Si tratta di 48 pannelli che riproducono immagini di tre distinti periodi della storia dell’Afghanistan: prima dell’invasione sovietica, l’Afghanistan dopo il ritiro dei militari sovietici, l’Afghanistan dei telebani. Inoltre sono presenti dei pannelli sulle principali norme dei decreti telebani, una scheda sul fondo per le donne afghane e i decreti telebani sulla salute. La mostra (ingresso gratuito), che rimarrà aperta fino al 30 aprile, è organizzata dal Circolo Arci Isolotto “Paolo Pampaloni” col patrocinio del Comune di Firenze ed è stata “presa in prestito” dall’AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo).
L’idea della mostra, per far conoscere a più possibile i problemi che affliggono le donne afghane, è nata dopo un incontro, avvenuto l’8 marzo scorso, fra l’assessore Daniela Lastri e Freba Kazim, rappresentante dell’associazione rivoluzionaria donne afgane, Rawa. La Rawa, nata nel 1977 per la parità dei diritti fra uomo e donna in Afghanistan, è diventata un’associazione della resistenza dopo l’invasione sovietica e dal 1992 sta lottando contro ogni forma di fondamentalismo islamico.
L’associazione è attiva sul fronte politico, culturale, sanitario e di propaganda. Un settore particolare di intervento è quello dell’istruzione che è limitata al solo sesso maschile. Per le donne è clandestina e avviene nelle case private. Freba Kazim, denunciando la condizione delle donne nel suo paese, ha chiesto che il Comune di Firenze si facesse portavoce della sofferenza del suo popolo. E nello spazio di poco più di un mese ecco la mostra fotografica in un periodo di grande affluenza turistica in Palazzo Vecchio.