggiormente radicato territorialmente.