Il Comitato Tutela Conventino ha tenuto ieri una conferenza stampa per spiegare i motivi per cui artigiani e artisti dello storico complesso di Via Giano della Bella contestano il progetto di recupero finanziato dal Comune di Firenze. Nel comunicato che segue sono succintamente indicati i motivi del dissenso, che sono stati illustrati estesamente in un ricorso formale al Difensore civico del Comune di Firenze, e documentati ieri al dott. Francesco Lococciolo nel corso di un colloquio richiesto sull’argomento.
"Si rileva come l’inserimento di residenze in un villaggio connotato storicamente come artigianale e artistico cozzi non soltanto col buon senso e la tradizione, ma anche col messaggio che proviene dall’alienazione del patrimonio immobiliare cui l’Amministrazione sembra voler ricorrere per ripianare i deficit di bilancio e per finanziare le opere pubbliche del 2002.
Non si comprende come un Comune apparentemente sull’orlo della bancarotta, che ha amato peraltro vantare (*) ampie disponibilità di cassa per interventi infrastrutturali pesanti come la TAV e le opere connesse, devastanti per la qualità della vita e per l’erario, possa proporre e pretendere di ricavare poche unità di edilizia residenziale pubblica in contesti delicati e pregiati come il Conventino, proprio mentre si trova costretto a vendere in fretta e furia (come leggiamo sulle cronache) una parte significativa del proprio patrimonio immobiliare.
D’altro canto la scarsa sensibilità delle ultime giunte per i valori storici della città risulta iscriversi in quella che appare ormai divenuta una vera tradizione negativa.
Non dimentichiamo come l’Amministrazione Primicerio abbia trascurato di tener conto – nonostante le esplicite indicazioni dei suoi uffici tecnici - dei vincoli agli edifici del Mazzoni in Viale Belfiore, di cui era stata progettata la demolizione per far posto alla stazione-squalo per l’Alta Velocità. Non dimentichiamo il caso clamoroso del nuovo ponte rotabile sull’Arno alle Cascine, approvato e cantierato senza che il progetto esecutivo fosse stato sottoposto alla Soprintendenza. Fino all’episodio dell’antenna per telefonia cellulare Nokia, che si è tentato di imporre in Via Giano della Bella, proprio accanto al Conventino, nell’ignoranza dei vincoli architettonici e paesaggistici che gravano sul complesso, peraltro di proprietà del Comune.
Tutti casi di procedimenti amministrativi rivelatisi impropri e fallimentari, annullati o bloccati, che hanno fruttato ritardi e scadimento di immagine per la massima istituzione pubblica cittadina, e il cui costo per il contribuente ci auguriamo venga opportunamente valutato dalla Corte dei Conti.
In un incontro con la Fondazione Giovanni Michelucci, apparentemente disponibile a una progettazione che non debba necessariamente implicare l’inserimento di residenze nel Conventino, Idra ha chiesto stamani alla Fondazione di sgombrare il campo dalle diffidenze tuttora presenti fra artisti e artigiani, e di formalizzare in una lettera all’Amministrazione comunale – che le ha conferito l’incarico di un "atelier di progettazione partecipata" - la propria indisponibilità a considerare l’inserimento delle residenze come condizione vincolante a livello progettuale.
Una scelta questa che non potrebbe ovviamente che determinare da parte dell’Amministrazione Comunale l’annullamento delle deliberazioni e determinazioni recentemente prodotte sul tema Conventino, e la ridefinizione dei confini dell’incarico affidato alla Fondazione.
Nel corso dell'incontro pubblico promosso il 2 marzo 2001 dalla Diocesi di Firenze presso il Convitto della Calza a Firenze sul tema "Vivere la città: infrastrutture, viabilità, tempi", l’allora vice-sindaco e assessore alla Mobilità del Comune di Firenze Graziano Cioni vantò ripetutamente la presenza del project financing, con intervento economico dei privati, nella gran mole di cantierizzazioni che interesserà Firenze nei prossimi anni: a ciò sarebbe dovuta la felice circostanza che dopo anni di vacche magre ci siano oggi finalmente "i soldi".
Il portavoce di Idra intervenne per ricordare al vice-sindaco che i denari TAV (cioè la quota di gran lunga più consistente impegnata nelle cantierizzazioni dei prossimi 10 anni a Firenze) non sono in alcun modo dei privati, ma totalmente pubblici. Idra chiese anche chiesto a Graziano Cioni se conoscesse l'architettura finanziaria del progetto nazionale TAV, che riverserà sulle future generazioni, a partire dal 2005, un debito onerosissimo, calcolato da esperti in materia nell'ordine dei 5.500-6.000 miliardi l'anno per 20 anni, che peseranno sulle rispettive Finanziarie.
Nella replica Graziano Cioni ammise di non conoscere i particolari finanziari dell'operazione TAV SpA. Alla richiesta formale, rivoltagli già il giorno dopo da Idra, di un incontro urgente "affinché anch'Ella - che ricopre ruoli centrali nell'Amministrazione comunale fiorentina e nella progettazione degli interventi sulla mobilità - possa essere completamente informato sulla struttura anche finanziaria del pacco dono TAV, il vicesindaco (tuttora assessore nella Giunta Domenici) non ha mai risposto".