Il giorno di Matteo Renzi: il sindaco di Firenze e segretario del PD in streaming davanti all'Italia chiamato ad una risposta forte e decisa dopo l'affondo del Premier. Da più parti si aspetta la sfiducia ufficiale al Governo. Elezioni, Staffetta, Rimpasto? Un incontro "Franco" quello di ieri, che però ha portato ad una conferenza del Premier Enrico Letta inattesa, tesa e ricca di spunti riflessivi. Renzi: "Oggi viviamo un momento di grande difficoltà ed imbarazzo.
Staffetta è quando si procede con uguale velocità e nella stessa direzione.. non è questo il caso. La Direzione ringrazia Enrico Letta per il lavoro svolto e per l'apporto dato. Assume Impegno Italia come contributo, ma chiede una fase nuova con un esecutivo nuovo. Siamo ad un bivio e non possiamo restare nel mezzo. Non ci troviamo al bivio per nostra scelta o per mancanza di appoggio del PD al Governo. I fatti parlano per noi, ma se la situazione richiede energia ed entusiasmo radicalmente nuovi non si può aspettare" cita l'attimo fuggente Renzi.
"Stai attento perché ti bruci" i messaggi arrivati a Renzi "ma se non avessi rischiato - dice il segretario - sarei a fare il secondo mandato alla Provincia di Firenze". Chiede "un protagonista forte" per il PD che deve fare le riforme perché l'Italia "rischia ogni giorno". "Prenderemo la strada più difficile, l'unica soluzione con 200 deputati e 100 senatori che si possa prendere. Ambizione smisurata da parte mia? Non lo smentisco. Discutiamo, litighiamo, ci confrontiamo, ma c'è un'ambizione di pensare che non possiamo vivere nell'incertezza e nell'instabilità, vi chiedo pertanto di uscire dalla palude".
Niente elezioni, ma un cambiamento in corsa, una corsa diversa verso altri obbiettivi e con altre persone, non in Parlamento, solo all'esecutivo, per gli anni che restano. La relazione di Matteo Renzi viene approvata dal Direttivo: Enrico Letta sfiduciato dal proprio partito si dimette ed annuncia per il 14 febbraio l'incontro con Giorgio Napolitano per rimettere il mandato. Enrico Letta aveva detto: "Lo vogliono gli italiani: ognuno deve pronunciarsi e assumersi le sue responsabilità, soprattutto chi vuole venire qui al posto mio.
Le dimissioni non si danno per dicerie, manovre di palazzo, o retroscena di giornali. Ognuno deve pronunciarsi, soprattutto chi vuole venire qui al posto mio. Ognuno deve giocare a carte scoperte. Le sedi appropriate sono i partiti politici, che esprimono i gruppi parlamentari, che esprimono i voti di fiducia. Questo vuol dire che ognuno deve assumersi le sue responsabilità, a partire dal mio partito e dal mio segretario. E la Direzione Pd di domani è parte integrante di questo percorso" "Il presidente Enrico Rossi su Facebook: "Ieri ero a Roma.
Fino al primo pomeriggio, tutti, politici e giornalisti, davano per fatta la staffetta e il nuovo governo Renzi. Poi, intorno alle 15, la notizia che Letta avrebbe presentato il suo programma e sfidato "chi vuole togliergli il posto". Verrebbe da dire: mi sembrate tutti matti. Ma sono sicuro che non lo siete. Il problema sono solo io che non capisco. Oggi dovrei essere ancora a Roma, alla direzione nazionale. Non so se riuscirò ad andare. Ho molto da lavorare per la Regione Toscana". «Facciamo il punto: il Presidente del Consiglio, del Pd, è sfiduciato dal Pd, durante la direzione del Pd, per far sì che il Presidente della Repubblica, del Pd, affidi il nuovo incarico al segretario del Pd.
Solo per gli smemorati: alle ultime elezioni politiche il Pd è risultato il secondo partito prendendo il 25,42% alla Camera. La coalizione di sinistra ha usufruito del premio di maggioranza per un vantaggio inferiore allo 0,4% sulla coalizione di centrodestra». Lo scrive il Consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai in merito a quanto sta accadendo alla direzione nazionale Pd. "Oggi, nella consapevolezza della necessità di una fase nuova per il Paese, ho deciso di votare a favore del documento presentato in direzione da Matteo Renzi: l'Italia ha infatti bisogno di un nuovo esecutivo che si ponga l’orizzonte naturale della legislatura, per consentire al Paese di affrontare la crisi istituzionale, sociale ed economica che sta attraversando.
Tutto questo imprimendo un'accelerazione per portare a compimento la nuova legge elettorale e le riforme costituzionali riguardanti il Titolo V e la trasformazione del Senato della Repubblica. Riforme complementari a quelle economiche di cui abbiamo bisogno. Ma serve una svolta anche nella politica europea, alla vigilia della presidenza italiana, per modificare la linea di austerità che l'ha caratterizzata finora. Si tratta di una grande sfida per il cambiamento, per attuare il quale serve un programma che dovrà essere innovativo e coraggioso, davvero riformatore e moderno".
Lo dichiara la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli.