“Da settembre riprenderemo a tutti gli effetti i lavori per la Stazione Foster - sono le parole del presidente di Condotte d’Acqua Spa, Astaldi, a La Repubblica - c'è ancora la questione della fresa, ma il vero problema sono le terre di scavo.
E' una vicenda intricatissima, ma finché non verrà chiarito tutto dal punto di vista normativo non si potrà partire”. Una vicenda intricatissima che l’associazione fiorentina Idra conosce bene, visto che due anni fa dette avvio con una lettera-appello e un pacchetto di osservazioni alla battaglia dei rifiuti in Europa.
"Il governo Monti aveva presentato un progetto di regolamento permissivo che ripulisse ex lege le terre estratte con procedimenti industriali dai sottosuoli d’Italia per i tunnel delle ‘grandi opere’, sottraendole alla disciplina di tutela ambientale prevista per i rifiuti" ricorda oggi Girolamo Dell'Olio portavoce di Idra.. Ad agosto 2012 quel decreto (Decreto 10 agosto 2012 n. 161) venne pubblicato, a firma di due ministri (Infrastrutture e Ambiente), Corrado Clini era all’Ambiente: l'ex titolare del dicastero è stato arrestato con l’accusa di peculato e successivamente scarcerato a metà luglio nonostante il parere contrario della Procura. Il gipha affermato: "Non può reiterare il reato”.
All’attenzione della Commissione europea Idra sottopose il tema dell’intreccio, fra autorizzazioni facili e controlli cenerentola, e quello del conseguente intreccio fra ricche commesse pubbliche e criminalità organizzata. A dar man forte all’associazione fiorentina fu la presidente della prima Commissione Antimafia Europea a Strasburgo, Sonia Alfano.
Il 6 ottobre 2012 il Decreto 161 diventò però esecutivo su tutto il territorio nazionale. Ma oggi lo stesso Ministero dell’Ambiente ha dovuto riconsiderare le autorizzazioni concesse al PUT (Piano di utilizzo delle terre da scavo) della TAV a Firenze,ingiungendone la “sospensione cautelare” e avviando un procedimento di supplemento istruttorio. Il Ministero dell’Ambiente ha dovuto infatti prendere atto dell’ordinanza applicativa di misure cautelari del 12 settembre 2013 a carico di un esponente della sua Commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), coinvolto in una mega-inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che ipotizza inquietanti intrecci attorno alla TAV di Firenze fra politica, controllori, controllati e camorra. Il documento ‘cautelativo’ del Ministero porta la data del 24 ottobre 2013, e prescrive al soggetto aggiudicatario degli scavi una documentazione terza,“opportunamente elaborata unicamente ed inequivocabilmente da un soggetto pubblico, che verrà interessato dalla medesima società ed a sue spese”.
Fissa inoltre per il procedimento una scadenza di 60 giorni “fatta salva l’eventuale proroga che dovesse rendersi necessaria in ragione della complessità procedimentale”. Una complessità che non avrebbe mancato di manifestarsi, se – spiega Idra – “Ancora al Ministero la pratica è aperta, come è stato possibile apprendere”. A Firenze sembra oramai certo che a settembre gli scavi potrebbero riprendere, stessa cosa (e titolo simile) anche nell'estate del 2013: cosa prevede Idra? “Previsioni a dir poco ottimistiche.
Idra chiederà di poter portare un proprio contributo tecnico al nuovo procedimento autorizzativo, avvalendosi ancora una volta degli studi di Gianfranco Amendola, uno dei massimi esperti storici in materia. I fiorentini non si lascino dunque ingannare dai novelli proclami di imminenti inizi dei lavori: si ripetono identici dal 1994 a questa parte, da quando cioè si cominciarono a ‘vendere’ all’opinione pubblica progetti TAV puntualmente tramontati. Aiutino piuttosto il nuovo sindaco Dario Nardella a trovare una rapida via di uscita dal tunnel di un progetto insopportabilmente invasivo e oneroso”. Intanto i primi di luglio 2014 i tecnici del Dipartimento ARPAT di Firenze, unitamente al personale del Corpo Forestale dello Stato e con il supporto tecnico di personale e mezzi della Protezione Civile della Provincia di Firenze, in esecuzione al decreto di ispezione delegata dal Dott.
L. Bocciolini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, hanno proceduto all’ispezione dei rifiuti contenuti all’interno del capannone nell’area del Mugello interessata a Febbraio 2014 dall’operazione “500”. “Nella cava di Paterno era stato depositato smarino proveniente dai lavori dell’Alta Velocità – ricorda Arpat - ed altri fanghi sempre connessi con gli stessi lavori. A seguito di controlli analitici effettuati nel 1999-2000 una parte di questo materiale risultò contaminata dando il via alla bonifica.
A seguito di questa una parte del materiale fu rimossa ed allontanata come rifiuto, la restante parte, dopo apposita analisi di rischio fu lasciata in loco”. Durante gli accertamenti "è stata evidenziata la presenza di rifiuti di natura diversa rispetto al materiale di copertura: i campioni prelevati sono stati avviati ad analisi presso i laboratori della Agenzia". In base ai primi risultati "i rifiuti campionati risulterebbero classificabili come speciali non pericolosi, questi hanno comunque un contenuto significativo di metalli pesanti e di Idrocarburi", per questo "è stata ribadita al Comune la necessità che sia provveduto al più presto all’allontanamento e/o messa in sicurezza dei rifiuti medesimi".