Critico enogastronomico, giornalista e poliedrico divulgatore, Leonardo Romanelli prosegue il suo percorso nel mondo dell’arte concettuale, senza la presunzione di creare un successo estetico, ma con l’obiettivo di comunicare, incuriosire, avvicinare, chi si approccia al mondo del vino e far riflettere chi di questo ambiente ne ha fatto la sua vita.
In un periodo nel quale le riflessioni abbondano su un mondo che sta cambiando, come quello enologico e gastronomico, la voglia di trovare un altro tipo di linguaggio ha dato sfogo alla sua fremente creatività nel trasformare e riciclare scuri, finestre ed altri materiali inutilizzati, catapultandoli in un mondo di colori e vivacità, come in una briosa ebrezza alcolica. Il vino può essere ispirazione nelle sue componenti, riflessi, colori, combinazioni e storie.
Un entusiasmo intrigante nel raccontare l’idea, che con emozione lo accompagna nel materializzare concetti, un nuovo modo per esprimersi.
Questa mostra è la prima parte di una metamorfosi emotiva dove, grazie all’allestimento di Paolo Nocentini, Leonardo mette in luce e ridona nuova vita ad oggetti di scarto e recuperati. Un periodo che ha portato Romanelli a sperimentare senza freni, manifestazione naturale dell’arte come nella video art “Il mio corpo che cambia” realizzata insieme a Gilberto Bertini che sarà presentata a Venezia a fine Giugno.
Una mostra, che vuol essere il proseguimento di un progetto dinamico, fatto di performance e land art tra vigne e cantine, per un progetto artistico che vuole coinvolgere il pubblico in questo affascinante mondo. Vernissage sabato 29 marzo alle 17.00.