Secondo i dati pubblicati oggi dall'Istat e rielaborati dall'associazione Gente di Firenze, a Firenze la disoccupazione è salita nel 2013 all'8,1%, rispetto al 7,1% del 2012. Cresce il numero delle persone che cercano lavoro: nel 2013, nel territorio provinciale fiorentino, sono salite a 38.000, nel 2009, quando Renzi è divenuto sindaco e Barducci Presidente della Provincia, erano 23.000, per una crescita in questi anni del 65%. Tiene, al tempo stesso, il numero degli occupati, pari a 432.000 nel 2013, mentre quattro anni fa erano 430.000.
Dal 2012 al 2013 la disoccupazione giovanile è salita dal 26,4% al 28,5% nella fascia di età 15-24 anni e dal 15,4% al 17,5% nella fascia di età 15-29 anni. Nel 2009, i tassi di disoccupazione nelle due fasce di età erano rispettivamente 14,2% e 10%. “Il dato sulla disoccupazione è estremamente preoccupante” commenta Lapo Cecconi, portavoce di Gente di Firenze “e dimostra che dobbiamo assolutamente ridare priorità al nostro territorio per contrastare la crisi. Basta politica nazionale a Firenze, ritorniamo a parlare della nostra città e dei nostri problemi.
I dati sulla disoccupazione giovanile, in particolare, sono assolutamente drammatici, con la disoccupazione cresciuta del 100% negli ultimi quattro anni nella fascia di età 15-24 anni. La nostra associazione” continua Cecconi “ha presentato quattro punti veri per il lavoro: spazi pubblici per i neolaureati e giovani imprenditori, patto generazionale per il lavoro, soldi veri alle imprese per investire ed infine percorsi di orientamento e formazione per avvicinare le imprese a chi è in cerca di lavoro.
Abbiamo presentato queste proposte all'ex sindaco, ma non abbiamo avuto risposta: speriamo che chi avrà in carico di amministrare la città apra ad un confronto. Servono risposte concrete e non possiamo più permetterci distrazioni”. “Siamo convinti di avere tutte le carte in regola per procedere al rinnovo della cassa integrazione, per questo chiediamo un confronto al Giudice” queste le ragioni espresse stamattina da Stefano Angelini della Segreteria della Fiom Cgil di Firenze, alla conferenza stampa presso il presidio dei lavoratori Shelbox.
Nei giorni scorsi il Giudice ha fatto sapere di vincolare la richiesta del rinnovo della cassa integrazione straordinaria al rilascio di una liberatoria che i lavoratori non sono disposti a firmare poiché, qualora il Ministero non approvasse la richiesta, comporterebbe loro il mancato sostegno al reddito per il periodo. “A sette giorni dalla data di scadenza della procedura di cassa -afferma Stefano Angelini- chiediamo la possibilità di rinnovarla per ulteriori 6 mesi al fine di avere il tempo per approcciarsi ai nuovi soggetti che si sono affacciati con interesse a quella che era l'azienda leader nel settore delle case mobili, tutelare i lavoratori e concedere loro di terminare i corsi di formazione che la Provincia ha messo a disposizione per la loro riqualificazione.
Per altro, proprio questi corsi, ad oggi hanno portato a ricollocazioni temporanee e definitive di oltre il 50% dei lavoratori”. I requisiti per il rinnovo ci sono tutti: dei 147 dipendenti di un anno fa, 50 hanno trovato un nuovo impiego ed in 23 si sono staccati andando in pensione o licenziandosi, dunque oltre il trenta per cento non beneficia degli ammortizzatori sociali, così come richiesto dalla Legge Fornero. “Sappiamo con certezza” prosegue Angelini “che soggetti giuridici si stanno avvicinando in maniera importante alla vertenza e nei prossimi giorni potrebbero essere in grado anche di presentare al tavolo una lettera di intenti.
“L'apposizione della firma creerebbe inoltre un precedente per le vertenze future e come Fiom non possiamo che opporci a questa possibilità. Temiamo le ripercussioni dirette sui lavoratori Shelbox e sulle vertenze future che questo comporterebbe sul piano sociale per il Paese. Non comprendiamo le ragioni per le quali il Tribunale voglia far ricadere il rischio sui lavoratori, scaricando dunque sulle spalle dei più deboli la responsabilità di una crisi che stanno pagando già da molti mesi. Speriamo dunque in un incontro da tenersi già lunedì prossimo e nel frattempo metteremo in atto qualsiasi azione per scongiurare la mobilità ed arrivare ad una risoluzione positiva della vicenda.” Chiusa in Provincia di Prato la vertenza per il negozio PAM de La Querce.
Almeno dal punto di vista degli ammortizzatori sociali si è risolta positivamente la vertenza per i 15 lavoratori del negozio PAM de La Querce con la cassa integrazione straordinaria per 2 anni e la mobilità incentivata. Quello de La Querce è un negozio in franchising, non a gestione diretta PAM come Via Targetti o Via Ferrucci. L'azienda richiederà la cigs per crisi aziendale della durata di 24 mesi per tutti i 15 dipendenti in forza nell'unità produttiva. Trattandosi di cessazione di attività del punto vendita, i lavoratori saranno sospesi a zero ore senza rotazione.
L'azienda si impegna comunque a verificare la possibilità di utilizzazione diversa del personale in esubero, o di una sua parte, nell'ambito dell'impresa mediante trasferimento. L’accordo è stato sottoscritto da Franca Ferrara, dirigente del servizio Orientamento e lavoro della Provincia, dai procuratori della PAM Franchising Paolo Zanucco, Alessandro Calvani, Enrico Zaccheo e Massimiliano Cianci, da Alberto Santini per la Filcams-Cgil, da Giuseppe Viviano per la Fisascat-Cisl e dai rappresentanti dei lavoratori.
Come di consueto è prevista l'attivazione del programma di politica attiva del lavoro attraverso lo Sportello emergenze e il Centro per l’impiego, finalizzato alla ricollocazione e riqualificazione con orientamento, formazione individualizzata per l'inserimento lavorativo, accompagnamento della persona e affiancamento della stessa nell'inserimento in una nuova attività.