Prosegue, questa mattina in aula, il dibattito sulla comunicazione del presidente Rossi sulle priorità di fine legislatura e la sostituzione di tre assessori. Lo scenario di crisi che ha colpito la Toscana ha avuto “enormi conseguenze” anche sul piano politico, spiega all’aula il presidente della Regione, Enrico Rossi. Sono state “ridimensionate” forze che avevano raggiunto “una notevole consistenza in questa regione”, come l’Idv; ne sono apparse altre e non presenti in Consiglio come il M5S; processi di “trasformazione profonda” sono avvenuti sia nel campo della maggioranza dello stesso Consiglio regionale, che in quello dell’opposizione.
Insomma, “è sostanzialmente cambiata la geografia politica”. Tutto ciò “impone che si proceda in quest’aula a una valutazione dello stato delle cose presenti”. Lo scopo è di delineare “un patto di fine legislatura che consenta di acquisire risultati ulteriori”, frutto di discussione ed elaborazione “in gran parte già compiuta e fatta insieme, Giunta e Consiglio”. Si tratta di “certificare la volontà di cambiare il passo” per consolidare i risultati a favore della società toscana; o anche di “verificare che non esistono le condizioni per affrontare questo scatto finale”. Nell’agenda comune sono iscritti una serie di “atti importantissimi” che la Giunta ha già inviato al Consiglio.
Rossi li elenca puntualmente: norme per il governo del territorio, piano del paesaggio, piano ambientale ed energetico regionale, piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche, piano socio-sanitario integrato. Sul tavolo anche la legge di iniziativa consiliare sull’organizzazione dei servizi socio-sanitari e “ovviamente, con carattere di priorità, la nuova legge elettorale per la regione e la nuova legge per l’istituzione della Fondazione della Cultura Toscana”. In Giunta, dice ancora Rossi, sono stati predisposti ulteriori atti che “saranno presto“ inviati al Consiglio e che investono materie di primaria importanza: la difesa della costa, la disciplina per la tutela di parchi, aree protette e biodiversità, la modifica della legge su cave e miniere.
In primo piano anche “l’importantissimo” rissetto dell’ordinamento istituzionale regionale che sarà conseguente all’approvazione del DL ‘Del Rio’, previsto entro il marzo di quest’anno. Di “particolarissima importanza per la ripresa economica”, la formazione professionale e l’istituzione dell’agenzia regionale per il lavoro. Il primo ad intervenire è stato Paolo Marini (Fds-Verdi) che ha parlato di “crisi economica già nota dal 2008” che “la Regione Toscana ha affrontato con le prime misure del Governo Martini e dalla quale la Toscana sta uscendo con danni minori rispetto ad altre regioni”.
“Voglio sottolineare – ha detto il consigliere - un punto chiaro e negativo: tutte le ricerche ci dicono che l’uscita dalla crisi per diversi anni non porterà occupazione, la formazione professionale dovrà quindi essere più attenta e rispecchiare le esigenze delle aziende”. “Il cambio squadra ad un anno dalla fine della legislatura è tardivo”. Così interviene il capogruppo di Più Toscana – NCD Antonio Gambetta Vianna. “Capisco il cambio nel panorama politico regionale e nazionale ma il cambiamento più profondo – ha detto rivolgendosi al presidente Rossi - è all’interno del suo partito, non esiste solo il Pd in Italia”.
Gambetta ha poi parlato dell’”altissima pressione fiscale”, invitando almeno la Regione “a ridurre la propria tassazione”, della crisi delle aziende “molte hanno chiuso – ha detto – a causa della concorrenza sleale come a Prato”. Infine, il capogruppo ha parlato della legge elettorale “sono favorevole ma con il ripristino delle preferenze”. A sostegno del presidente Rossi si è espresso il consigliere Idv Marco Manneschi. “Sono orgoglioso – ha dichiarato – di aver fatto parte di questo Consiglio, che ha saputo compiere azioni concrete.
Il programma di Governo è stato secondo me per gran parte rispettato, abbiamo realizzato riforme coraggiose e altre importanti sono in fase di elaborazione. Il consiglio ha collaborato con la giunta ma ha anche dimostrato di saper lavorare in maniera autonoma. Credo quindi che si possa proseguire in modo costruttivo il nostro lavoro”. Giudizio negativo sull’operato della Giunta arriva da Marina Staccioli (FdI): “La Toscana – ha detto la consigliera – non ha saputo reagire alla crisi, i dati sulla disoccupazione, soprattutto giovanile, sono allarmanti.
Allo scenario si aggiungono poi vicende poco chiare nelle quali la Regione è stata protagonista, dalla Asl di Massa, alla Tav, fino alla turbativa d’asta sui ponti in Lunigiana”. Parlando di sanità Staccioli afferma: “I servizi sanitari sono poi carenti, le liste d’attesa sono talmente lunghe che obbligano i cittadini a rivolgersi a privati e in più sono stati costruiti quattro nuovi ospedali di cui due non ancora inaugurati per problemi strutturali”. Maria Luisa Chincarini (CD) ha espresso tutta la sua contrarietà: “Con questa manovra bislacca – ha detto - Rossi ha piegato le istituzioni per problemi interni al suo partito, è vittima di un conflitto di interessi.
Non credo – ha aggiunto la capogruppo – che ci sia volontà di cambiamento, in sanità non si parla di società della salute, da 4 anni si cerca di eliminare questi carrozzoni”. Riguardo alla formazione professionale Chincarini aggiunge “dobbiamo domandarci quante persone abbiano trovato lavoro dopo esser passati dalla nostra formazione”. “Non è stata nemmeno fatta – conclude la consigliera – la legge elettorale”. Cinque le sollecitazioni sulla formazione professionale che il consigliere Nicola Danti (Pd) rivolge al neo assessore Emmanuele Bobbio.
“Evidenzio – ha detto Danti - la necessità di legare i finanziamenti all’occupabilità delle persone formate, di coinvolgere le imprese nel processo formativo, il bisogno di avere meno agenzie formative ma più competenti e qualificate con un sistema di accreditamento più selettivo e specializzato”. “Inoltre - continua Danti – dobbiamo semplificare le procedure burocratiche nell’attività formativa ed esigere l’incompatibilità tra i soggetti che programmano la formazione e quelli che poi la gestiscono”.
Danti ribadisce con forza la fiducia a Rossi e alla nuova squadra “una condizione – ha concluso – per portare a termine il lavoro iniziato”. “Il presidente non poteva non prendere atto del ‘terremoto’ che ha investito la politica nazionale, non si poteva far finta che lo scenario politico fosse lo stesso del passato”. Questo il commento del consigliere Udc Marco Carraresi. “Condivido – ha detto il consigliere - la proposta del governatore di un patto di fine legislatura, frutto di un lavoro e di una discussione aperta tra giunta e consiglio e che vada oltre l’appartenenza ai gruppi.
Anche la contrapposizione stessa tra maggioranza e opposizione, che aveva senso e dignità all’inizio della legislatura, ne ha adesso molto meno”. “E’ la prima volta – ha concluso Carraresi – che gli atti che la Giunta invierà al Consiglio non saranno blindati, il Consiglio potrà apportare modifiche, miglioramenti e integrazioni ai testi proposti”. Pieno sostegno e fiducia al governatore Rossi anche da Marta Gazzarri per le sue “politiche riformatrici ed innovatrici soprattutto dal punto di vista urbanistico e del territorio”.
“Rossi si è trovato di fronte – ha detto la capogruppo Idv – non solo ad una crisi economica ma anche idrogeologica che ha dissestato il territorio”. Atto doveroso e sostegno pieno al presidente anche da parte del consigliere Pd Paolo Bambagioni: “Il quadro politico è mutato e il presidente non poteva non tenerne conto. Cambiamenti negli assetti politici ci sono stati anche per il Pdl in questo stesso Consiglio e non c’è stato certo bisogno di tornare a votare”. “Credo – ha aggiunto il consigliere- che alcune critiche ricevute dalla giunta Rossi siano state quantomeno ingenerose.
Il sistema sanitario, per esempio, non è certo al collasso, semmai è in fase di trasformazione”. Bambagioni ha voluto sottolineare, tra i punti programmatici: la “nuova legge elettorale da votare con l’inserimento delle preferenze” e la “creazione di un sistema legislativo e organizzativo a tutela della Protezione Civile”. «Il Nuovo Centrodestra conferma il proprio voto negativo rispetto al documento di fine legislatura propostoci dalla maggioranza, e solleva la questione dell’irregolarità della revoca del vicepresidente che, in assenza di strumenti per valutare quanto asserito dal Collegio di garanzia statutaria, non possiamo considerare chiusa con questo voto».
Così si è espresso il Vicepresidente del gruppo Nuovo Centrodestra Marco Taradash stamattina in Consiglio regionale, dove proseguiva il dibattito sulla fiducia al documento programmatico con cui il governatore Enrico Rossi ha motivato la sua azione di rimpasto di giunta. Taradash ha contrapposto ai dati sull’economia Toscana forniti da Rossi le analisi di Irpet (l’Istituto di ricerche della Regione Toscana) e della Banca d’Italia che fanno risalire la crisi della Regione agli anni precedenti alla crisi.
Se l’economia toscana negli ultimi anni «‘peggiora meglio’ di quella di altre regioni – ha argomentato il Vicepresidente Ncd – è solo perché la sua crisi aveva già provocato la chiusura di aziende, il licenziamento di lavoratori, la diminuzione dei consumi prima che ciò accadesse in Emilia-Romagna o Piemonte». Quanto all’aspetto politico del rimpasto, secondo Taradash «l’inserimento al vertice della giunta della componente renziana ha esclusivamente un segno partitocratico, perché proietta all’interno delle istituzioni l’esito del congresso del Partito Democratico.
Per fare questo, e assicurarsi la candidatura senza fatica alle prossime elezioni regionali, si finisce anche per violare lo Statuto e per liquidare come insignificante il parere negativo unanime del Collegio di garanzia statutaria». Proprio relativamente a quel parere, già a inizio di seduta Taradash aveva chiesto che il pronunciamento del Collegio di garanzia statutaria, di cui hanno parlato i quotidiani nei giorni scorsi, fosse messo a disposizione dell’Assemblea toscana: «Sui giornali – ha spiegato l’esponente del Ncd – è scritto che la revoca della vicepresidente Targetti, eletta in ticket con lo stesso Rossi in forza dell’articolo 12 della nostra legge elettorale, sarebbe illegittima.
Prima di poter votare un documento che assegna fiducia anche a questa parte di rimpasto, il Consiglio ha diritto e necessità di visionare quel pronunciamento. Il fatto che questo diritto ci venga negato, infatti, mette in difficoltà quanti vogliano esprimere al documento di maggioranza voto favorevole in quanto, nel caso, si renderebbero politicamente complici di un atto illegittimo. Per questo, nel confermare il voto contrario rispetto al documento espostoci da Rossi, non possiamo considerare chiusa la questione». Non cambia il giudizio “negativo nel merito e nel metodo” già manifestato da Monica Sgherri, capogruppo FdS-Verdi, all’indomani del rimpasto di Giunta operato dal governatore Enrico Rossi.
Non può cambiare perché “rimane lesa la dignità di Rifondazione comunista, anche dopo aver letto e ascoltato attentamente la comunicazione del presidente”. Entrando nel merito del suo giudizio, Sgherri ha ribadito la “mancanza di un motivo del licenziamento di Allocca”. Sulla crisi profonda tracciata da Rossi nella comunicazione, la capogruppo ha detto che è “condizione nota sulla quale ci misuriamo da quattro anni”. “La novità – ha rilevato – sarebbe stata semmai la verifica sull’efficacia delle proposte e delle azioni messe in atto”.
Il vero motivo del rimpasto, per Sgherri non può essere che “l’allinearsi agli esiti congressuali del Partito democratico”, la cui conclusione è una “giunta monocolore con figure indipendenti di alto profilo”. Nella comunicazione, c’è poi un “appello ai singoli consiglieri, anche oltre la loro appartenenza”. Una “novità” per Sgherri che potrebbe far pensare a “prove di larghe intese”. Nella forma, la capogruppo ha ribadito di essere stati “messi di fronte al fatto compiuto”, con una “logica padronale che poco ha con la storia della sinistra” Per il vicepresidente del gruppo Forza Italia Paolo Enrico Ammirati, il presidente Rossi aveva “una strada e una soltanto, non quella di venire in Aula, ma quella per tornare a casa e riconsegnare il potere di scelta agli elettori”.
Il “terremoto politico” com’è stato definito dal vicepresidente, ratifica un “fallimento completo”. La comunicazione contiene “gli stessi obiettivi programmatici presentati esattamente quattro anni fa”. “Ma non è più la Toscana di una volta dove si decideva tutto a tavolino”, ha avvertito Ammirati. “Oggi il presidente è venuto in Aula – ha continuato – disegnando una Toscana che non è quella che lei aveva programmato. Ha tradito gli ideali che ha sempre professato”.
Augurandosi uno “scatto di dignità”, il vicepresidente ha quindi concluso chiedendo a Rossi le dimissioni. Di comunicazione “sorprendente” sul piano “politico-amministrativo” ha parlato la portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni (Forze Italia) perché “tocca i limiti di questi quattro anni di governo regionale per trasformarli in punti di forza con una schiettezza retorica che lascia ammutoliti”. Sulla richiesta di uno “scatto di responsabilità viste le tante cose ancora da fare”, invocato dal presidente, Fuscagni si dice d’accordo: “Questo Consiglio deve ancora approvare il 90 per cento di ciò che qualifica il lavoro della Giunta”, ma, avverte “non ci sarà nessuna galoppata, nessun scatto di reni o di orgoglio.
Questa legislatura è a meno di un anno dalla sua scadenza naturale ed è stata incapace di approvare e mettere a sistema ciò che avrebbe dovuto fare”. Sul rimpasto, la portavoce dell’opposiozione ha aggiunto che viene fatto “sostituendosi ai toscani, come se si fossero vinte nuove elezioni. Non funziona così” e citando la sostituzione “come fosse un semplice assessore” della vicepresidente Targetti, Fuscagni ha ribadito come “fosse stata scelta e resa nota perché così doveva fare e non è detto che mondi come quello degli industriali abbiano scelto questo presidente proprio in funzione della sua vice”.
Ancora rivolgendosi a Rossi, ha chiarito come “non abbia vinto da solo, semmai ha preteso di governare da solo”. “Di fronte a questa modificazione della politica, una sola strada è possibile: le dimissioni e la ricandidatura perché il cambiamento invocato è solo nelle mani dei toscani”, ha concluso. “Con il limite della nostra rappresentatività, ma con la forza delle nostre idee per una Toscana più protagonista e più moderna, i socialisti le riconfermano la fiducia, con l’augurio che la nostra visione possa contribuire ad orientare il timone della crescita e della modernizzazione”.
Così Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) ha espresso il suo parere alla comunicazione del presidente Rossi pur ribadendo come la “rivoluzione riformista che avevamo in mente e che doveva promuovere un piano innovativo per il turismo, il termalismo e la cultura, ha finito con il partorire non una Toscana orientata a trasformare la bellezza in ricchezza, ma la rappresentazione di una Toscana taroccata”. Sulla “rottura” consumata a sinistra, il consigliere Mauro Romanelli (Gruppo misto) ha auspicato un lavoro di “ricomposizione.
Questa maggioranza va ricostruita”, ha detto, ricordando le “diversità che negli anni abbiamo difeso e condiviso”. “Da domani – ha rilevato – lavoreremo sui singoli atti senza pregiudizio alcuno. Saranno poi i fatti a parlare”. Sui cambiamenti da operare, il consigliere ha ricordato quello “urgente”, relativo al regolamento sulla cannabis a scopo terapeutico. “Abbiamo commesso degli errori che stanno provocando difficoltà e sofferenze ai malati. Occorre intervenire”. Il Segretario Regionale Giovanni Fittante: “Il presidente della Regione Enrico Rossi ha incassato il voto favorevole del Consiglio Regionale sul Patto di fine legislatura.
Come Italia dei Valori abbiamo dato il nostro assenso a questo passaggio, che esprime la necessità di dare maggiore intensità all’attività di governo della Toscana e auspichiamo che adesso non si perda tempo nell’affrontare atti e temi della massima urgenza. Ma si tratta di un assenso condizionato alla qualità politica ed alle scelte che farà questa nuova Giunta per dare risposte al territorio. Fino ad adesso la maggioranza e al suo interno l’Idv – che peraltro ha dato un importante contributo - ha sorretto il governo regionale con un senso di responsabilità di cui ora nessuno si deve dimenticare.
A cominciare dallo stesso presidente Rossi. Come Italia dei Valori ci siamo e ci saremo sempre, disponibili al confronto. Ma bisogna rispettare delle priorità assolute. Prima tra tutte quella del lavoro, della disoccupazione giovanile e della difficile situazione delle famiglie. Dobbiamo adoperarci per comprimere quanto possibile la spesa pubblica e liberare risorse finanziarie che portino ad una riduzione delle tasse, combattere per quanto può competere alla Regione la burocrazia che resta un forte freno allo sviluppo e facilitare la nascita di nuova impresa, con agevolazioni e sostegno da condividere magari con il sistema camerale.
Poi c’è la questione della legge elettorale regionale, su cui vogliamo poter dire la nostra: cambiare si ma in meglio. Abbiamo solo un anno di fronte prima di tornare alle elezioni regionali. Se riusciamo a fare tutto ciò, il patto di fine mandato avrà raggiunto il suo scopo e potrà rappresentare un punto di riferimento anche per il futuro”.