"Non ha chiesto scusa per il fatto di avere ritardato di almeno tre mesi la comunicazione di oggi, che era un atto dovuto. Non ha detto una parola sul destino dei lavoratori CAVET e sulla salute dei cittadini di cui il Consiglio lo aveva incaricato due anni fa di preoccuparsi, né sul protocollo d’intesa per un Osservatorio Sociale firmato nel ’95 dalla Regione e mai attuato. Quel punto A)5. della risoluzione approvata dal Consiglio il 26 luglio 2000 gli è proprio sfuggito, a voce e per iscritto.
Ha considerato il buon rapporto avviato fra ASL e ARPAT esaustivo di tutte le complesse esigenze di coordinamento fra i numerosi enti controllori che il Consiglio (punto C) della risoluzione) gli aveva posto due anni fa. Ha dato per conclusa al 90% la più lunga galleria d’Italia (quella di Vaglia, 16.755 metri, bloccata da un anno dall’ARPAT per esigenze di tutela ambientale), quando le carte fornite il 10 luglio dall’Osservatorio Ambientale Nazionale spiegano che in realtà essa è realizzata solo al 57%.
Nessun chiarimento sugli atti di dirigenti, politici, membri dell’esecutivo, progettisti, controllori, organi istituzionali o costruttori privati cui si possano ricondurre le responsabilità dei tanti danni ambientali irreversibili prodotti dalla TAV, peraltro olimpicamente ammessi. Ha candidamente preannunciato tuttavia due anni e mezzo di sangue, sudore e lacrime per i beni idrogeologici del Mugello e di Monte Morello. Li ha chiamati impatti inevitabili e non mitigabili. Non una parola sulla cantierizzazione di Firenze.
Nessuna risposta alle altre questioni sollevate da Idra nella lettera-fiume indirizzata al presidente della sua Giunta (che non è intervenuto) -Con queste parole l'Associazione di volontariato Idra epiteta l’assessore Verde all’Ambiente della Toscana, Tommaso Franci- Così se l’è cavata, con una comunicazione di quattro paginette, dopo che il Consiglio Regionale gli aveva posto due anni fa di questi tempi – quelli dei primi rubinetto a secco nel Mugello, ma nel ’98 erano seccati quelli dell’Alto Mugello – una quantità di prescrizioni la cui osservanza ha prodotto sempre nuove emergenze.
La montagna delle prescrizioni poste dal Consiglio Regionale due anni fa ha partorito il topolino impunito dei nuovi ripetuti attacchi alla falda.
Ma ha fatto registrare anche alcuni significativi passi indietro. Oggi in Consiglio, nonostante la situazione del Mugello si sia aggravata e la TAV si sia ormai pericolosamente insediata a Firenze, si respirava tutt’altro clima da due anni fa. Un’atmosfera prevalentemente distratta e estiva. Non è uscita una mozione, o una risoluzione, o un checchessia dal dibattito con cui si è celebrato senza pudore questo funerale morale dell’istituzione Regione, che non ha difeso le sue risorse e accetta senza batter ciglio ancora due anni e mezzo di disastri!
Scambi di accuse invece fra sponsor di questa piuttosto che di quella grande opera: Variante di valico o bretella Barberino-Incisa? Probabilmente tutte e due, temiamo noi.
Altre schermaglie fra aficionados del vecchio modello Conferenza-di-servizi-licenzia-progetti-colabrodo e moderna Legge-obiettivo. Ma dov’è la differenza?
Intanto qualcuno (il capogruppo DS Paolo Cocchi) ha osservato che il disastro causato dalla TAV, rimborsato col supplemento di denaro pubblico messo a disposizione dal governo, offre una "grande opportunità": quella di fare "sperimentazione di ingegneria ambientale". E chi meglio delle associazioni ambientaliste di rango come la Legambiente e il WWF per dare il loro "importante contributo"?, ha proposto Cocchi.
In fondo, ha fatto notare leggendo il comunicato stampa di Legambiente e WWF, loro stesse scrivono che il risultato dei 53 milioni di euro (pubblici) rimborsati lo si deve soprattutto alle associazioni ambientaliste. Avanti, c’è posto!"