Firenze, 9 ottobre 2024 – Fa tappa oggi a Firenze il dodicesimo incontro dei quindici previsti nella nuova edizione di “Imprese Vincenti”, il programma del primo gruppo bancario italiano dedicato alla valorizzazione delle piccole e medie imprese che rappresentano un esempio di eccellenza imprenditoriale e del Made in Italy.
Le “Imprese Vincenti” di Toscana e Umbria
La tappa del tour, realizzato in collaborazione con VISA, si è tenuta a Firenze e ha visto protagoniste 10 “Imprese Vincenti”: ACCOPPIATURA PRATESE di Montemurlo (PO) per il settore dell’Automotive, GAROFOLI di Terni per il settore della Meccanica, CONCERIA ANTIBA di Ponte a Egola (PI) del settore Moda e Abbigliamento, ERREDUE di Livorno per il settore dei Servizi Energetici, ALMA di Campi Bisenzio (FI) specializzata nella produzione di moquette, DIESSE DIAGNOSTICA SENESE di Monteriggioni (SI) e MORETTI di Cavriglia (AR) per il settore Sistema Salute, GAS AND HEAT di Livorno appartenente al settore industriale, RECUPERIAMO di Corciano (PG) e MOVE di Lucca per il settore dei Servizi alle Aziende.
La quinta edizione di “Imprese Vincenti”
Le 150 Imprese Vincenti dell’edizione 2024 sono state selezionate per aver attivato progetti o raggiunto risultati significativi in valore economico e impatto sociale, innovazione e ricerca, transizione digitale ed ecologica, export e internazionalizzazione, passaggio generazionale e consolidamento dimensionale, formazione e welfare.
Più in generale, sono l’adozione di criteri ESG, i progetti di crescita, l’impatto sulle comunità e sui territori in cui operano contribuendo a creare valore per l’economia del territorio, occupazione e benessere delle persone le direttrici da cui emergono le Imprese Vincenti di Intesa Sanpaolo. A tali PMI la banca fornirà insieme ai partner del progetto gli strumenti per crescere, anche all’estero, in sostenibilità, innovazione, transizione digitale e finanza straordinaria.
Dall’inizio del programma si sono autocandidate in cinque edizioni circa 14.000 imprese, di cui 4.000 solo per la quinta edizione. Imprese che complessivamente contano 150.000 dipendenti e registrano circa 35 miliardi di fatturato.
Tra i parametri di selezione delle 150 imprese che saranno rivelate vincenti durante i 15 appuntamenti in tutta Italia, Intesa Sanpaolo pone al centro, nell’edizione 2024, le azioni indirizzate verso i filoni progettuali del PNRR e di Transizione 5.0. Delle 15 tappe una sarà dedicata all’agribusiness, una alle imprese sociali e terzo settore, una alle imprese estere che operano nelle geografie della Divisione International Subsidiary Banks di Intesa Sanpaolo. Un evento conclusivo riunirà le 150 Imprese Vincenti in un momento di confronto sui fattori di successo dell’imprenditoria italiana.
Tito Nocentini, Direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo: “Le dieci PMI che abbiamo premiato sono esempi virtuosi per il sistema produttivo perché hanno saputo cogliere i nuovi stimoli del mercato ed avviare percorsi in una logica di crescita sostenibile, distinguendosi in settori traino dell’economia del territorio come la moda, la salute, la meccanica e la manifattura. Una crescita accompagnata dalla nostra Banca, che nel primo semestre 2024 ha erogato alle imprese e alle famiglie di questi territori oltre 1,5 miliardi di euro supportando investimenti sostenibili e circular economy, a conferma del nostro impegno nell'aiutare a cogliere tali opportunità nel solco di strategie stabili e inclusive.
Abbiamo anche attivato un Laboratorio ESG, grazie alla collaborazione di partner di eccellenza, che mette a disposizione delle PMI strumenti e consulenza qualificata per adottare sistemi di produzione green e digitali, cruciali per la competitività”.
Toscana e Umbria
Analisi del contesto economico a cura del Research Department Intesa Sanpaolo
Negli ultimi anni l’economia italiana ha mostrato un’evoluzione migliore rispetto alla crescita media dell’area dell’euro. Una spinta importante è venuta dagli ottimi risultati ottenuti sui mercati internazionali, dove si sono distinte le PMI italiane che realizzano più della metà del nostro export. Nel 2023 i valori esportati da Toscana e Umbria si sono assestati 62,7 miliardi di euro con un avanzo commerciale di 18,5 miliardi. Le esportazioni delle due regioni hanno mostrato un’ottima evoluzione, riportando una crescita del 31,8% tra il 2019 e il 2023, più della media nazionale che si è attestata al +30,4%.
In particolare, la Toscana nel 2023 ha raggiunto il valore di 57,1 miliardi di euro con una crescita del 32,0% rispetto al 2019 sostenuta da farmaceutica (+183%) che è il primo settore per export, meccanica (+28,2%), oreficeria (+76,6%) e agro-alimentare (+38,0%). In Umbria le esportazioni nel 2023 sono state pari a 5,6 miliardi con un balzo del 30% rispetto al 2019, legato soprattutto ai buoni risultati ottenuti nei settori della meccanica (+48,9%), dell’agro-alimentare (+39,2%), dell’abbigliamento (+40%) e dell’automotive (+127%).
Anche nel primo semestre del 2024 le due regioni hanno ottenute variazioni positive in termini di export con una crescita rispetto al primo semestre 2023 dell’8,6% (+8,7% Toscana e +6,8% Umbria), in controtendenza rispetto al lieve calo mostrato dal dato italiano (-1,1%).
Alla buona dinamica dell’economia italiana ha contribuito anche la forte ripresa degli investimenti che tra il 2016 e il 2023 hanno registrato un aumento pari al 35,7% a prezzi costanti in Italia (+36,7% per la Toscana, +40,1% per l’Umbria). Abbiamo fatto decisamente meglio rispetto ai nostri principali competitor: la Francia ha messo a segno un progresso del 19,2%, la Spagna ha mostrato una crescita del 14,3%, mentre la Germania si è fermata al +4,5%. Si tratta di un cambio di passo significativo rispetto al recente passato: basti pensare che tra il 2008 e il 2016 i nostri investimenti si erano ridotti del 22,4% (-20,1% per la Toscana, -44,2% per l’Umbria), mentre quelli tedeschi erano saliti del 9,9%.
Industria 4.0 (dal 2017) e Superbonus (dal 2021) spiegano questa performance, sintesi del balzo delle costruzioni (+47,1% nel periodo 2016-2023), ma anche della dinamica degli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e ICT (+29,3%) e in beni immateriali (R&S e software; +20,2%). Dopo il rallentamento osservato tra il 2023 e il 2024, il prossimo anno ci aspettiamo una ripresa dell’economia italiana che potrà contare sul contributo dei consumi e degli investimenti, grazie a rientro dell’inflazione, riduzione dei tassi di interesse e realizzazione degli investimenti del PNRR.
L’80% della spesa effettiva del PNRR si concentrerà nel triennio 2024-2026, con potenziali ricadute molto positive sul rilancio delle infrastrutture e sulle transizioni digitale e green e, in ultima analisi, sul tasso di crescita potenziale del PIL. Dal canto loro, le imprese manifatturiere hanno le risorse per continuare a investire in tecnologia e in transizione green. Negli ultimi anni si è rafforzata la struttura patrimoniale: tra le imprese manifatturiere dei territori della Direzione Regionale il patrimonio netto in percentuale del passivo si colloca circa al 29% in Toscana e Umbria, valori più che doppi rispetto a quelli osservati a inizio anni Duemila, anche se inferiori alla media italiana.
Inoltre, nel post-pandemia le disponibilità liquide in percentuale dell’attivo, cuscinetto contro i rischi e risorse per investire, sono aumentate notevolmente: in Toscana si attestano al 10,8%, in Umbria all’8,8%.
In un contesto complesso come quello attuale, caratterizzato da elevate pressioni competitive le sfide da vincere sono molteplici e riguardano l’innovazione e la tecnologia così come la sostenibilità ambientale e quella sociale. Secondo i dati dell’ultimo censimento permanente Istat, in Italia le imprese con almeno 3 addetti con attività di innovazione o che hanno utilizzato software specifici nel biennio 2021-2022 sono poco più di un terzo, rispettivamente 37,6% e 34,1% (con percentuali inferiori alla media italiana per le regioni del Centro: 34,0% e 31,4%), segnalando come il tessuto produttivo abbia ancora opportunità da cogliere sul fronte tecnologico.
Sono ampi i margini di miglioramento anche per quanto riguarda la tematica ambientale: basti pensare che nel biennio 2021-2022 solo il 5,7% delle imprese italiane con almeno 3 addetti ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili (questa percentuale è pari al 4,2% nel Centro). Le sfide tecnologica e green che le imprese hanno di fronte possono essere affrontate solo con capitale umano qualificato: va pertanto risolto il divario tra domanda e offerta di lavoro. A settembre la quota di posizioni ricercate di difficile reperimento era pari al 49% in Toscana e saliva al 52,1% in Umbria; al contempo, ancora molti giovani conoscono poco le opportunità lavorative offerte dalle eccellenze imprenditoriali del territorio ed emigrano all’estero o in altri territori in cerca di lavori remunerativi e carriera.
Secondo i dati del Consorzio Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del titolo, il 33,8% dei laureati in Toscana lavora all’estero o in un’altra ripartizione, in Umbria sono il 27,1%.
I Partner di progetto
Una delle leve distintive del programma Imprese Vincenti è la creazione di un ecosistema di attori di prim’ordine a sostegno dei percorsi di crescita aziendali, con un progressivo arricchimento dell’offerta di servizi che possa rispondere alle evoluzioni dei bisogni delle PMI selezionate. Formazione, competenze specializzate, soluzioni non finanziarie, advisory e conoscenza dei contesti tematici caratterizzano il lavoro del team di partner di Imprese Vincenti: Bain & Company, ELITE e Gambero Rosso, Cerved e Microsoft Italia, Coldiretti, NATIVA e Circularity, insieme a Digit’ed, Tinexta e AICCON, nuovi partner dell’edizione 2024.
Grazie agli strumenti per lo sviluppo di competenze su internazionalizzazione, economia circolare, reti commerciali e cost management, le funzioni specialistiche di Intesa Sanpaolo, di International Subsidiary Banks Division (ISBD) e di Intesa Sanpaolo Innovation Center accompagneranno i programmi di sviluppo offrendo supporto specialistico e strategico.