FIRENZE - Il primo a lanciare l'allarme fu il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che nel novembre 2013 sentenziò: “la malavita campana smaltisce sostanze tossiche anche al nord, in primis in Toscana”. Ora queste parole tornano di una triste attualità. E dietro la discarica alle cave di Paterno, nel comune di Vaglia, si profila la possibilità che realmente la camorra abbia smaltito per anni rifiuti, tra cui anche sostanze pericolose, proprio in quei luoghi. Secondo le ipotesi infatti, il titolare di Cava Paterno, avrebbe intrattenuto rapporti in passato con un imprenditore considerato collegato con affiliati a clan camorristici.
Nei giorni scorsi gli uomini del Corpo forestale e i tecnici Arpat, su indicazione del pm che segue l'indagine, Luigi Bocciolini, avevano riportato in superficie vari tipi di rifiuti sui quali si attende l'esito delle analisi, ma che sarebbero colmi di idrocarburi, e metalli pesanti come piombo, nichel, cromo esavalente e rame. Il tutto in prossimità di un fiume, il torrente Carzola, e su roccia calcarea permeabile e ricca di fratture.
Avviato dal sindaco, Leonardo Borchi, inoltre, uno screening sanitario per circa 200 residenti della zona, dove da tempo si segnala un incremento anomalo di casi di tumore.