Giovedì 6 febbraio alle 21 con Umberto Orsini Tutto esaurito per Il giuoco delle parti di Pirandello Il 21 Cave notas con musiche da film e il 28 arriva il Lago dei Cigni Al teatro del Popolo di Castelfiorentino giovedì 6 febbraio alle 21 un classico del teatro italiano: in scena Il giuoco delle parti con un impeccabile Umberto Orsini. La vicenda della commedia è nota; i soliti tre: il marito, la moglie, l’amante. Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie; egli continua ad essere ufficialmente il marito; ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un romitaggio.
Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal portinaio della signora, domanda se c’è niente di nuovo e se ne va. La moglie fa due cose: si prende, o continua a tenersi un amante preso in precedenza, e si annoia. Si annoia perché è libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa. E’ una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo.
Scritta nel 1918 e portata in scena per la prima volta da Ruggero Ruggeri, Il giuoco della parti è una delle più importanti commedie di Pirandello e Leone Gala è la più compiuta incarnazione della poetica de L'umorismo, basata sul riconoscimento e sullo smascheramento delle finzioni sociali e personali. Biglietti esauriti. La prevendita per tutti gli altri spettacoli della stagione si tiene presso la biglietteria del teatro tutti i giovedì (ore 17.00-19.00) e il sabato (ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00).
Prevendita anche presso Discofollia, via del Gelsomino, 45 a Empoli, telefono 0571 710746 (orario negozio). Per i giovani under 30 in possesso della Carta giovani sconti del 10% su tutti i biglietti. Riduzioni riservate agli under 26 e gli over 65 anni, a portatori di handicap o a soggetti con invalidità riconosciute. Per ottenere la riduzione occorre presentare opportuna documentazione. Prossimi appuntamenti in cartellone il 21 febbraio con Cave Notas Musiche da film e il 28 con il balletto Il lago dei cigni. Il programma della stagione e tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.teatrocastelfiorentino.it. Da venerdì 7 a domenica 9 febbraio va in scena al Teatro Fabbricone di Prato l’opera Il Padiglione delle Meraviglie di Petrolini: storia, verrebbe da dire, dell’intramontabile bramosia d’amore dell’uomo.
A vivere sul palcoscenico grottesco del baraccone della vita tre identità di coppia, tre stagioni dell’amore dell’uomo: giovinezza tutta corpo e vitalità, maturità razionale, attenta e pacata e l’ultima, la più difficile da attraversare, in cui rigurgiti di vitalità, desideri e bisogni devono fare i conti con il tramonto inesorabile della carne. Continua così l’instancabile lavoro di ricerca e sperimentazione dell’attore e regista Massimo Verdastro, che ancora una volta raccorda e innesta linguaggi diversi, questa volta tra scrittura drammatica e poesia, passato e presente, originalità e contaminazione in un’operazione che fa dialogare la scrittura di Petrolini con la poesia di Elio Pecora, trovando maggiore incisività e, per assurdo, autenticità.
E non a caso le parole amore e autenticità trovano attualità nella parola poetica che ha saputo far emergere la drammaticità agrodolce della vita condita di umori passionali, lacrime, sudore e sangue. Tra pubblico e privato, gli assolo del poeta inchiodano lo spettatore alla verità di ogni maschera personaggio. E allora ogni nascosta intimità trova voce denudandosi sotto i riflettori di scena attraverso le parole della fragilità e della sofferenza, della malinconia e del desiderio struggente.
Metafora del bisogno di ognuno di noi, maschere umane, di rivelare noi stessi, la nostra intima e radicale dignità, in perenne conflitto tra l’essere e l’apparire. Perché di bisogno, come ripete il leitmotiv di Petrolini, certo non ce ne manca. La storia ruota intorno al vecchio eterno dramma della gelosia, vissuto da una coppia ormai avanti negli anni. Una Lei, Sirena in scena e nella vita, ancora bella e piacente che ha bisogno di un possente amore che la possegga per aggrapparsi con l’ultimo canto ammaliante di seduzione alla vita e alla bellezza che sente sfuggirle inesorabilmente di mano; un Lui, Tiberio, che, ormai battuto dalla malattia e dagli anni, non vuole cedere il passo alla giovinezza senza lottare, e l’Altro, il Tigre, famelico e beffardo approfittatore, che con arrogante forza degli anni e del corpo gli ha rubato l’amore e i riflettori della ribalta, costringendolo al ruolo umiliante e triste di solo spettatore della vita. Ma il finale non sarà così scontato, e Petrolini e il poeta ci lasciano una speranza: prima che le luci si spengano la verità salvifica della vita del teatro saprà aprirci la porta dell’ultima meraviglia umana possibile: la forza e l’amore della compassione, intesa come cum-patire, la sapienza saggia e antica del saper soffrire assieme, per lenire la lacerante ferita di solitudine umana. Bravi gli attori tutti, la coppia dei giovani, Chiara Lucisano, a cui il tocco acuto del regista ha saputo affidare l’espressione corporea più esaltante della danza e Giuseppe Sangiorgi, molto credibile nei diversi ruoli; la coppia degli impresari, Gloria Liberati e Emanuele Carucci Viterbi, condotti in un’interpretazione più razionale e pacata in bilico tra la commozione della vita e la necessità del The show must go on e il guappo della situazione, Luigi Pisani.
Ma soprattutto brava Manuela Kustermann, intramontabile nei panni della sua seducente e fragile bellezza e Verdastro, sempre abilmente contenuto tra toni di grottesca finzione e tragica verità della maschera umana. Insieme hanno saputo con alta professionalità interpretare il dramma del tramonto della vita dimostrando non poco coraggio intellettuale nel saper dare nuova linfa vitale alla scrittura teatrale d’autore. TEATRO FABBRICONE PRATO da venerdì 7 a domenica 9 febbraio feriali ore 21; festivo ore 16 prezzi: da 17 a 7 euro info: 0574 608550/biglietteria 0574 608501 Il Teatro Manzoni di Pistoia propone dal 7 al 9 febbraio (feriali ore 21, festivo ore 16), in esclusiva per la Toscana, un nuovo omaggio alla grande drammaturgia partenopea con WEEK END di Annibale Ruccello, regia di Luca De Bei.
Protagonista una straordinaria Margherita di Rauso, affiancata da Giulio Forges Davanzati e Brenno Placido. Sabato 8 febbraio, il cast dello spettacolo incontrerà il pubblico toscano a Pistoia presso la libreria Lo Spazio, in via dell’Ospizio, alle ore 17:30. L’ingresso all'incontro è libero. La Napoli del teatro post-Eduardo ha avuto in Ruccello, scomparso prematuramente nel 1986, uno degli esponenti più alti. Dopo Mamma (proposto da Angelo Savelli anni fa al Saloncino Manzoni), Le cinque rose di Jennifer e il capolavoro Ferdinando (con Isa Danieli), al Manzoni va in scena uno dei suoi testi più intensi, anche se tra i meno frequentati.
Scritto nel 1983, Week end è da molti considerato il suo testo più perfetto e più profondo, anche se è uno dei meno frequentati; se ne ricorda solo l’edizione del 1986, da lui stesso diretta, con Barbara Valmorin, che lo riprese, poi, nel ‘95 con Segre. Cast inedito per Pistoia, guidato da Margherita Di Rauso (un ricco curriculum il suo, che spazia da Strehler a Ronconi, passando per Woody Allen al cinema); accanto a lei, due giovani interpreti: Giulio Forges Davanzati (protagonista in teatro de Il laureato, interprete di molte fiction e dell’ultimo film di Scola) e il giovanissimo e bravo Brenno Placido (rivelato da Tutti pazzi per amore, ma già diretto da nomi prestigiosi come Sepe e Bellocchio).
La regia è dell’emergente Luca De Bei (anche attore e autore), ma segnaliamo con piacere anche i costumi firmati da Lucia Mariani (costumista di molte produzioni dell'Associazione Teatrale Pistoiese) e la scena da Francesco Ghisu (scenografo dello spettacolo Appuntamento a Londra, sempre prodotto dall'ATP). Week end, ultimo testo della trilogia che Annibale Ruccello definiva Teatro da Camera (insieme a Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer), è la storia di una solitudine, di uno spaesamento, di uno sradicamento culturale che si trasforma nel corso della vicenda in un’alienazione che ha radici nel sociale oltre che nel privato.
In un affascinante miscuglio di quotidianità, di rimembranze, e di pulsioni inconsce, ci racconta il fine settimana di Ida, un’insegnante quarantenne afflitta da un handicap fisico (è claudicante) che tenta di vincere la solitudine in un lungo week-end immerso nella luce di una limpida primavera. La donna abita in una periferia romana ma è originaria di un piccolo paese del napoletano di cui si sente irrimediabilmente orfana. In queste due grigie giornate Ida impartisce ripetizioni ad un goffo studentello, accoglie in casa un giovane idraulico (per un guasto forse inesistente), ascolta musica ma soprattutto sogna: sogni sessuali, disinibiti, violenti, in cui proprio quei due giovani uomini assumono il ruolo di amanti e vittime.
Sogni che prendono corpo diventando forse reali... È una storia al tempo stesso di verità e di rappresentazione che riesce a raggiungere lo spettatore proprio in virtù delle emozioni che mette in gioco e della tecnica drammaturgica costantemente in bilico tra realtà e sogno. Ciò che mi ha subito colpito in questa pièce – commenta il regista Luca De Bei - è il senso dell'irreale calato in una dimensione quotidiana e che è una delle connotazioni più originali e sorprendenti della scrittura di questo autore che ci ha regalato una manciata di testi preziosissimi.
Da molti anni avevo in mente di portare in scena Week End, ma aspettavo l'occasione e soprattutto l'attrice giusta per rivestire gli impegnativi panni di Ida. Quando mi sono imbattuto in Margherita Di Rauso ho capito che non poteva che essere lei: la sua forza, unita al talento e alla versatilità ne faceva un'ideale interprete ruccelliana. Nell'affrontare la regia di Week End - continua De Bei - ho dovuto in qualche modo dipanare i fili di un tessuto drammaturgico a volte misterioso, quasi criptico, in costante bilico tra realtà e immaginazione.
Per scoprire cosa si agita nella mente e nell'animo di Ida ho scelto di scandagliare il suo passato, scoprendo che un altro dei temi fondamentali del testo è quello dello sradicamento dalle proprie radici. Ida viene da un piccolo paese campano, e si è trasferita nella Capitale inseguendo probabilmente un sogno, rimasto frustrato, di emancipazione e di soddisfazione personale. Da qui nasce anche l'idea scenografica, che inserisce Ida in un contesto suburbano spersonalizzante. Nel restituire le atmosfere di questo noir psicologico – conclude Luca De Bei - ho utilizzato stili e sapori del giallo italiano e francese tradizionale senza timore di cadere nell'horror.
Per le musiche ho seguito un'indicazione di Ruccello stesso che in una sua intervista rivelò come proprio dal noir francese aveva preso ispirazione per Week End e ho scelto musiche francesi degli anni 30 e 40, che ci parlano ancora una volta di come Ida voglia essere altro da ciò che è, e di come insegui pervicacemente i suo sogni.” Prevendita spettacolo: Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112, on line su www.teatridipistoia.it e circuito box office. Teatro Puccini - Il mistero dell’assassino misterioso, con lillo & Greg venerdì 7 e sabato 8 febbraio ore 21 Un castello nella campagna londinese, un misterioso maggiordomo, l’omicidio di un’anziana contessa, un investigatore e gli stravaganti sospettati: ecco gli ingredienti per un perfetto giallo, dai toni brillanti, di chiara matrice anglosassone. Salone principale del castello i sospetti assassini della Contessa Worthington, ma un inatteso accadimento cambierà le dinamiche dell’indagine, minando esponenzialmente la trama del giallo e scatenando gli egoismi e le meschinità degli altri attori disposti a tutto pur di farsi notare da un produttore televisivo presente in platea.
L'onnipresente umorismo di situazione e non ultima la cornice del giallo, rendono la commedia elettrizzante ed esilarante fuor di ogni dubbio. Nata da un’idea di Greg e scritta a quattro mani con Lillo, "Il Mistero dell’assassino misterioso" è la prima commedia in cui si fa centrale la narrazione metateatrale - tanto cara alla coppia- che svela, scardinandolo con un pizzico di perfidia, il delicato equilibrio su cui vivono alcune compagnie di teatro, ma su cui si fondano anche la maggior parte dei rapporti umani: gelosie, meschinità, invidie, rancori e falsità. I settore € 27,00 II settore € 23,00 (diritti di prevendita esclusi) Prevendite Cassa del Teatro Puccini (aperta venerdì e sabato dalle 15.30 alle 19.00) Circuito regionale Box Office. Acquisto on line su http://www.boxol.it INFORMAZIONI: 055.362067 – 055.210804 Terry Chegia presenta una produzione LSD Edizioni LILLO & GREG in Il mistero dell’assassino misterioso di Pasquale Petrolo e Claudio Gregori e con Vania Della Bidia, Danilo De Santis, Dora Romano regia Mauro Mandolini TEATRO MANZONI via Mascagni 18 - CALENZANO (Fi) sabato 8 febbraio ore 21.15 COMPAGNIA DIONISI POTEVO ESSERE IO PREMIO NEXTWORK 2013 di RENATA CIARAVINO con ARIANNA SCOMMEGNA supervisione registica SERENA SINIGAGLIA video e scelte musicali Elvio longato luci Carlo Compare “Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile.
Due partenze, stessi presupposti. Ma finali diversi. E in mezzo la vita. Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere, uno spettacolo dedicato a chi è sopravvissuto all’infanzia e della cui sacralità ha saputo ben poco. Chi racconta, Arianna Scommegna, è quella bambina: che cerca di capire insieme allo spettatore, cosa sono state queste due storie, perché e come, e se si sono veramente differenziate, o sono state solo due modi di vivere lo stesso sconcerto. “Potevo essere io” racconta una storia ma non è uno spettacolo di narrazione pura.
Perché in scena ci sono anche quelle persone-personaggi che hanno attraversato la vita dei due protagonisti: un allenatore di kick boxing, una stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una merciaia di Casal di Principe, una cartomante del quartiere di Niguarda… “Potevo essere io” racconta tutto questo cercando la lievità, la commedia che irrompe nella tragedia. Un allestimento scarno, le parole, pochi oggetti: il minimo indispensabile per una frontalità assunta, senza mediazioni.
Una sola concessione: affianco alle parole ci saranno alcuni video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non mentire. Non proiezioni a tutto schermo però, ma un accompagnamento intimo, su supporti leggeri. Il bambino che siamo stati è lì sgranato in super 8, mentre guarda distese di finestre dal nono piano di un palazzo senza balconi e una voce dice: “Girati, stiamo girando il filmino. Sorridi!”. “Potevo essere io” è basato su un’intensa drammaturgia originale di Renata Ciaravino che racconta la storia di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile.
L’ambiente è quello della periferia milanese, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, con tante famiglie emigrate dal Sud Italia, con le mamme che fanno le pulizie negli ospedali, con i piedi impigliati in scarpe da tennis con la punta tagliata che diventano sandali da tennis, per risparmiare. Quei bambini e ragazzi sono poi diventati i trenta-quarantenni di oggi, cresciuti con l’idea di potersi inserire in una società ricca e piena di possibilità, ma che hanno dovuto adattarsi a un contesto sociale e professionale completamente diverso da quello al quale si erano preparati.
Una parte fondamentale nella buona riuscita del lavoro ce l’ha la presenza in scena di Arianna Scommegna, una delle attrici più brave della sua generazione, fondatrice della compagnia Atir, già vincitrice del Premio Lina Volonghi 1996 e del Premio della Critica 2010. Arianna Scommegna Nasce nel 1973 e 22 anni dopo si diploma attrice alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Fondatrice della Compagnia A.t.i.r. (Associazione Teatrale Indipendente per la ricerca), ha lavorato con Serena Sinigaglia, Peter Stein, Cristina Pezzoli, Giuseppe Bertolucci, Gabriele Vacis, Gigi Dall’Aglio, Alessandro Baricco, Laura Curino.
Premio Lina Volonghi 1996. Premio Associazione Nazionale dei Critici 2010. info e prenotazioni: IL TEATRO DELLE DONNE - Centro Nazionale di Drammaturgia 055.8876581 - 055.8877213 | teatro.donne@libero.it | http://www.teatrodelledonne.com/ ingresso: interi € 13 - ridotti € 10 (sopra 60 anni, minori di 25 anni, COOP, Arci. ATC Calenzano) ridotti € 5 per gli iscritti ai corsi di formazione spettacolo in abbonamento PassTeatri (domenica 12 gennaio) NOVITA’: abbonamento a 5 spettacoli a scelta € 40 prevendita: Circuito Box Office e www.boxol.it / Teatro Manzoni da lun a ven ore 10.00 - 14.00 orario biglietteria teatro: dalle ore 20.00