«Perché mai l’amministrazione avrebbe dovuto impedire l’utilizzo di uno spazio per lo svolgersi di una tavola rotonda su idee diverse dalla sue? Noi non abbiamo paura delle idee diverse dalle nostre». Lo ha detto l’assessora alle pari opportunità Cristina Giachi rispondendo, questo pomeriggio, ad una domanda di attualità «sulla tavola rotonda, organizzata da Dominus Production», che si è svolta ieri a Palazzo Vecchio ed «alla quale sono stati invitati esperti e rappresentanti istituzionali per affrontare, anche da un punto di vista tecnico, il disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia».
«Su quali sono le nostre idee in proposito non ci sono equivoci – ha ricordato l’assessora Giachi – l’onorevole Scalfarotto, estensore e proponente della legge, appartiene al nostro partito e sostiene con noi il governo. Sulle nostre politiche non ci sono dubbi: il Comune ha il registro delle unioni civili e collaboriamo e cooperiamo strutturalmente con la consulta Lgbt. Ma questo non vuol dire che dobbiamo impedire un convegno su idee diverse dalle nostre». «Mi fa riflettere il tentativo di mistificazione che fin da subito ha confuso i due piani – ha proseguito Cristina Giachi – ovvero la manifestazione di Manif pour Tous in piazza San Firenze e l’iniziativa in Palazzo Vecchio.
Agli occhi dell'amministrazione, per espressa precisazione degli organizzatori, i due eventi sono stati presentati come separati. Il Salone dei Cinquecento non l’abbiamo concesso a quell’associazione, ma a una società di marketing di Milano, la Dominus, che ha presentato la propria richiesta per il tramite del vicepresidente e per un convegno in cui membri del governo e parlamentari erano invitati a discutere della legge Scalfarotto. Non abbiamo concesso il Salone dei Cinquecento come chiedevano e non abbiamo dato il patrocinio.
E in questo percorso abbiamo rispettato alla lettera il nostro regolamento disciplinare. Naturalmente alle nostre opposizioni fa buon gioco strumentalizzare la vicenda trattando l’amministrazione come se avesse patrocinato questa iniziativa e non è così, e descrivendo una confusione che nei fatti non c'è e non c'è stata. Garantire l’uso degli spazi e il confronto anche a chi non la pensa come noi e un dovere per tutti, soprattutto per chi amministra. Allo stesso tempo è dal nostro punto di vista doveroso precisare il grado di coinvolgimento dell'amministrazione quando si tratta di idee a tal punto lontane dalle nostre». Le donne e gli uomini di Kairòs, il gruppo dei cristiani omosessuali fiorentini, vorrebbe chiedere ai cattolici che sostengono queste idee: "ma siete proprio sicuri che l’omofobia sia un’opinione? Perché ritenete che una maggior tutela di gay e lesbiche dalle violenze omofobe possa minacciare la famiglia, l’infanzia e la società? A loro vorremo dirgli che come cristiani siamo feriti quando li sentiamo affermare le loro opinioni in nome di Dio!, ma di quale Dio?.
Il Dio che conosciamo e in cui crediamo non punta il dito e non spara giudizi, perché ci ha creato così. Il Dio in cui crediamo accoglie, ascolta, legge le storie delle persone e non ragiona per sterili categorie. Purtroppo certe loro affermazioni sono solo frutto di cecità e ipocrisia, siamo davvero stanchi di doverle ancora combattere. Chiediamo perciò l'aiuto di tutti... E' tempo di uscire per le strade tutti insieme perché solo uniti, omosessuali ed eterosessuali, credenti e non, potremo testimoniare al mondo la bellezza e la complementarietà di ogni differenza.
E' tempo di cominciare a camminare insieme! Per questo motivo il 17 maggio (giornata internazionale contro l'omofobia) veglieremo in preghiera, per il settimo anno consecutivo, in una chiesa di Firenze per ricordare ancora una volta, con tanti credenti di buona volontà, le tante, troppe vittime della violenza dell'omofobia perché Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre”.