Online il video "Paterno: la Terra dei fuochi toscana"

Il Comitato Carza viva: "L’acquedotto di S.Piero a Sieve si alimenta anche con pozzi sul Torrente Carza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 agosto 2014 00:55
Online il video

Un video e una timeline multimediale per raccontare nel modo più semplice possibile la vicenda della ex cava di Paterno, frazione del comune mugellano di Vaglia, trasformata in una discarica di rifiuti pericolosi. Lo hanno prodotto La Città invisibile e l'Altracittà come anticipazione dei numeri di settembre. A parlare nel video a nome del Comitato ambientale di Vaglia sono Francesca Chemeri e David Kessler. Abitano a Paterno e seguono da sempre i traffici intorno alla cava. Le loro denunce sono rimaste per anni inascoltate nonostante le tante ricadute negative sulla salute dei cittadini.

Francesca ha perso i genitori per patologie oncologiche. Nel febbraio scorso la Procura di Firenze ha finalmente sequestrato la discarica e indagato 11 persone per stabilire di chi è la responsabilità del deposito di 1.300 tonnellate di sabbia finissima contenente metalli pesanti (cromo, rame, ferro, piombo, nichel) che per la legge deve essere invece trattata e smaltita come rifiuto speciale e non lasciata a se stessa, libera di inquinare l'ambiente, falde d'acqua e torrenti inclusi. "La paura", dice Francesca Chemeri, "è che la pubblica amministrazione abbia tentato di fare una sanatoria.

E questa è la cosa peggiore in assoluto perché quando si fa una sanatoria si fa un piacere a qualcuno. Oggi vorrei capire chi è questo qualcuno e perché gli si fa un piacere visto che da anni gli abitanti di Paterno denunciano una quantità di cose strane intorno alla cava". Sua mamma negli anni Novanta fece un lungo e dettagliato esposto sull'allora cementificio in cui ipotizzava che le presunte omissioni dei soggetti deputati al controllo avessero origine negli interessi di gruppi societari, pubblici e privati, legati al Partito Democratico di Sinistra.

Tra queste anche Produrre Pulito spa che solo dallo scorso anno con l'acquisto della cava appare ufficialmente sulla scena. E il video approfondisce proprio l'intreccio proprietario della cava: tra le società più note che posseggono un numero più o meno alto di quote della "Industriale Vaglia", troviamo Lanciotto Ottaviani (condannato nel processo per l'alta velocità e indagato per rapporti con la camorra), Produrre Pulito spa (citata 20 anni fa dalla madre di Francesca) e a cascata, tra le altre, Consiag, Cna, Quadrifoglio, Infrastrutture Leggere, Cooplat, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Banca Mps, Iren Ambiente. 

Il Comitato nel video cita inoltre un verbale del direttivo del Partito Democratico di Vaglia, datato 4 ottobre 2010 e poi secretato, in cui il sindaco di allora, Fabio Pieri, afferma la necessità di trasformare la cava in discarica. Si discute anche sull'opportunità o meno di utilizzare i rifiuti dell'industria conciaria per riempire la discarica. Da allora passano quattro anni e oggi, grazie alle notizie riportate dalla stampa dopo i sopralluoghi dell'Arpat voluti dalla Procura di Firenze, si legge che molto probabilmente tra i rifiuti della cava ci sono proprio i fanghi conciari.

Strana coincidenza, tenuto conto che solo recentemente i cittadini di Vaglia e di Paterno hanno scoperto la volontà della vecchia amministrazione comunale di "arricchire" il territorio con una discarica del genere. Oltre al video la timeline raccoglie le notizie emerse nelle ultime settimane grazie alle denunce dei cittadini organizzati in Comitato, alla rinnovata amministrazione comunale di Vaglia e alla stampa. Il video è stato realizzato da Ginger, 5, Francesca Conti e Riccardo Capucci e prodotto da perUnaltracittà, il laboratorio politico fiorentino, e da l'Altracittà, il giornale della Comunità delle Piagge.La Nazione il 4 agosto ha intitolato “Paterno gli orti sono a rischio-I veleni raggiungono il fiume” in cui si afferma “ …per fortuna gli acquedotti di Vaglia e S.Piero non prelevano acqua dal torrente”.

 Il Comitato Carza Viva, in riferimento all’articolo precisa che , almeno per quanto riguarda S. Piero, tale affermazione è vera solo se presa in senso letterale, cioè che l’acquedotto non attinge acqua direttamente dal fiume, né d’altronde potrebbe farlo visto che il letto del torrente è secco ormai da anni a causa dei lavori della TAV. Non è vera però in senso sostanziale, perché l’acquedotto di Publiacqua a S.Piero attinge dai pozzi estrattivi situati presso “Il Girone”, la grande curva del torrente Carza 100 metri a valle della nuova passerella di Via S.Francesco, sotto l’ex campo sportivo Bettini, come si può vedere dall’allegata mappa dei pozzi e delle derivazioni della zona centrale di S.Piero liberamente consultabile e scaricabile da internet http://tolomeo.provincia.fi.it/tolomeobinj/jsp/pozzi.html, nella quale sono riportati i due pozzi in concessione preferenziale a Publiacqua (pallini rossi) che attingono dal Carza.

Approfondimenti

Ad ulteriore riprova dell’utilizzo di detti pozzi sta il Progetto varato da Publiacqua nel settembre 2012 e finanziato dalla Regione Toscana con 50.000 Euro per il recupero e riutilizzo della acque provenienti dalla galleria A.V. Vaglia Nord, al momento non ancora completato, per sostituire con un tubo in ghisa il tubo provvisorio installato nel 2007 che da Cardetole rilancia in Carza parte dell’acqua della galleria. Nella prima pagina della Relazione Tecnica si dice molto chiaramente che "… questa tubazione permette di incrementare con le acque sorgive provenienti dalla galleria dell'Alta Velocità la portata d'acqua del torrente Carza dal quale attinge il sistema acquedottistico a servizio della zona”.

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