Firenze, 28 ottobre 2021 – La storia del territorio fiorentino, dalla lontana età del Rame fino ai giorni d’oggi, è un lungo racconto che parla anche di canali, fossi e torrenti, e quindi mulini, gualchiere e tante opere idrauliche che si sono succedute nel tempo: nel libro Il Mugnone e i torrenti scoperti o tombati di Firenze (Sarnus) lo storico Pier Paolo Benucci affronta l’argomento in una narrazione affascinante e ben documentata. Il saggio sarà presentato domani, venerdì 29 ottobre, alle 17.30 al Caffè Letterario Niccolini (via Ricasoli 3, Firenze) all’interno del ciclo delle «Niccolitudini» curato da Antonio Pagliai, che introdurrà l’incontro. Per partecipare è richiesto il green pass ed è gradita la prenotazione (tel. 055 7378721 - info@eventipagliai.com).
Dopo il fortunato saggio La grande peste del 1660 a Firenze, uscito l’anno scorso, Benucci si concentra su uno dei più importanti torrenti della piana fiorentina. “Un corso d’acqua dalla storia complessa”, spiega l’autore, “a partire dall’etimologia del nome che è tuttora discussa, e che col passare dei secoli subisce ben cinque deviazioni”. Partendo da prima della nascita di Florentia, attingendo a cronache antiche, mappe vecchie e nuove, e arricchendo il racconto con fotografie d’epoca, il testo mette in parallelo le vicende che interessano il Mugnone con l’evoluzione e i mutamenti subiti dalla città, dalle sue mura, dalla sua popolazione.
Si parla di sorgenti e confluenze, argini e deviazioni, acquedotti ed esondazioni, e di tanti luoghi lambiti dalle acque del torrente che spesso fanno da sfondo a importanti episodi storici. In appendice l’attenzione si sposta dal Mugnone ai suoi “fratelli”: fosse, ruscelli, corsi d’acqua “minori” che solcano il territorio fiorentino.