Quanti diversi significati, nelle
diverse aree della regione, vengono dati alla stessa parola? E quante diverse parole
vengono utilizzate per dire la stessa cosa?
Possibile che il baturlo o il bubbolo siano
la stessa identica cosa del trono o del tuono e che le mamme aretine facciano la
ninna nanna al loro citto, mentre a Livorno cullano il bimbo e a Firenze,
semplicemnete, il bambino? Per non parlare della luna, che puo' essere scema, soda,
vota, vecchia, tenera, finita, negra, orba, balta anche se sempre e comunque si tratta
della luna nuova, cioe' della luna che non c'è.
Una verifica nel tempo e nello spazio della ricchezza linguistica, delle novita', delle
diversita', non solo geografiche ma anche generazionali, di alcune delle parole che
normalmente vengono usate nella regione e' stata fatta da un gruppo di
qualificati di ricercatori che hanno dato vita, dopo un lunghissimo lavoro
preparatorio, all'Atlante lessicale toscano.
Il lavoro, ora pubblicato su Cd, viene
presentato oggi all'Auditorium del Consiglio regionale.
Si tratta di una ricerca linguistica e dialettologica, con forti connotazioni
etnografiche, che nasce negli anni '70 nell'ambito del seminario di dialettologia
presso la facolta' di Lettere e dell'Universita' di Firenze e viene poi concretamente
portata avanti, negli anni '80, con il costante supporto e finanziamento della
Regione e la collaborazione dell'Accademia La Colombaria.
L'idea portata avanti dai ricercatori (Gabriella Giacomelli, Luciano Agostiniani,
Patrizia Bellucci, Luciano Giannelli, Annalisa Nesi, Teresa Poggi Salani, Simonetta
Montemagni, Matilde Paoli) e' quella di dare conto delle differenze del lessico
toscano, sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista delle diverse
generazioni e classi sociali.
In 224 localita' diverse, con esclusione dei grandi centri abitati e dei capoluoghi di provincia, sono stati raccolti materiali relativi a 745 domande, rivolte a oltre 2000 informatori, riguardanti particolari settori del lessico: il tempo cronologico e meteorologico, le forme del terreno, la botanica e l'agricoltura, la zoologia e l'allevamento, la casa, l'uomo. Al progetto originario si affianca poi il progetto di informatizzazione e di costituzione di una banca dati, portato avanti dalla fine degli anni '80 con il supporto dell'Istituto di linguistica computazionale del Cnr di Pisa che ha prodotto il programma di archiviazione.
Oggi
l'insieme dei materiali reperiti e' raccolto in un corpus di 350.000 schede, ciascuna
delle quali raccoglie indicazioni su informatori, punti di inchiesta, risposte fornite
ed e' disponibile in Cd rom, rendendone cosi' possibile la diffusione presso un largo
pubblico.
La Regione ha sostenuto l'iniziativa con l'obiettivo di garantire la salvaguardia del
lessico popolare come patrimonio che caratterizza l'identita' culturale regionale. Nel
corso della presentazione sono state sottolineate anche le finalita' educative del
progetto che permettera' anche di impostare un lavoro nelle scuole superiori
toscane.