Fine vita: l’associazionismo cattolico unito contro la legge regionale

Dmitrij Palagi: "Basta polemiche sulla dignità delle persone"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2025 14:47
Fine vita: l’associazionismo cattolico unito contro la legge regionale

L’associazionismo cattolico esprime ferma contrarietà alla legge regionale della Toscana sul fine vita. Associazioni, movimenti e singoli cittadini credenti stanno ribadendo l’opposizione nei confronti della nuova normativa ritenuta “eticamente inaccettabile” e avviando un percorso che ha conosciuto la prima tappa nella firma congiunta di un documento per ribadire l’urgenza di promuovere la custodia della vita sempre e in ogni situazione. La mobilitazione ha già trovato l’adesione di Acli, Associazione Difendere la Vita con Maria, Associazione Nazionale Ora et Labora, Associazione Provita Sinodo, Demos, Isvumi, Mcl, Movimento Focolari, Provita e Famiglia Onlus, e Associazione Difesa dei Valori.

“Come abbiamo ormai chiaro tutti, a meno di non essere in cattiva fede la legge recentemente approvata in Consiglio regionale, non istituisce nuovi diritti né tantomeno rientra nell’ambito di competenza dello Stato, ma si propone di regolare organizzativamente il fine vita che la Corte Costituzionale, con due sentenze, quella del 2019 e la 135 del 2024, ha già qualificato come diritto soggettivo della persona, determinando in quali condizioni è esercitabile -dichiara il capogruppo del Partito Democratico Luca Milani- La legge si limita a disciplinare le procedure delle varie aziende sanitarie. Si pone quindi, l’obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione, relativamente a ruoli, procedure e tempi del Servizio sanitario regionale, della verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita.

La Regione Toscana, con questa legge, torna ad essere quello che è sempre stata, una terra coraggiosa e progressista, che promuove e difende i diritti fondamentali dell’uomo e le libertà individuali: come ha sempre fatto nella sua storia. Dalla stampa emerge, tuttavia la polemica rispetto ai fondi utilizzati per dare effettività alla legge; 10.000 euro l’anno per tre anni.

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Questo stanziamento è reso necessario dal fatto che i farmaci utilizzabili non rientrano tra quelli garantiti dal sistema sanitario e quindi devono essere acquistati. Il capitolo di spesa non poteva essere per questo motivo quello sanitario ma quello sociale.

Tra i vari sotto-capitoli, della più ampia missione di 12 diritti sociali, politiche sociali e famiglia - perchè di questo si tratta di un diritto sociale da garantire - questi 10.000 euro/anno sono stati momentaneamente reperiti nella parte spesa corrente del sotto-capitolo interventi per la disabilità.

Perchè proprio da questo capitolo? C’è poca attenzione verso la disabilità? No, semplicemente perchè, sul quel capitolo si trovano dei soldi non impegnati in nessuna spesa e quindi utilizzabili senza togliere niente a nessuno. Alla prima variazione di bilancio verrà predisposto un nuovo capitolo di spesa per il percorso terapeutico-assistenziale del fine vita.

Anzichè cercare di screditare una legge giusta credo sia più corretto e trasparente - mi rivolgo a chi ha sollevato la questione - dire semplicemente che non si è d’accordo. Questa proposta di legge regionale, quindi, va a colmare un vuoto tra le sentenze della Corte Costituzionale e il Parlamento che non interviene su questo tema. Un vuoto discriminante perché chi ha i soldi può sempre andare in Svizzera. È lo Stato che se ne deve fare carico, così come le Regioni che devono garantire i servizi più vicini ai cittadini. Per tutte queste ragioni mi sento molto vicino a tutte quelle persone affette da patologie irreversibili che li costringono ad una vita di sofferenza e medicalmente assistita e ai loro familiari che chiedono solo di vedersi garantito il diritto che la Corte costituzionale ha già riconosciuto.

Ringrazio il Presidente della Commissione Sanità Enrico Sostegni per aver svolto con la commissione un percorso serio di approfondimento con costituzionalisti, giuristi, associazioni, aziende sanitarie scevro di ideologie e condizionamenti e tutte le forze politiche che in Consiglio Regionale hanno sostenuto la legge e naturalmente l’Associzione Luca Coscioni che con il suo costante impegno e con la sua tenacia ha proposto questa legge di iniziativa popolare”.

"Il dolore e la sofferenza sono individuali. Nessuna persona può imporre la propria idea di dignità. In Italia c'è un enorme problema di civiltà rispetto al diritto di autodeterminarsi, anche su come affrontare la fine dell'esistenza -dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune- Proiettare le vicende del Consiglio comunale su quelle regionali è un modo per strumentalizzare un tema serio. Presenteremo una risoluzione in queste ore, che provi a entrare nel merito di una discussione che merita una discussione diversa.

Sappiamo bene che il meccanismo del potere è dividere chi subisce le ingiustizie. Rispettiamo tutte le posizioni, ma non riteniamo si possa rimanere in silenzio di fronte a una sorta di rissa comunicativa, che tira nel mezzo le disabilità, proprio in una fase delicata per i progetti di vita indipendente e per il sistema sociosanitario (comprese le RSA).

Con questa nota vogliamo ringraziare l'Associazione Luca Coscioni e Felicetta Maltese, a cui avevamo proposto di dare il Fiorino d'Oro nel corso del 2023, proprio per l'impegno messo nell'accompagnare le persone in momenti di difficoltà. Per noi è inoltre del tutto non condivisibile il modo in cui si parla del bilancio della Regione, soprattutto da chi ogni anno deve analizzare e votare quello del Comune (e quindi conosce bene i meccanismi). Il sistema di supporto alle persone con disabilità e malattie non si basa solo sulle cifre spese. Troppo facile costruire le proprie polemiche su 30.000 euro, mentre su tutto il resto non si avanzano proposte su cosa potrebbero fare i Comuni nell'ambito sociosanitario".

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