Lo hanno visto tutti i fiorentini transitati nelle ultime settimane intorno alla Fortezza da Basso. E' un invalido, forse di provenienza balcanica, che chiede l'elemosina vicino al sottopasso ferroviario, oppure al semaforo lato Mugnone. La sua deformità clamorosa non passa inosservata, mentre sfiora i finestrini delle auto da cui riceve un obolo infastidito.
Le sue proporzioni sono talmente eclatanti da farlo sembrare caduto lì da un'illustrazione di un ottocentesco manuale di patologia. E come fosse in una megalopoli indiana, esibisce la propria disgrazia a torso nudo, schivato sotto il sole come un birillo dalla nostra indifferenza.
Poi, la settimana scorsa, a sorpresa, è scomparso.
Proprio alla vigilia di Pitti Immagine Uomo, che avrebbe attratto verso i padiglioni espositivi della Fortezza migliaia di operatori economici e dei media internazionali.
Per qualcuno una "fortunata coincidenza"? Oppure l'iniziativa di una "manina" (o "manona"?) interessata ad allontanare quella presenza inferiore dalla mostra del Buon gusto?
Sta di fatto che, terminata la fiera, stamani il nostro amico è ricomparso al semaforo del Mugnone, a testimoniare col suo piattino le scorie del Welfare-state.
Peccato per la scorsa settimana.
Forse la sua assenza ha privato Pitti Immagine di una possibilità, di una sfida per quegli stilisti che ci ripetono da 20 anni quanto siano importanti la creatività e la fantasia nel vestire l'uomo. E che uomo! I signori sono troppo concentrati ad abbigliare l'Uomo del nuovo millennio per accorgersi che l'Uomo del secolo scorso abita ancora tra noi ed è nudo.