E' questo l'obiettivo della commissione speciale per i problemi istituzionali e la riforma dello statuto che ha presentato al consiglio regionale il proprio programma di lavoro.
A settembre la commissione discutera' sui principi ed incontrera' i presidenti delle province ed i sindaci dei comuni capoluogo; ad ottobre e' previsto un seminario di approfondimento; tra novembre e dicembre si svolgeranno le consultazioni con le associazioni di categoria e del volontariato che dovranno poi portare alla prima bozza di statuto.
"Si tratta di un laboratorio politico e di grande interesse - ha detto il presidente della commissione Piero Pizzi -, di una scommessa sul tema del federalismo''.
Molti i nodi da sciogliere per migliorare la qualita' della produzione legislativa, valorizzare le funzioni di indirizzo e controllo, definire le forme di governo e la nuova legge elettorale, tenere conto dell'integrazione europea. Intorno a questi temi sono gia' impegnati quattro gruppi di lavoro a cui collabora il dipartimento di diritto pubblico dell' universita' di Firenze. Le loro proposte normative, utilizzabili sia per lo statuto sia per il regolamento, saranno presentate entro l'anno.
Pizzi ha ricordato che il lavoro della commissione si muove in un contesto segnato da alcuni punti fermi.
Tra questi, gli elementi innovativi contenuti nello statuto del 1998 trasmesso al Parlamento e mai convertito in legge. Quello statuto prevedeva il consiglio delle autonomie locali, la commissione di vigilanza presieduta da un membro dell'opposizione, un ufficio di presidenza ampliato, un quorum elevato per le elezioni del presidente del consiglio regionale, e il meccanismo della fiducia costruttiva e nuove modalita' di elezione del presidente della giunta. Un altro punto fermo secondo Pizzi e' la legge costituzionale del gennaio '99 che ha introdotto, transitoriamente, il sistema di elezione diretta del presidente della Regione.
In base a quella legge l'approvazione dello statuto regionale si potra' fare senza una legge statale, come invece era in precedenza, ma con una legge regionale approvata due volte dal consiglio regionale a maggioranza assoluta. Su tale legge il governo puo' fare pero' ricorso alla corte costituzionale e tale legge puo' essere sottoposta a referendum richiesto da un cinquantesimo degli elettori della regione o da un quinto dei componenti del consiglio regionale.
Sempre in base alla legge costituzionale del gennaio '99 lo statuto regionale non deve più essere in armonia con le leggi della repubblica ma solo con la costituzione.