"I cittadini hanno ragione di essere arrabbiati perchè qui il fiume ha allagato quattro volte negli ultimi mesi. Noi abbiamo riattivato i cantieri dormienti delle opere necessarie e già finanziate, alla Querciola infatti i lavori sono ripresi e entro l'estate inizieranno quelli per la realizzazione della cassa di espansione dei laghi Primavera a Pistoia, ma la Regione, da sola, non può fare tutto. Abbiamo subito un taglio alla nostra capacità di spesa del 25%, passando da 2,5 a 1,6 miliardi di euro, ma nonostante questo anche nel 2014 destineremo 50 milioni di euro alla difesa del suolo e altri 8 in particolare alla riduzione del rischio idraulico lungo l'Ombrone" lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso dell'incontro che ha avuto con cittadini e comitati, presso il ponte sull'Ombrone in località Ferruccia. Tra i lavori che verranno effettuati figurano interventi per 1,5 milioni di euro per la riduzione del rischio idraulico lungo l'asta dell'Ombrone, i cui progetti devono essere ultimati entro aprile e i lavori dovranno iniziare entro il prossimo mese di giugno.
Stessa tempistica anche per la messa in sicurezza del torrente Calice fino alla confluenza con l'Agna, un intervento da 1 milione di euro. Oltre 800.000 euro sono invece destinati a finanziare lavori lungo la Brana, in varie località dei comuni di Pistoia e Agliana in seguito ai danni subiti nell'alluvione del 20 e 21 ottobre scorsi. Un milione di euro è destinato invece alla realizzazione della cassa di espansione sul torrente Stella a Pontassio nel comune di Quarrata. Il progetto dovrà essere realizzato entro giugno e i lavori dovrebbero partire entro la fine di settembre.
Infine all'intervento sull'Ombrone tra le località Ferruccia e Caserana sono destinati 1,248 milioni di euro con progetti redatti entro la metà di giugno e l'inizio dei lavori entro il 20 ottobre prossimo. "A noi serviranno altri 4 o 5 anni di interventi costanti – ha concluso il presidente Rossi – ma il Governo deve metterci almeno altrettante risorse di quelle stanziate ogni anno dalla Regione. Con 50 milioni della Regione e altri 50 da Roma, sarebbe 100 milioni di investimenti che nel giro di alcuni anni alzerebbero in modo significativo il livello di sicurezza.
Non escludo di invitare i cittadini della Toscana a sostenere e sottoscrivere una petizione per chiedere al Governo un impegno di questo genere, perchè non possiamo affogare per Maastricht". Stavolta, dopo l'ultimo allarme maltempo che ha rimesso in ginocchio il territorio pratese, il presidente della Provincia Lamberto Gestri ha deciso di alzare il tiro e di scrivere a Giorgio Napolitano e, per conoscenza, ai presidenti del Consiglio e della Regione. “E' da irresponsabili rimanere in silenzio.
Siamo in una situazione drammatica e di emergenza. Per me la sicurezza dei cittadini viene prima di ogni altro obiettivo – afferma Gestri - Ci sono lavori urgenti che riguardano il sistema idrogeologico e le regole per il contenimento della spesa pubblica paralizzano qualsiasi iniziativa. Anche se in banca abbiamo oltre 40 milioni bloccati. Occorre intervenire prima che sia troppo tardi”. “Ritengo un dovere istituzionale quello di scrivere con lo scopo di non lasciare intentata nessuna iniziativa e di percorrere ogni strada possibile per salvaguardare la comunità che mi onoro di rappresentare, proteggendo l'incolumità di migliaia di cittadini che vivono nel territorio della Provincia di Prato – afferma il presidente della Provincia nella sua lettera - Siamo all'indomani dell'ennesima grave emergenza legata al maltempo che ha provocato danni pesantissimi sul fronte dell'assetto idrogeologico.
Anche stavolta sono stati scongiurati per un soffio danni ancor più gravi legati alla piena del fiume Ombrone, che avrebbe potuto colpire una zona ampia e densamente abitata, mentre eventi franosi e smottamenti si sono moltiplicati su tutto il territorio”. Per fronteggiare le nuove emergenze e le situazioni di pericolo ad esse collegate la Provincia di Prato ha programmato di attivare una serie di interventi che riguardano il reticolo idraulico e alcuni eventi franosi che creano gravi problemi alla viabilità.
“Proprio in questi giorni avrebbe dovuto essere formalizzata la sottoscrizione del contratto di appalto per l'esecuzione di lavori, divenuti oramai urgenti e indifferibili, finalizzati al ripristino di dissesti arginali verificatesi a seguito dell'evento del marzo 2013 per il quale fu dichiarato lo stato di emergenza nazionale. L'importo previsto è di circa 925 mila euro – racconta Gestri - La sottoscrizione del contratto purtroppo al momento non ha potuto aver luogo, causa i vincoli pesantissimi imposti dalla Legge di stabilità 2014 che di fatto paralizza ogni attività dell'ente, impedendo di onorare gli impegni assunti in termini di spese di investimento, di affrontare le somme urgenze e di stipulare nuovi contratti.
Di fatto siamo alla paralisi dell'attività dell'ente”. Quello di Gestri è un appello alle massime autorità dello Stato a intervenire, in una logica di collaborazione. “Ritengo che una situazione di questa gravità non sia più sopportabile e meriti la massima attenzione e l'impegno di tutte le istituzioni, locali e nazionali, per il suo superamento – scrive - I provvedimenti, pur necessari, di contenimento della spesa pubblica non possono contrastare con il dovere di mettere in atto tutte lei iniziative necessarie a salvaguardare l'incolumità dei cittadini e i territori dove essi vivono.
Per questo resto in attesa di una risposta e chiedo con forza che le norme sul patto di stabilità siano assunte con il dovuto rispetto per la salvaguardia dei territori e della stessa vita delle persone che vi abitano”. Da un punto di vista meramente tecnico la legge di stabilità 2014 ha aggiornato la base di calcolo per la determinazione degli obiettivi programmatici del triennio 2014-2016 prendendo a riferimento la spesa media (in termini di impegni correnti) del triennio 2009/2011 e ha aumentato le percentuali da applicare alla media degli impegni del triennio 2009/2011.
L’obiettivo programmatico 2014 a cui viene inchiodata la Provincia di Prato applicando le nuove modalità di calcolo previste dalla finanziaria 2014, risulta pari ad € 9.141,74 (in migliaia di euro) rispetto all’obiettivo programmatico 2013 di € 5.007,90 (in migliaia di euro), quindi con un incremento dell' 82,55%. Paradossalmente, a peggiorare la situazione, c'è il peso dei 25 milioni arrivati dal Governo per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi. Così il peggioramento dell'obiettivo programmatico da conseguire nel triennio 2014/2016 comporta l'impossibilità di ottemperare agli impegni assunti negli esercizi precedenti in termini di spesa d’investimento, di fronteggiare le somme urgenze e di stipulare nuovi contratti. E' partito il cantiere della Provincia per il ripristino della frana arginale che ha interessato il tratto dell'Ombrone nella zona di Candeli.
La ditta Cafissi ha posizionato i primi materiali per avviare l'attività di consolidamento della scogliera, che sarà ricostruita. “Abbiamo attivato una procedura di somma urgenza per intervenire nel punto maggiormente a rischio, ma in quella zona molti sono i dissesti che avrebbero bisogno di intervento immediato se solo ci fosse consentito agire subito e senza impedimenti”, spiega l'assessore alla Difesa del suolo Stefano Arrighini, che si riferisce all'allarme lanciato proprio questa mattina dal presidente della Provincia Gestri sull'emergenza creata dal maltempo nel reticolo idraulico provinciale. Intanto è stato effettuato un nuovo sopralluogo, verificando la situazione fotograficamente e con l'ausilio della planimetria.
Individuati 4 punti di criticità, oltre a quello su cui si sta intervendo a ridosso del rio Calcinaia (siamo nel comune di Poggio a Caiano verso Comeana) con smottamento anche nell'argine superiore. Negli altri punti vi sono ulteriori smottamenti che interessano la parte arginale inferiore, ma in alcuni punti già protetti dai teloni provvisori appaiono sofferenze per l’ulteriore erosione dell’acqua. Calenzano è in vetta alla classifica dei Comuni più virtuosi per la prevenzione del rischio idrogeologico.
A dirlo è il rapporto di Legambiente e Protezione Civile “Ecosistema Rischio 2013”, un monitoraggio sulle attività di oltre 1.500 amministrazioni comunali. L’82% di questi hanno aree a rischio, con abitazioni in zone alluvionabili o esposte al pericolo di frane, mentre il Comune più virtuoso risulta appunto Calenzano, seguito da Agnana Calabra (Reggio Calabria) e Monasterolo Bormida (Asti). Nella classifica per i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico, solo 7 Comuni su 1500 ricevono la classe di merito di ottimo: il primo di questi è Calenzano con un punteggio di 9,75.
Un voto basato sulla manutenzione e la messa in sicurezza di fiumi e torrenti e sull’efficienza del sistema locale di protezione civile. “Dai dati diffusi da questo rapporto – ha commentato il Sindaco Alessio Biagioli – emerge innanzitutto l’inadeguatezza della difesa del suolo e del territorio in Italia. Una mancanza che purtroppo verifichiamo ogni volta che si manifesta un’emergenza maltempo. La presenza però di Comuni virtuosi dimostra che agire in un altro modo è possibile. Vedere Calenzano in cima alla classifica è per noi la conferma di tutto il lavoro fatto in questi anni per mettere in sicurezza il territorio e per organizzare un sistema di protezione civile interno che, con la collaborazione delle associazioni, riesce a gestire le emergenze al meglio.
Basta vedere gli eventi degli ultimi giorni, che hanno messo in ginocchio tanti Comuni in Toscana, anche vicini a noi, e che a Calenzano hanno provocato solo piccoli problemi, sui quali siamo subito intervenuti”. Interventi strutturali definitivi per la messa in sicurezza della zona e intese sulle modalità operative per la gestione delle emergenze in caso di piena dell’Arno. In attesa di queste due soluzioni a medio e lungo termine il Sindaco di Montopoli Val d’Arno, in condizioni di emergenza, potrà convocare tecnici della Regione, Provincia, Ferrovie, Genio Civile, Autorità di Bacino dell’Arno e Consorzio di Bonifica Valdera per condividere gli interventi più opportuni per la sicurezza in relazione all’evoluzione degli scenari. Queste sono le soluzioni condivise dai partecipanti al vertice tenutosi questa mattina in Prefettura, dove si sono affrontate le criticità presenti nel Comune di Montopoli Val d’Arno, in particolare nella frazione di Casteldelbosco, dove lo scorso 31 gennaio la piena dell’Arno ha creato non pochi problemi. Nel corso della riunione è stata da tutti rappresentata la necessità di intervenire con opere strutturali per garantire, in caso di piena dell’Arno, la salvaguardia delle popolazioni dal pericolo di eventi alluvionali e la sicurezza della circolazione dei treni sul rilevato ferroviario sito in quella frazione del Comune di Montopoli Val d’Arno. Il Sindaco Vivaldi a breve convocherà un tavolo con i soggetti competenti per elaborare il protocollo operativo con le procedure da attivare in caso di emergenza. Alla riunione hanno partecipato l’ing.
Giovanni Massini della Regione Toscana, il Presidente della Provincia Andrea Pieroni e il Sindaco di Montopoli Val d’Arno Alessandra Vivaldi con i rispettivi staff tecnici, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Marco Frezza, il geom. Fausto Taddei del Genio Civile, l’ing. Isabella Bonamini dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, il Direttore del Consorzio di Bonifica Valdera Gianluca Soro, il Direttore della Direzione Territoriale Produzione di RFI Massimo Del Prete con Milos Smeraldi della Protezione Aziendale e Gabriele Ticci della Direzione Territoriale Produzione.