Lunedì 10 febbraio al Teatro Shalom di Empoli alle ore 21.00, in esclusiva per la Toscana, arriva l’atteso duo Vladimir & Vovka Ashkenazy, secondo appuntamento dei Concerti 2014 del Centro Busoni. Il concerto si preannuncia tutto esaurito. Il celeberrimo Vladimir Ashkenazy sarà per la prima volta a Empoli a due pianoforti col figlio Vovka, docente all’Accademia di Imola, per grandi pagine di Franz Schubert, Johannes Brahms, Alexander Borodin e Igor Stravinskij. Ad aprire la serata il Divertimento all’ungherese (1824) di Franz Schubert, capace di evocare la sonorità e l’idea visionaria dell’Ungheria, pur senza ricorrere ad abusati stilemi di tipo zigano, insieme a quel senso del destino tipicamente schubertiano.
Seguiranno le Variazioni su un tema di Haydn di Johannes Brahms dove la veste pianistica è particolarmente significativa. La seconda parte del concerto sarà incentrata su due grandi compositori russi e sulle suggestive atmosfere da loro evocate: Alexandr Borodin e Igor Stravinskij. Del primo verranno eseguite le trascinanti Danze polovesiane tratte dall’opera Il principe Igor: nelle Polovesiane si passa dalla grazia melodica della Danza delle ragazze al vigore della Danza degli uomini e al vortice della Danza dei ragazzi, spesso combinate fra di loro.
Chiuderà il concerto La sagra della primavera di Stravinskij dove il palese richiamo alla Russia pagana è indispensabile per comprendere il carattere di questa partitura, fondamentale per tutto il Novecento: risalendo oltre la civiltà dell’uomo moderno, distruggendo l’ordine delle forme tradizionali, Stravinskij vuole qui ricreare un mondo primitivo, un’atmosfera rituale che sfocia in una ridda quasi demoniaca. Un programma seducente, eseguito dalla celebrità assoluta Vladimir Ashkenazy insieme al figlio Vovka.
Da quando Vladimir Ashkenazy è balzato alla vetta della scena musicale mondiale con la vittoria al Concorso Chopin di Varsavia del 1955, la sua carriera non ha avuto pausa. È ormai non soltanto uno dei pianisti più rinomati del nostro tempo, ma un artista la cui vita creativa comprende una vasta gamma di attività. La direzione d’orchestra ha occupato la maggior parte del suo tempo negli ultimi vent’anni: direttore principale della Czech Philharmonic dal 1998 al 2003, quindi della NHK Symphony Orchestra di Tokyo dal 2004, Conductor Laureate della Philharmonia Orchestra, direttore musicale della European Union Youth Orchestra, Conductor Laureate della Iceland Symphony Orchestra; dal 2009 è direttore principale e consigliere artistico della Sydney Symphony Orchestra. Per quanto la direzione occupi una buona parte del suo tempo, Ashkenazy continua a dedicarsi al pianoforte, arricchendo costantemente il suo vastissimo catalogo di incisioni.
Vladimir e Vovka Ashkenazy effettuano numerose tournées che li vedono impegnati in recital per due pianoforti, recentemente in Cina, Turchia e Italia, e prossimamente in Giappone e Corea. Vovka Ashkenazy ha debuttato nel Primo Concerto di Ciaikowskij con la London Symphony Orchestra al Barbican Centre di Londra. Da allora la sua carriera l’ha portato in giro per il mondo con opportunità di suonare in prestigiosi teatri in Europa, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e le due Americhe. Ha partecipato a numerosi festival internazionali, come il Marlboro Festival in Vermont e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ed è stato ospite delle maggiori orchestre inglesi.
È molto attivo nella musica da camera: ha registrato un CD di musica italiana con suo fratello, il clarinettista Dimitri, e si esibisce anche col padre, assieme al quale incide per Decca. Parallelamente alla sua attività concertistica, Vovka Ashkenazy si dedica con passione all’insegnamento. Ha tenuto masterclass in Australia, Danimarca, Gran Bretagna, Grecia, Guatemala, Islanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti ed è docente all’Accademia di Imola. Prossimo appuntamento giovedì 27 febbraio alle ore 21.00 al Palazzo delle Esposizioni di Empoli con il Concerto di Carnevale dell’Orchestra della Toscana diretta da Sergio Alapont insieme alla poliedrica attrice Maria Cassi, per la regia di Leonardo Cantelli.