FIRENZE - Prolungato fino alle 18 di domani, mercoledì 12 febbraio, lo stato di allerta per rischio idrogeologico-idraulico nella zona della foce dell'Arno, e fino alle 12 di domani nei bacini centro-occidentali della Sieve, medio e basso Valdarno, Ombrone e Bisenzio, Elsa, Era e Greve-Pesa. Lo comunica la Soup, sala operativa unificata della Protezione civile regionale. In queste stesse zone viene confermato fino alla mezzanotte di oggi, martedì 11 febbraio, il livello di criticità elevata, e di criticità moderata nei bacini centro-meridionali del Cecina e del Bruna.
Le province interessate sono dunque quelle di Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena. "Non si può morire per Maastricht e neppure per il Fiscal Compact, non si può morire affogati o franati". Così il presidente Enrico Rossi intervenendo, in Consiglio Regionale, nel dibattito che ha seguito la comunicazione dell'assessore alla presidenza Vittorio Bugli in merito alle più recenti situazioni legate al maltempo che ha colpito tante zone della Toscana.
Rossi ha sottolineato, in particolare, la necessità che lo Stato intervenga sulle azioni di prevenzione mettendo a disposizione della Regione risorse annue, per almeno un decennio, almeno pari a quelle stanziate dalla Regione stessa. "Siamo disponibili - ha spiegato Rossi - a stanziare 50 milioni ogni anno e se una cifra almeno analoga arrivasse dallo Stato, nel giro di un decennio avremmo reso sostenibile una adeguata attività di prevenzione su un territorio che ne ha evidente bisogno". Il presidente ha ricordato lo stanziamento sulla prevenzione, già deciso dalla Regione, di 50 milioni per il 2014 ("Questa è la strada giusta su cui continuare, la strada ragionevole") ed ha rivolto un appello ai parlamentari toscani ricordando come, per le attività di prevenzione, il Parlamento abbia stanziato nell'anno in corso appena 40 milioni per tutta Italia mentre sarebbe necessario almeno un miliardo ogni anno ("fuori dal patto di stabilità, qualcuno vada a Bruxelles a dirlo").
Il presidente ha quindi analizzato altri aspetti sempre legate alle situazioni in cui si trovano, in Toscana e non solo, tanti territori in seguito ad eventi alluvionali: il pagamento dallo Stato sulle somme urgenze ("Lo Stato non può sottrarsi: i Comuni devono essere aiutati e dobbiamo stare a fianco dei sindaci"), un migliore funzionamento nel sistema dei Consorzi ("La nostra legge dice con chiarezza a chi spettano le competenze"), l'utilizzo del territorio agricolo ("E' davvero l'ora di dire basta a lottizzazioni e cementificazioni: la vera prevenzione primaria sta nel blocco delle edificazioni sui terreni ancora intonsi") con una rapida approvazione della proposta di legge da tempo varata dal governo regionale.
Su questo "pacchetto" di azioni, Rossi ha quindi proposto al Consiglio un "percorso unitario", anche riferito a un ravvicinato incontro con i sindaci (previsto lunedì 17 febbraio) e con i parlamentari. A questi ultimi - ha aggiunto - va chiesto anche un particolare impegno affinchè lavorino perchè lo Stato faccia davvero per intera la sua parte nei confronti di una Toscana non sempre trattata in modo equo rispetto ad altre regioni (per esempio sul pagamento delle scorte e sullo slittamento delle tasse per i soggetti privati che hanno subito danni per alluvioni).
In apertura di seduta era stato Vittorio Bugli, assessore alla Presidenza, a fornire alcune cifre sottolineando la necessità di un urgente e significativo intervento dello Stato. Dall'ottobre 2011 al gennaio 2014 - ha detto Bugli - i danni complessivi che ha subito la Toscana in seguito a eventi alluvionali raggiungono un miliardo e mezzo di euro: solo per gli eventi di gennaio, ed escludendo quelli delle ultimissime ore, la stima prevista raggiunge i 250 milioni di euro. "Non possiamo - ha aggiunto - continuare a intervenire da soli: lo Stato sarebbe l'ora si accorgesse che l'emergenza c'è sul serio".
Il Consiglio ha quindi approvato una legge che stanzia tre milioni (di risorse regionali) con contributi fino a 5 mila euro per le famiglie in difficoltà colpite dalle piogge e dalle frane di questo gennaio. La stima per le somme urgenze (interventi finalizzati all’eliminazione di pericolo per la pubblica incolumità) ammonta a 23,5 milioni di Euro. I danni a beni e pubblici e privati sono stimabili in 170 milioni, anche se sono “in corso interventi anch’essi di somma urgenza il cui costo non è stato incluso”.
Questi i dati resi noti dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli nel corso della comunicazione al Consiglio regionale. Nel ripercorrere i principali eventi alluvionali che hanno interessato tutte le province toscane soprattutto nel mese di gennaio, l’assessore ha rilevato come lunedì prossimo, 17 febbraio, è fissato un incontro con i sindaci dei territori coinvolti e i parlamentari toscani, per “chiedere un sostegno al Governo centrale nel fronteggiare l’emergenza”.
Le avverse condizioni meteorologiche sono iniziate con i primi eventi alluvionali del 4 e 5 gennaio, giorni in cui si sono registrate piogge particolarmente intense nel settore nord-occidentale della regione con precipitazioni fino a 150mm nelle zone del Magra e Garfagnana (di cui oltre 100mm nella sola giornata del 4). “Le criticità segnalate – ha detto Bugli – sono arrivate prevalentemente dalle province di Lucca e Massa-Carrara ed hanno interessato diverse infrastrutture viarie strategiche”.
A questo evento è poi seguito quello del 17, 18 e 19 gennaio che “nuovamente è stato significativo” per le zone già colpite in precedenza e che ha fatto registrare precipitazioni fino a 350mm per zone della Garfagnana e alta Val di Lima e di 130mm, nella giornata del 18, su un’area estesa che include gran parte del bacino del Serchio e la Versilia. “A seguito di questo evento – ha continuato l’assessore – si è delineata una situazione di criticità tale da determinare la dichiarazione di evento di rilevanza regionale per le province di Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, tale da richiedere il riconoscimento di emergenza nazionale per cui è stata predisposta una prima stima di censimento danni di circa 16 milioni per somme urgenze e 100 per danni a beni pubblici e privati”.
Allora le province colpite erano 5 ed i Comuni interessati 74. Lucca e Massa-Carrara risultavano essere i territori più colpiti con circa il 74 per cento di danni registrati e determinati in larga parte da eventi franosi. Tra questi Bugli ha ricordato la frana di Fabiano nel Comune di Stazzema, quella a Piaggia Grande nel Comune di Barga e sulla strada provinciale della Tambura in provincia di Massa-Carrara. Il 30, 31 gennaio e il primo di febbraio, una nuova perturbazione ha imposto un aggiornamento delle stime e dei territori coinvolti.
I bacini idrografici dei fiumi Cecina, Cornia e Albegna sono stati particolarmente colpiti anche se i fenomeni hanno interessato “tutto il territorio regionale”. “I cumulati di pioggia – ha affermato Bugli – hanno superato i 200mm nella sola giornata del 30 gennaio interessando per la maggior parte la Garfagnana e la porzione di alimentazione dell’Ombrone Pistoiese”. Le precipitazioni abbondanti hanno comunque coinvolto anche il bacino del Cornia, “con punte di 140mm e valori medi intorno ai 110mm nei bacini del Cecina e dell’Albegna”.
Nel bacino dell’Arno sono state registrate piogge medie di circa 80mm con punte di 180. I tre giorni di pioggia a cavallo tra la fine di gennaio e il primo giorno di febbraio hanno innescato “ulteriori, rilevanti frane”. Tra queste quella di Panicaglia a Borgo San Lorenzo e il crollo delle mura medievali di Volterra. I fenomeni alluvionali hanno determinato rotture arginali come quella del fiume Era nel Comune di Ponsacco, e allagamenti vari nel Comune di Montopoli val d’Arno e Saline di Volterra.
Proprio a seguito di quest’ultimo episodio, è stata “decretata l’emergenza regionale per tutto il territorio toscano ed è stata presentata al dipartimento di Protezione civile una relazione complessiva degli eventi per il riconoscimento dell’evento nazionale”. “Alle cinque province già inizialmente inserite tra cui Pisa che ha notevolmente incrementato i danni già censiti – ha sottolineato l’assessore – si sono aggiunte le altre e i comuni interessati sono passati da 74 a 155”.
L’assessore ha concluso il proprio intervento parlando delle ultime avverse condizioni atmosferiche, delle piogge cadute con insistenza anche nelle giornate del 9 e 10 febbraio, che hanno provocato diversi allagamenti, oltre a frane e chiusure di strade come la provinciale 117 e le regionali 65 e 445. “Questo ennesimo evento alluvionale aumenterà le somme urgenze di ulteriori 2 milioni di euro” ha precisato Bugli. L’assessore ha elencato una serie di calamità – dal terremoto all’alluvione – che hanno colpito la Toscana dal 2011 ad oggi, parlando di “danni per un miliardo e mezzo”, per i quali la Regione “ha già speso quasi 150 milioni”.
“Siamo piegati ma non ci romperemo. Una cosa è certa: la Toscana non può più affrontare l’emergenza da sola, è urgente l’intervento dello Stato”. Il Consiglio regionale comunque, come ha ricordato l’assessore, sarà chiamato ad approvare una proposta di legge per stanziare contributi straordinari in favore delle popolazioni dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali dal 4 gennaio al 1° febbraio. Dopo la giornata già impegnativa di ieri, è stata una notte di grande allerta per gli uomini del Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina.
Tutto il personale consortile si è attivato per controllare la situazione dei corsi d’acqua della Piana e per far lavorare al meglio gli impianti che pompavano artificialmente l’acqua, evitando allagamenti. Dal tardo pomeriggio di ieri sono stati attivati gli impianti idrovori della Viaccia e del fosso di Piano, fra Signa e Campi Bisenzio, mentre sono state chiuse le paratoie alla confluenza del Fosso Reale nel Bisenzio. È stato poi necessario attivare l’impianto idrovoro di Crucignano, nel Comune di Campi Bisenzio, posto alla confluenza del torrente Marina con il fiume Bisenzio, per regolare e mantenere costanti i livelli dei canali di acque basse della zona di Fornello.
Nella notte sia Arno che Bisenzio hanno superato gli argini, riempiendo d’acqua l’area dei Renai che, storicamente, funziona come una cassa di espansione naturale. Uno sversamento così consistente dell’Arno nei Renai non avveniva comunque dal 1992. Verso le 10 di stamani è passati il colmo di piena dell’Arno a Ponte a Signa: i livelli sono ora in discesa e non ci dovrebbero ulteriori criticità. “Ora tutti al lavoro per prevenire al meglio altri eventi come questo – ha detto il commissario del Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina, Marco Bottino - che potrebbero avere esiti drammatici sul territorio.
Si è rivelata importante la scelta di far rimanere ‘all’asciutto’ i canali pompando via l’acqua fin dalla mattina, prima dell’arrivo delle piene di Arno e Bisenzio. Questo non solo ha consentito di regolare al meglio il reticolo di bonifica, ma ha permesso, nel momento del bisogno, di far defluire le acque del Fosso Macinante e della Goricina nei canali di bonifica, evitando la loro tracimazione in zone abitate. Questo evento insolito deve far riflettere in futuro su una migliore e diversa gestione di questi due corsi d’acqua ricadenti sotto la responsabilità del Comune di Firenze”. L’evento di maltempo di ieri è stato particolarmente severo per intensità ed estensione del territorio interessato.
Sotto il profilo dei corsi d’acqua ha comportato il raggiungimento dei livelli di guardia nel reticolo idraulico, in particolare per i fiumi Ombrone Pistoiese, Bisenzio, Sieve (con esondazione a Sagginale e Ponte a Vicchio), Vingone e Ema, oltre che dell’asta principale del fiume Arno. Al momento non risultano particolari segnalazioni di danni alle difese idrauliche. Alle ore 15 di ieri è stata aperta la Centrale Operativa del Servizio di Piena della Provincia di Firenze, rimasta in azione ininterrottamente e tuttora aperta per monitorare la situazione e coordinare gli interventi necessari.
Al momento i livelli risultano in graduale diminuzione, ma si prevede che l’evento di piena continuerà per tutta la giornata e nottata prossima con un rientro nei livelli di guardia nella mattinata di mercoledì. “Voglio innanzitutto nuovamente ringraziare il nostro personale del Servizio di Piena e della Protezione Civile - ha affermato l’Assessore all’Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia di Firenze Renzo Crescioli - che sta ancora in queste ore seguendo con professionalità e dedizione questa ennesima delicata situazione, in stretto raccordo con gli altri Enti interessati e le associazioni di volontariato.
Quello di ieri è stato il secondo evento di maltempo a distanza di dieci giorni che ha colpito il territorio mentre erano in corso di predisposizione diversi interventi in somma urgenza conseguenti alle ultime piene. Tra questi - prosegue Crescioli - anche la risistemazione dell’opera di svuotamento della cassa di espansione di Granaiolo a Castelfiorentino, che comprenderà anche alcune opere necessarie per migliorare lo scolo dei terreni. Colgo l’occasione per comunicare che nei giorni scorsi sono stati affidati e consegnati anche i lavori per la sistemazione delle paratie sull’Elsa della medesima cassa di espansione.
Con questa serie di interventi, condizioni meteo permettendo, alcune rilevanti criticità esistenti in quell’opera idraulica dovrebbero essere superate”. Dopo una giornata di piogge incessanti in tutto il Mugello, è stata una notte da incubo per gli abitanti di Sagginale. La Sieve attorno alle 23 è esondata a monte di Sagginale allagando campi e aree circostanti. Situazione critica con mezzo metro d’acqua che ha invaso la strada e circa una ventina di famiglie con cantine e locali interrati allagati.
Già nel tardo pomeriggio il sindaco di Borgo Giovanni Bettarini aveva già disposto a scopo precauzionale la chiusura al transito del ponte d’ingresso alla frazione. Avvertito di quanto stava accadendo, si è recato sul posto con i Carabinieri e il neocomandante della Compagnia, il capitano Paolo Bigi, e attraverso Facebook ha postato aggiornamenti della situazione. Al presidio erano impegnati addetti della Protezione Civile, Vab Mugello, volontari, Polizia municipale e Carabinieri, operai comunali.
“Abbiamo interessato le autorità preposte - sottolinea il sindaco di Borgo Giovanni Bettarini - per capire, con forte maltempo ampiamente annunciato dalle previsioni, se ci sia stata disattenzione nella gestione dell’invaso di Bilancino e se magari il rilascio controllato di acqua potesse essere svolto negli scorsi giorni e non proprio ieri, giornata critica e difficile, tra apprensione e preoccupazione”. Stamani la situazione è migliorata: il livello della Sieve è sceso e l’acqua scorre regolarmente, ed è stata quindi disposta la riapertura del ponte di Sagginale.
Restano campi allagati e i danni causati dall’ondata di maltempo. Altra situazione critica sulla strada comunale Luco-Ronta con una frana che si è aggiunta alle altre verificatisi nei giorni precedenti, che ha isolato per alcune ore delle famiglie. A intervenire rapidamente è stata una squadra di quattro addetti comunali che dalle 19 alle 22 hanno lavorato per liberare parte della strada dove si era riversata una massa di oltre 100 metri cubi di terreno e vegetazione. Su questo tratto stradale viene operato un restringimento della carreggiata con senso unico alternato, mentre resta chiuso al transito l’altro tratto della viabilità Luco-Ronta, dove sono ancora in atto numerosi smottamenti e microfrane.
E ancora smottamenti minori si segnalano sulle strade comunali di San Cresci e Poggioforzoli. Ma il quadro completo e aggiornato lo fornirà la ricognizione generale che è in corso da parte dei tecnici del Comune. Resta sorvegliata speciale, ma si aggrava, la frana di Panicaglia. Il Comune di Barberino fa la conta dei danni causati dall’ondata di maltempo che ieri si è riversata pesantemente anche sull’area del Chianti. Frane e smottamenti hanno interessato alcune viabilità del territorio costringendo la giunta Semplici a mettere in atto un intervento di somma urgenza per una spesa complessiva stimata di circa 35mila euro.
Oltre a vari smottamenti verificati in più punti del territorio, tre sono le criticità maggiori legate a frane di considerevoli dimensioni e strade impercorribili, occupate per decine di metri da detriti e fango. Si tratta di via di Poppiano, danneggiata in due diversi punti, e via delle Stallacce. Il primo caso è quello più consistente ed è stato causato da una frana che ha invaso la sede stradale per circa 20 metri. Il crollo della strada ha reso la frazione di Poppiano isolata dall’area della Zambra, mentre è raggiungibile dalla zona di Linari Sant’Appiano.
L’altro smottamento si è verificato a valle di Poppiano prima di arrivare alla località Zambra e occupa due terzi della carreggiata. La strada sarà riaperta nel giro di qualche giorno. Il maltempo ha causato danni ingenti anche in via delle Stallacce, nella frazione di Vico, che già qualche anno fa era stata colpita e danneggiata dalle abbondanti precipitazioni della stagione autunnale. Problemi di rilievo si sono registrati anche nella zona di San Lorenzo a Vigliano con smottamenti lungo la strada.
Per il momento il transito è possibile a senso unico alternato. Per rendere transitabile la strada è stato istituito un senso unico alternato. “Gli interventi sono stati tempestivi – dice il sindaco Maurizio Semplici – sia nelle situazioni di piccola entità sia in quelle che hanno richiesto interventi più massicci; per il nostro territorio la pianificazione di interventi per la prevenzione sul rischio idrogeologico è diventata una priorità e non ce ne possiamo preoccupare solo quando sono in arrivo le perturbazioni perché potrebbe essere già troppo tardi; un piccolo Comune come il nostro, che deve sottostare al patto di stabilità, non può disporre di tali risorse, è necessario che lo Stato in particolare rifletta sull’importanza di destinare fondi più consistenti alla prevenzione del rischio idrogeologico”.
Per quanto riguarda Tavarnelle la situazione è in linea di massima meno critica grazie anche ai pronti interventi dei volontari della Protezione civile della Misericordia che ieri fino a notte fonda sono intervenuti insieme al vicesindaco David Baroncelli per rimuovere detriti dalle strade maggiormente colpite. “Si è verificato – commenta il vicesindaco – un problema di allagamento in via Gramsci a Sambuca e uno smottamento in via Cassia, tra Pontenuovo e Romita, abbiamo spalato detriti fino alle 3 di notte, successivamente è intervenuta la Provincia per rimuovere lo smottamento e mettere in sicurezza l’area”. Le foto sono di OkMugello e Maurizio Mazzanti del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina e sono state scattate all'alba di stamani
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Una lettera per chiedere alla Regione Toscana di fare tutti gli sforzi possibili per ricercare le risorse da destinare alla ricostruzione del Ponte sul fiume Orcia.
E’ quella inviata dal presidente della Provincia, Simone Bezzini alla Regione per chiedere sostegno finanziario da destinare alla ricostruzione del Ponte, danneggiato dall’alluvione del novembre dello scorso anno sulla Sp 18/E. “In data 23 aprile 2013 con una lettera – scrive Bezzini – la Regione si è impegnata a fare il possibile per la ricostruzione del ponte sul fiume Orcia. In questi mesi la Provincia di Siena, con risorse proprie, ha affidato la progettazione dei lavori che, dopo ripetuti colloqui con la Soprintendenza dovuti alla delicatezza dell’intervento per ragioni storiche e paesaggistiche, vedrà l’approvazione della progettazione preliminare.
L’opera per la sua realizzazione ha bisogno di circa 5 milioni e 500 milioni di euro. Pur comprendendo le grandi difficoltà di questa fase, chiedo alla Regione di fare tutto il possibile per reperire le risorse necessarie per dare una risposta alle imprese e ai cittadini della Val d’Orcia che, ormai da un anno, sono costretti a convivere con questa situazione di grave disagio”. La pioggia non dà tregua alla provincia di Siena, continuando a provocare frane e smottamenti su gran parte del reticolo stradale.
Numerose le invasioni di carreggiata registrate nel corso della giornata, che hanno richiesto l’intervento dei tecnici della Provincia e dei Comuni interessati. Le piogge persistenti di ieri hanno causato criticità soprattutto nelle zone della Val d’Arbia e Val d’Elsa. Intanto la sala operativa unificata della Protezione civile regionale ha prolungato fino alle 18 di domani, mercoledì 12 febbraio, lo stato di allerta per rischio idrogeologico-idraulico per otto province toscane su dice, tra cui Siena.
Destano preoccupazione, in particolare, i bacini di Ombrone e Elsa. “Si tratta prevalentemente di frane che hanno interessato la viabilità provinciale e su cui sono in corso interventi di ripristino - sottolinea il vice presidente della Provincia e assessore alla Protezione civile, Alessandro Pinciani. Solo in alcuni casi si è resa necessaria la chiusura del tratto, almeno fino a quando le condizioni meteo non permetteranno di poter dare avvio ai lavori di ripristino; la maggior parte delle situazioni sono state tamponate con l’istituzione di sensi unici alternati.
La situazione più critica riguarda la Cassia, all’entrata di Buonconvento, ma è raccomandata massima prudenza alla guida su tutte le strade perché molti movimenti franosi, seppur di piccola entità, non si sono ancora arrestati. La priorità, in questo momento, è garantire la sicurezza di tutti coloro che viaggiano sulle nostre strade”. Le provinciali chiuse per frane sono due: la Sp 137 di Celamonti, nel comune di Montalcino, nel tratto che da Torrenieri conduce a San Quirico, e la Sp15 tra Torrita e Montefollonico, nel comune di Torrita di Siena.
Lungo la Sp 1 di San Gimignano si sono registrate diverse farne di media entità; al Km. 7 della Sp 31/A di Chiusdino è stato istituito un senso unico alternato per frana, così come lungo la Sp 75 di Pieve a Salti, nel comune di Buonconvento, sempre per una frana che ha interessato la carreggiata. Sr 2 Cassia, senso unico alternato al Km. 191. Particolarmente critica la situazione sulla Sr 2 Cassia al, Km. 191, nel comune di Buonconvento, trattandosi del collegamento stradale più importante tra il sud e il nord della provincia.
Le piogge persistenti di questi giorni hanno prodotto una frana di scivolamento che ha interessato la coltre più superficiale di terreno, in corrispondenza del versante a monte del km 191, riversando materiale sulla sede stradale. “Dalla notte scorsa - spiega Pinciani - è stato istituito un senso unico alternato perché una eventuale chiusura della strada avrebbe causato enormi problemi alla circolazione complessiva. I lavori di messa in sicurezza sono in corso - è stata scavata una trincea a valle del fronte di frana con sistemazione di pali per evitare l’invasione di carreggiata - ed è stato organizzato un presidio da parte delle forze dell’ordine, Polizia provinciale e Carabinieri, e del volontariato per monitorare costantemente, anche durante la notte, il fronte di frana e la sicurezza della circolazione stradale”.
Strada comunale di Vallerano chiusa per frana. Interrotta da una frana anche la strada comunale di Vallerano, nel Comune di Murlo, che ha impegnato tutta le sede stradale. Sul posto, insieme ai tecnici del comune, è intervenuta anche la Provincia nel suo ruolo di coordinamento di Protezione Civile. La strada interessata è la sola carrabile per raggiungere il centro abitato di Vallerano, dove risiedono tre nuclei familiari. Difficile la situazione per i residenti, che possono attraversare il tratto di strada solo a piedi.