Firenze – Centinaia di tricolori sventolati da bambini e ragazzi, rappresentanze istituzionali, militari e religiose e tantissimi cittadini in attesa già dalla prima mattina. Poi le note dell'inno d'Italia che risuonano mentre qualcuno tra la folla grida 'Viva la Costituzione': è così che Civitella in Val di Chiana ha accolto il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che l'ha scelta per celebrare il 25 aprile a 80 anni dalla Liberazione della Toscana.
'Terribile', 'disumana', 'pianificata a freddo e portata a termine tramite delazioni', contraria ad ogni codice morale e militare: il presidente Mattarella ha condannato senza mezzi termini la strategia del terrore che portò alla strage di Civitella e agli eccidi che hanno insanguinato l'Italia durante la ritirata nazista, ribadendo che il Paese ha pagato a carissimo prezzo l'infatuazione per i miti fascisti dell'egemonia e della superiorità della razza, mentre il senso di fratellanza ha guidato la resistenza e la liberazione, facendo del 25 aprile la festa della Libertà, della pace ritrovata e dell'entrata nel novero delle nazioni democratiche.
Le istituzioni regionali, con il presidente della Regione e il presidente del Consiglio regionale, hanno celebrato a Civitella Valdichiana, teatro di una terribile strage nazista, la festa della Liberazione, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Approfondimenti
Il Capo dello Stato, che ha voluto salutare i tanti cittadini presenti percorrendo a piedi il piccolo centro cittadino, ha fatto sosta all’interno della Sala della Memoria, dove sono custoditi reperti e testimonianza di quanto accadde il 29 giugno 1944, quando le truppe naziste, come gesto di rappresaglia in risposta ad un’azione partigiana, uccisero 244 persone nei paesi di Civitella, San Pancrazio e Cornia e in altri centri minori della zona.
Ad accoglierlo, proprio all'ingresso della Sala della Memoria, il presidente del Consiglio Regionale che ha ricordato come, con la legge regionale 3/2024, l’assemblea legislativa toscana abbia destinato risorse alle iniziative promosse da Comuni e Associazioni in occasione degli 80 anni dalla Liberazione e dagli eccidi nazifascisti nella nostra regione.
Il presidente della Regione ha iniziato il suo intervento leggendo l'Ode a Kesserling di Piero Calamandrei, ringraziato a nome di tutti i toscani i familiari dei caduti e ricordato come la presenza del presidente Mattarella in occasione degli 80 anni della Liberazione della Toscana rappresenti un grande onore e un segnale importante. La Toscana - ha ricordato il presidente- ha pagato con 1500 vittime innocenti, tra cui donne e bambini, la brutalità di ideologie ormai sconfitte che non accettavano la resa. Anche per questo è dovere delle istituzioni democratiche sottolineare ancora oggi l'importanza del senso della 'Resistenza', il dovere morale di opporsi a ogni forma di prevaricazione dei diritti e di revisionismo.
Subito dopo Mattarella ha raggiunto il luogo dell’eccidio e ha deposto una corona per ricordare i cittadini trucidati. Quindi, ha visitato la chiesa di Santa Maria Assunta, dove le truppe tedesche irruppero per dare inizio alla strage, tra le cui vittime figura anche il parroco che quella mattina stava celebrando la funzione liturgica. Ultimo momento, infine, la commemorazione ufficiale dal palco della tensostruttura allestita in piazza don Alcide Lazzeri dove, dopo il saluto del presidente della Regione e del sindaco di Civitella, sono intervenuti anche Ida Balò, dell’associazione Civitella Ricorda, e Ottavia Piccolo cui è stata affidata una lettura storica.
Le celebrazioni di Civitella, cui hanno partecipato anche membri dell’ufficio di presidenza e alcuni consiglieri, sono state realizzate, in parte, proprio con finanziamenti concessi dal Consiglio regionale e previsti nell’articolato della legge 3/2024.
I fatti di Civitella
Il 29 giugno 1944 Civitella in Val Chiana - che durante la ritirata tedesca si trovava nelle immediate retrovie del fronte lungo la linea Gotica - divenne teatro di una efferata strage nazifascista. Qualche giorno dopo la morte di alcuni soldati tedeschi, i nazisti iniziarono a rastrellare gli uomini e poi irruppero in chiesa, dove il parroco tentò senza successo di salvare i fedeli offrendosi come vittima. A cinque a cinque tutti gli uomini, compreso il prelato, vengono trucidati e il paese fu incendiato, per uccidere anche chi in qualche modo era riuscito a nascondersi. Sommando ai martiri di Civitella quelli delle due frazioni di Solaia e Cornia, dove furono uccise con spietata ferocia anche donne e bambini, e della vicina San Pancrazio, in tutto furono massacrate 244 persone.
EMPOLI
Una cerimonia ogni volta emozionante e coinvolgente, seguita da decine di cittadine e cittadini. Nella mattinata di oggi, giovedì 25 aprile 2024, si sono tenute le celebrazioni per la 79^ Festa della Liberazione nazionale. Dopo la santa messa celebrata nella Collegiata di Sant'Andrea in piazza Farinata degli Uberti, il corteo, alla presenza di rappresentanti dell'amministrazione, della giunta e del consiglio comunale, delle autorità civili, militari e religiose, di rappresentanti delle associazioni locali e di tante cittadine e cittadini, si è diretto in piazza XXIV Luglio dove è stata deposta una corona di alloro al monumento ai 29 empolesi fucilati dai nazifascisti in quel luogo. A sottolineare i momenti della cerimonia le musiche a cura del Centro Attività Musicale di Empoli.
Lì la sindaca, che ha letto il monologo dello scrittore Antonio Scurati, è intervenuta ricordando i valori che il 25 aprile rappresenta, come la libertà, la democrazia e la giustizia, e l’importanza di non voltarsi dall’altra parte e di fare i conti in maniera autentica e onesta con la storia. Una festa di tutti gli antifascisti d'Italia, di ogni parte politica.
Successivamente la cerimonia è proseguita nella frazione di Santa Maria: in piazza del Convento, è stata deposta una corona al monumento in memoria dei due partigiani, Rina Chiarini e Remo Scappini, momento accompagnato dagli interventi da parte della sindaca e del presidente della sezione Anpi Empoli.
A seguire, la cerimonia ha fatto tappa, concludendosi, nella frazione di Fontanella dove, dopo il corteo, è stata deposta una corona al Cippo Ricordo lungo la via Senese Romana e si è tenuto l’intervento della sindaca.
PRATO
Tantissimi cittadini in piazza delle Carceri e in piazza del Comune oggi per partecipare alla manifestazione del 25 Aprile. Dopo la deposizione della corona di alloro al monumento ai Caduti, in piazza del Comune sono intervenuti la presidente dell'Anpi provinciale Angela Riviello e il sindaco di Prato. Come in gran parte delle città italiane, anche a Prato il primo cittadino ha letto il monologo che Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere ieri sera alla trasmissione "Che Sarà" sulla Rai ma che Scurati non ha potuto pronunciare.
Tanti sindaci d'Italia hanno deciso di leggerlo in piazza perché i cittadini sappiano quello che non è stato potuto dire alla televisione italiana. Come ha sottolineato Biffoni "Non ho paura del ritorno del fascismo, però questi sono segnali inquietanti, sono segnali che fanno paura. Sono segnali che ci devono ricordare che la guardia va sempre tenuta molto, molto alta. Eppure è molto facile: il fascismo è stato la compressione delle libertà, la guerra., le leggi razziali, l'accordo con Hitler, le persecuzioni, la segregazione., le botte, le randellate, l'uccisione di Matteotti, i fratelli Rosselli, la galera per gli oppositori politici, e possiamo andare avanti a lungo.
L'antifascismo è l'esatto opposto: è restituzione della libertà, della democrazia, della possibilità di discutere e confrontarsi. E' semplice capire questa differenza. Perché si ha ancora paura di nominare con forza, nettezza, chiarezza che si è antifascisti perché si è democratici, perché si crede nei valori della Costituzione, si crede nei valori della democrazia e della libertà? Chiunque si candiderà per le elezioni amministrative, europee, politiche, chi ha l'onore di amministrare una città o governare il Paese non deve aver paura di citare la parola antifascismo.
Chi ha questa paura è perché c'era una parte giusta e una sbagliata. Non significa che dobbiamo avere tutti la stessa idea, quello è fascismo. L'antifascismo ti consente di esprimere quello che senti e provi, nel pieno rispetto della tua persona. E significativo è un episodio che è esemplificazione tra fascismo e antifascismo: il senatore del pci Antonio Foa incontrò in Senato Giorgio Pisanò, Msi. E con poche parole esprime perché si deve essere antifascisti: Quando avete vinto voi, io ho trascorso la mia gioventù nelle galere fasciste; quando abbiamo vinto noi, tu puoi venire in Parlamento a esprimere la tua idea.
Non c'è modo più efficace per spiegare quali sono i valori della democrazia e quali quelli della dittatura. Anche lo scontro politico deve partire dai valori della Costituzione, affermiamo con forza i valori dell'antifascismo senza paura. Chi non ha la forza di dichiararsi antifascista probabilmente ha qualcosa da nascondere fino in fondo o forse non ha capito quali sono le regole che ci permettono di essere davvero liberi di esprimere idee e di confrontarci. Questi sono i nostri valori, questo è il 25 aprile, questa è la Repubblica italiana, questa è la nostra Costituzione".