“Probabilmente, ancora una volta, il sindacato è stato troppo responsabile, non abbiamo occupato l’autostrada, ma ci siamo messi al lavoro per cercare soluzioni industriali. Dopo tre anni però, sulla vertenza Bekaert non siamo ancora arrivati a niente e oggi siamo profondamente delusi, come lavoratori, come sindacati, come cittadini, da una politica incapace di sviluppare una politica industriale nel nostro Paese. Il governo Draghi si sta dimostrando lontano dai cittadini e dai lavoratori”.
A dirlo sono il segretario generale aggiunto della Cisl di Firenze-Prato, Fabio Franchi e il segretario della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini, in merito alla vertenza dell’azienda di Figline Valdarno, che dal giugno 2018 attende una soluzione capace di preservare il lavoro e l’economia del territorio.
“Ieri – dicono Franchi e Beccastrini - abbiamo appreso da un tweet che il sottosegretario Todde ha stilato l’elenco delle convocazioni al tavolo del Mise delle crisi industriali e che in quell’elenco drammaticamente manca la convocazione della Bekaert; una sorta di estrazione del Lotto in cui ci è andata male”
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“Mancano 14 giorni al 4 maggio e quel giorno verrà scritta la parola fine alla vertenza Bekaert. In tre anni tutti i governi, tutti i ministri che si sono succeduti non sono stati capaci di trovare una soluzione a questa vertenza che, come tante altre, giace oggi sul tavolo del ministro Giorgetti e che probabilmente vedranno la solita, drammatica, conclusione. Delle possibili soluzioni erano state individuate, c’era (e vorremmo continuare a pensare che c’è ancora) un progetto possibile per salvaguardare la siderurgia in Italia e nella nostra Toscana; un progetto che metteva in sinergia, dando forza reciproca alle acciaierie di Piombino, unico produttore italiano di rotaie, con il rilancio dello steel-cord della Bekaert di Figline Valdarno.
Che fine ha fatto tutto ciò? Noi siamo fermamente convinti che “l’Italia si cura con il Lavoro”, per citare lo slogan del Primo Maggio scelto da Cgil, Cisl e Uil, ma abbiamo assistito negli ultimi mesi ad una svolta negativa e con il governo Draghi è mancata assolutamente ogni interlocuzione. E di fronte a ciò, la Regione e il suo Governatore, Eugenio Giani, che dicono ?”
La riconvocazione urgente del tavolo di crisi nazionale per la vicenda Bekaert. E’ questa la richiesta che il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha rivolto stasera al ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e al viceministro Alessandra Todde segnalando il «punto drammatico» in cui è è oggi la vertenza «considerata l’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali prevista per il prossimo 4 maggio e l’assenza di qualsiasi comunicazione dal parte di Bekaert sul ricorso a un ulteriore periodo di cassa integrazione, nonostante l’oggettiva possibilità di ricorrervi».
“La crisi industriale della ex Pirelli, oggi Bekaert di Figline e Incisa Valdarno si protrae ormai da tre anni senza che nulla sia stato fatto per il suo rilancio. Poiché invece la Bekaert ha ragionevoli prospettive di rilancio chiediamo di sapere se il governo abbia intenzione di stilare un elenco ufficiale dei tavoli di crisi convocati prevedendo che in tale lista sia compresa l’azienda toscana, che appare meritevole di essere “traghettata” verso la ripresa produttiva, anche tramite un impegno economico nazionale”.
Lo chiedono in una lettera inviata al ministro Giancarlo Giorgetti, i deputati di Forza Italia Stefano Mugnai e Maurizio D’Ettore. “Se da questo elenco mancherà la Bekaert, si chiede sin da ora di sapere quali ne siano i motivi, esprimendo, in tal caso, lo sconcerto che suscita una probabile condanna a morte aziendale decretata tra l’altro con un tweet dalla viceministra dello sviluppo economico con delega alle crisi aziendali. Il 4 maggio scadono anche gli ammortizzatori sociali per i lavoratori rimasti in forza all’azienda.
Si ritiene urgente quindi una convocazione che porti alla reindustrializzazione e al rilancio di un sito produttivo che riveste grande importanza per il tessuto economico della Regione Toscana e per la salvaguardia della siderurgia in Italia” concludono