Nave incagliata: sopralluogo di Giani e Monni a Marina di Massa

Tra le richieste del WWF il miglioramento delle tecnologie di prevenzione e risposta agli incidenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2025 20:52
Nave incagliata: sopralluogo di Giani e Monni a Marina di Massa

L’incidente della nave cargo Guang Rong arenatasi su un pontile a Marina di Massa riaccende i riflettori su quanto il Mediterraneo sia un bacino estremamente delicato, scrigno di biodiversità, in cui si concentra il 15% del traffico marittimo mondiale. Ora l’attenzione è sullo sversamento del carburante che dalla nave cipriota potrebbe essersi riversato in mare con effetti inquinanti imprevedibili, ma potenzialmente molto impattanti per questo ecosistema molto delicato.

Nella serata di martedì 28 gennaio, la tempesta ha spinto la nave cargo battente bandiera cipriota contro il pontile e vi si è incagliata. La nave, lunga 100 metri, stava trasportando detriti di marmo estratti dalle cave delle Alpi Apuane per essere utilizzati come inerti nella costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova. La nave (inclinata e visibilmente danneggiata) si trova ancora davanti al pontile, che ha parzialmente distrutto, mentre per fortuna sono salve le 12 persone dell’equipaggio.

Il WWF segnala che la nave, secondo alcune fonti di stampa, era stata già fermata nel 2023 dalla Guardia Costiera di Genova per gravi deficienze in violazione delle normative internazionali in materia di salvaguardia della vita umana in mare, protezione dell’ambiente marino e sicurezza della navigazione. Ci si chiede quindi se da allora siano state recuperate le carenze e, in caso contrario, come queste siano collegabili all’ultimo incidente.

Approfondimenti

Legambiente Toscana formula l’auspicio che venga fatta piena luce sull’accaduto e che si continui a monitorare la situazione, affinché possa esser scongiurato il rischio di un enorme danno ambientale, inferto a un territorio, già abbondantemente ferito dall’escavazione e da vecchie produzioni chimico/industriali oggi dismesse (vedasi SIN di Massa Carrara).

“Trasformeremo in positivo questo evento calamitoso impegnandoci fin da subito in una rapida costruzione del pontile, così identitario per la città di Massa. La Regione sarà vicino al Comune e alla Prefettura nello sviluppo dei lavori perché il ripristino dei luoghi è un’esigenza fondamentale per il futuro”. Sono le prime parole del presidente Eugenio Giani di ritorno da Massa dove ha svolto un lungo sopralluogo insieme all’assessora all’ambiente Monia Monni, al prefetto, Arpat e tutti i soggetti coinvolti, nel luogo dove il 28 maggio la nave cargo Guang Rong, battente bandiera cipriota, si è scontrata con la banchina del pontile di Marina di Massa a causa delle condizioni meteo marine avverse.

Giani ha poi spiegato la situazione: “Già nella giornata di oggi - fa presente Giani - sono state predisposte le panne per delimitare l’eventuale fuoriuscita e le condizioni di sicurezza; domattina saranno rafforzate con una seconda circonferenza di panne. Allo stato attuale tutto lascia pensare che non vi siano fuoriuscite perché le cisterne non sono state alterate nell’urto; dopo che sarà tolto il gasolio dalle cisterne la nave sarà più leggera e potenzialmente in grado di essere rimossa”.

Le parole di Giani arrivano dopo che Arpat ha effettuato i campionamenti nell’area. Per l'agenzia ambientale “allo stato attuale, non ci sono segnalazioni di rilasci significativi di sostanze inquinanti dalla nave nell’area interessata”.

L'assessora Monni ha spiegato che "i soggetti incaricati dall'armatore stanno posizionando due tipi di panne, quella più vicina alla nave, capace di trattenere le quantità di carburante eventualmente rilasciate e una più esterna", che "invece ha una forte capacità di contenimento. Sono stati individuati quattro punti intorno alla nave – ha aggiunto Monni sottolineando come l’azione condotta segua un approccio teso a tenere insieme il legame fra la salute dell’ecosistema e quella umana -e ulteriori due punti più vicini alla riva, su cui sono stati effettuati i campionamenti chimici e biologici finalizzati a conoscere anche lo stato biologico delle acque, al fine di monitorare l’evoluzione delle matrici ambientali durante le fasi di rimozione del relitto.

Arpat ha sottolineato che sull’area interessata sono stati fatti campionamenti finalizzati a conoscere anche lo stato biologico delle acque, in particolare fitoplancton, sedimenti e granulometria, al fine di monitorare l’evoluzione delle matrici ambientali durante le fasi di rimozione del relitto, secondo l’approccio one health che riconosce il legame indissolubile tra la salute dell'ecosistema e la salute umana.

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