Non sembrano finire gli attestati di solidarietà nei confronti di don Santoro. “Anche le donne e gli uomini del gruppo Kairos, cristiani omosessuali di Firenze, saranno presenti all'ultima messa di don Santoro alle Piagge” si legge in comunicato stampa. “Per noi – prosegue la nota - è un po’ un ritorno a casa visto che il gruppo Kairos è stato accolto, per alcuni anni, proprio nella comunità delle Piagge ed ha avuto come guida spirituale don Santoro. Sarà il nostro un arrivederci, non un addio, perché ogni inizio nasce sempre da una fine”. “La decisione della Curia fiorentina di sollevare dalle funzioni pastorali don Alessandro Santoro e la conseguente richiesta di rinunciare a tutti gli incarichi 'civili' collegati alla realtà delle Piagge coinvolge direttamente il Centro di alfabetizzazione Gandhi.
Ci preme sottolineare come una delle conseguenze di questa decisione sia l’impossibilità di fatto per Alessandro Santoro di partecipare ai comitati di gestione e alla prosecuzione del progetto, di cui è uno dei membri fondatori” spiegano invece i lavoratori del Centro Gandhi. “Il Centro Gandhi da anni opera nel settore del sostegno scolastico e dell’insegnamento dell’italiano agli alunni di origine straniera nel Quartiere 5. Mantenere la presenza di Alessandro Santoro è fondamentale per salvaguardare il legame stabile con il territorio che privilegi la pluralità, l’accoglienza, l’inclusione e i diritti delle tante comunità immigrate presenti in questo Quartiere; tutti elementi indispensabili alla buona riuscita del nostro progetto.
L’impegno diretto di Alessandro Santoro è essenziale anche per la realtà dei lavoratori del Centro in direzione dell’affermazione e del riconoscimento della dignità professionale e del percorso del gruppo di lavoro. Esprimiamo il nostro sostegno all’uomo che nella lotta per l’affermazione dei diritti e della dignità umani ha dimostrato coraggio e coerenza nelle proprie scelte. Esprimiamo il nostro sostegno alla comunità con la quale condividiamo l’impegno giornaliero nel quartiere e dalla cui esperienza molto riceviamo e abbiamo ricevuto.
Avvertiamo profonda preoccupazione per le sorti della rete di iniziative, progetti ed attività legati alla comunità, all’associazione e alle cooperative che ne fanno parte” terminano i quasi venti lavoratori del Centro Gandhi.