FIRENZE- Le romanze, l’arte, la musica, la mondanità. La Firenze dell’Ottocento, granducale prima e savoiarda poi, fu città viva e aperta all’intellighenzia artistica internazionale. Lo testimonia la presenza di una nutrita comunità di aristocratici e intellettuali stranieri, attratta dalle bellezze artistiche fiorentine, e dalla piacevolezza della vita di società che vi si conduceva. Un’atmosfera che richiamò in città anche nomi importanti quali Dostoevskij, Browning, Ruskin, e Franz Liszt.
Al grande compositore ungherese, figura di riferimento della musica romantica, è dedicata Grand Galop Chromatique. Franz Liszt, viaggiatore e musicista a Firenze, 1838/1886, mostra curata dal pianista Gregorio Nardi che ne ripercorre l’itinerario fiorentino attraverso le frequentazioni, i concerti, i luoghi di soggiorno, facendo luce su un periodo, l’Ottocento, che a Firenze fu ricco di avvenimenti ma dei quali ancora oggi non sempre abbiamo chiara cognizione. La mostra, di ampio respiro, è articolata su un percorso di tre prestigiose sedi: il Conservatorio Cherubini, la Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini, e la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, divenendo così un’occasione di (ri)scoperta di luoghi solitamente poco accessibili al pubblico, a eccezione della Galleria di Pitti.
Nella cosiddetta Sala del Buonumore del Conservatorio Cherubini, si ricostruisce l’arrivo di Liszt a Firenze nel 1838, e le figure che gli furono vicine nei suoi vari soggiorni successivi, tra il 1864 e il 1886; Ferdinando Casamorata, figura di spicco nel panorama musicale italiano dell’epoca, nonché fondatore del Conservatorio Cherubini, e ancora Giorgetti e Poniatowski, a vario titolo legati a Liszt. Affascinanti i busti, scolpiti da Lorenzo Bartolini, del compositore e della compagna Marie d’Agoult. Liszt giunse a Firenze nell’ottobre del 1838, potendo contare sulla protezione dei marchesi Martellini, e prese alloggio presso l’elegante Hotel d’Europa, come si evince dal Libro dei soci del Gabinetto Vieusseux, con la firma del pianista.
Grazie ai molti documenti inediti, scoperti dallo stesso Nardi, sappiamo adesso con certezza che Liszt si esibì due volte per il Granduca, il 5 e l’11 dicembre, nella Sala da Ballo di Palazzo Pitti, alla presenza, fra gli altri, di Bettino Ricasoli e Alekséj Tolstòj. Nella seconda occasione, Liszt si esibì assieme al grande violinista fiorentino Ferdinando Giorgetti. E ancora, giovedì 8 novembre, giorno del primo concerto toscano di Liszt al Teatro Standish, a fianco del pianista era presente la soprano Jenny Olivier.
La Gazzetta di Firenze del 6 novembre, con l’annuncio del concerto, è fra i pezzi più suggestivi della mostra. Da notare come la prima parte del titolo della mostra, con il Grand Galop, sia un omaggio a questo concerto, poiché si tratta del primo bis che il pianista concesse al pubblico. Degna di interesse, una raccolta di spartiti coevi di Schubert, la cui musica suscitò l’interesse di Liszt, che proprio a Firenze trascrisse sette suoi Lieder, pubblicati successivamente dalla Rivista Musicale, primo giornale italiano dedicato alla musica cui collaborò anche Casamorata.
La Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini, che per una gentile coincidenza storica fu nell’Ottocento l’abitazione di Casamorata, conserva la vasta biblioteca di Jessie Laussot, organizzatrice di eventi musicali e amica di Liszt; Gregorio Nardi ha selezionati pezzi d’indubbio fascino, fra cui il calco della mano del compositore, rare edizioni di partiture, oltre a ritratti, dediche, fotografie; e ancora, alcuni pezzi della biblioteca musicale del Principe di Monfort, fratello di Napoleone, e un’incisione ottocentesca di Piazza Santa Trinita, verosimilmente il primo luogo fiorentino dove Liszt posò il piede scendendo dal fiacre.
Una mostra caratterizzata sì da colto rigore scientifico, addolcito però da una grande passione per Liszt e la sua musica, e si nota come Nardi abbia apprezzato ogni singolo istante della fase d’allestimento, interrogandosi su come far conoscere al meglio, al pubblico fiorentino, il grande compositore ungherese. Attraverso la ricca collezione esposta, è possibile compiere un immaginario quanto affascinante viaggio nella Firenze mondana dell’epoca, fatta di grandi balli, vivaci conversazioni salottiere, redingotes e crinoline.
Ne emerge una città vivace, elegante, aperta al confronto con la cultura europea, una Firenze di cui si ritrovano le tracce nei brillanti articoli di Collodi, Yorick, e altri briosi giornalisti dell’epoca. Alla Galleria d’Arte Moderna è possibile ammirare i ritratti dei personaggi più influenti della Firenze ottocentesca, fra i quali i Granduchi Leopoldo e Maria Antonia, Gino Capponi e Federico Consolo, oltre a una selezione di dipinti legati alle ispirazioni poetiche sviluppate da Liszt.
L’evento, organizzato e coordinato dal Conservatorio Cherubini di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Istituto Franz Liszt di Bologna, la Galleria d’Arte Moderna, la Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini, il Gabinetto Scientifico-Letterario Vieusseux, è visitabile fino al 10 febbraio al Conservatorio, fino al 16 febbraio alla Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini, e fino al 2 marzo alla Galleria d’Arte Moderna. Ingresso libero al Conservatorio (per info 055-2989325) e alla Casa Bargellini (per info 055-241724), con biglietto alla Galleria d’Arte Moderna.
di Niccolò Lucarelli