Nella giornata di oggi, in via telematica, si è tenuto l'incontro per la Bekaert di Figline Valdarno tra ministero dello Sviluppo economico, Regione, comune di Figline-Incisa Valdarno, azienda, sindacati e Invitalia.
Nel corso della riunione - sottolinea una nota dell'azienda - sono stati condivisi lo stato di avanzamento delle azioni e gli interventi intrapresi in linea con gli Accordi sottoscritti tra le parti lo scorso 24 febbraio 2021, dopo quello siglato lo scorso 2 ottobre 2018 presso il Mise e i successivi sottoscritti nel 2019 e 2020.
Sul fronte del ricollocamento attivo dei lavoratori, prosegue il matching tra domanda e offerta e il lavoro sulla riqualificazione professionale. I distaccati o ricollocati presso altre aziende sono attualmente 133, mentre per altri 5 sono in corso verifiche di idoneità.
I lavoratori inizialmente in forze per i quali sono state trovate soluzioni sono complessivamente 198, mentre sono 120 i dipendenti di Figline Valdarno (le cui attività produttive sono cessate il primo gennaio 2019) che ancora fino al prossimo 4 maggio potranno usufruire della CIGS.
Durante l’incontro è stato inoltre fatto il punto della situazione sui possibili scenari di reindustrializzazione del sito emersi tra il 2019 e il 2020, che andranno ora verificati sulla base delle proposte dei potenziali investitori (pubblici e privati), anche alla luce della significativa riduzione del carico occupazionale ma anche del tempo a disposizione.
La Bekaert ad oggi, conta ancora 120 lavoratori in cassa integrazione. La discussione, introdotta dal Dott. Stefano D'Addona, è stata avviata dall'Advisor che ha illustrato l'attività svolta a far data dall'ultimo incontro, risalente al 3 agosto scorso. Il piano di Trafilerie Meridionali, presentato nell'ottobre 2019, è stato approfondito nei dettagli e poi analizzato da Invitalia per una valutazione preliminare. Il gruppo Jindal, nel settembre 2020, è stato inserito nel tavolo di discussione attraverso la controllata JSW di Piombino, in quanto interessata ad integrare la propria presenza nel mercato su due fronti che possono implicare la reindustrializzazione della Bekaert di Figline: la produzione di cavi per le telecomunicazioni con un partner industriale, OBSA, che realizza macchine e impianti per la produzione di cavi in rame e che ha visitato lo stabilimento di Figline nell'ottobre 2020; e la produzione di hose wire con Trafilerie Meridionali per avere una verticalizzazione fino al trafilato e uno sbocco per il mercato della vergella prodotta a Piombino.
Per Daniele Calosi, Segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato, “dopo 30 mesi di vertenza oggi per la prima volta Sernet esplicita, in sede ministeriale e senza vincoli di riservatezza, i nomi dei soggetti interessati e illustra una situazione ben diversa da quella descritta dall'azienda al tavolo in Regione Toscana del 24 febbraio scorso, quando altre organizzazioni sindacali hanno firmato, al 4 maggio prossimo, il licenziamento dei lavoratori. Abbiamo chiesto pertanto il ritiro dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori per poter approfondire la situazione senza l'imminente scadenza dei licenziamenti e cercare soluzioni utili ai lavoratori e anche al Paese all'interno del piano di rilancio del settore dell'acciaio.
Data la presenza al tavolo di Invitalia riteniamo inaccettabile parlare di finanziamenti pubblici a fronte di licenziamenti certi. Inoltre, visto che è uscito il nome di Jindal, chiediamo ai vertici dell'acciaieria se l'interessamento sia o meno reale visto che, né JSW, né Trafilerie Meridionali, né OBSA, si sono mai palesati agli incontri. Bekaert si è rifiutata di prorogare la cassa integrazione e di ritirare i licenziamenti, dimostrando assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni, le organizzazioni sindacali e i lavoratori.
Il Ministero ha concluso la riunione aggiornando il tavolo tra tre settimane. La Fiom continuerà a chiedere la reindustrializzazione e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro”.
Per la CGIL ha espresso preoccupazione per il territorio Elena Aiazzi della Segreteria della Camera del Lavoro di Firenze, e Silvia Spera della Cgil nazionale ha aggiunto: “È grave l'atteggiamento della multinazionale che dopo aver unilateralmente deciso la chiusura dello stabilimento fiorentino per trasferire le produzioni in Romania oggi a fronte di possibili interessamenti industriali decida di non ritirare i licenziamenti nonostante la possibilità di fruire degli ammortizzatori previsti dal decreto Sostegni approvato in questi giorni. Oggi in questa situazione data dalla pandemia, tutti sono chiamati a fare la loro parte, la Bekaert ritiri i licenziamenti e favorisca il proseguo industriale e occupazionale"
Per la Fim-Cisl la ripresa del dialogo è positiva, visto anche la novità della presentazione dei nomi di 2 possibili investitori, contattati nella mattinata dal governo (si tratta di Trafilerie meridionali e di un’azienda di cavi legata a Jindal) che hanno confermato interesse.Forte preoccupazione però per la posizione netta della Bekaert di non andare oltre la data del 4 maggio.Per la Fim adesso il ruolo del governo è fondamentale perché deve presentare al più presto alla multinazionale belga avanzamenti concreti che possano convincerla a usufruire di altro tempo attraverso la cassa covid possibile dopo il ‘Decreto ristori’.In tal senso è ancor più fondamentale l'accordo del 24 febbraio firmato da Fim e Uilm, che permette oggi di sedersi ad un tavolo con i lavoratori ancora in costanza di rapporto di lavoro.