FIRENZE Una manifestazione di cultura ed enogastronomia unica al mondo, frutto della stretta collaborazione da tempo avviata con lo Slow Food Arcigola – con una significativa presenza dei prodotti tradizionali toscani al Salone del Gusto di Torino – ma che soprattutto si inserisce in un impegno più generale a favore della qualità, della genuinità, della tipicità. E’ questo, in poche parole, il significato della partecipazione della Regione alla prima edizione di “Toscana Slow”, così come spiegato dal presidente Claudio Martini e dall’assessore all’agricoltura Tito Barbini nella conferenza stampa di presentazione che si è svolta stamani a Palazzo Bastogi.
“Con questa iniziativa l’intera regione si trasformerà in un grande laboratorio del gusto – ricorda Martini – Ma questo sarà possibile solo perché siamo riusciti a preservare e a valorizzare uno straordinario patrimonio enogastronomico, che rappresenta di per se stesso un marchio di qualità per tutto il mondo.
C’è un filo che lega strettamente una manifestazione come ‘Toscana Slow’ e il nostro impegno per la salute in tavola e contro gli organismi geneticamente modificati, ma anche per la difesa delle tradizioni e degli antichi mestieri del nostro mondo rurale. Lo stesso filo – conclude Martini – per cui lasciamo volentieri ad altri le grandi produzioni di massa, le tecniche di laboratorio che tagliano i legami profondi con il territorio, gli alimenti deprivati di sapori ed odori. Non è questa la nostra agricoltura, con le sue tradizioni e i suoi intrecci con la storia e la cultura”.
E’ un’agricoltura che, ad esempio, può vantare un elenco di 366 “prodotti tradizionali” – cifra di gran lunga superiore a quella di qualsiasi altra regione – e 35 vini a denominazione di origine controllata; 12 prodotti riconosciuti dall’Unione europea con i marchi Dop (Denominazione d’origine protetta) e Igp (Indicazione geografica di provenienza) – per altri il riconoscimento è in corso - e oltre 1.500 aziende biologiche registrate (una cifra più che raddoppiata negli ultimi 4 anni).
“La qualità – spiega Barbini, – è anche la grande scommessa fatta con il Piano di sviluppo rurale.
In questo senso non ci siamo inventati niente, questo non è uno slogan coniato sulla scia della cosiddetta ‘mucca pazza’, ma qualcosa che affonda nelle nostre tradizioni contadine. Anzi, è grazie a queste ultime che scandali ed allarmi che negli ultimi anni hanno investito l’industria agro-alimentare europea, non hanno scosso la fiducia dei consumatori nelle nostre produzioni. Noi adesso siamo chiamati a non disperdere questo patrimonio, trovando un giusto equilibrio tra tradizione ed innovazione.
Tutto questo nella consapevolezza che al centro delle nostre politiche non deve essere più solo l’agricoltura ma il mondo rurale nel suo complesso, in un impegno per la promozione dello sviluppo che guarda a tutte le connessioni con il commercio, il turismo, l’artigianato”.
“Toscana Slow”, spiega ancora l’assessore, grazie alla fondamentale collaborazione delle organizzazioni professionali – la Coldiretti, la Cna e la Confagricoltori - si proporrà come una vetrina del mondo rurale e delle produzioni agro-alimentari della Toscana nel loro complesso.
Una vetrina - non chiusa come altre volte tra gli stand di un polo espositivo – che la Regione ha deciso di sostenere fortemente anche dal punto di vista economico.