Che questo fine settimana sarebbe stato all’insegna della pioggia si sapeva da giorni. I modelli e le previsioni del centro funzionale regionale trovavano conferma ad ogni bollettino diramato dall’ultimo dell’anno in poi. Ma mentre in pianura le precipitazioni si sono fermate a valori accettabili, in collina i pluviometri hanno superato la soglia di oltre 180 mm di acqua nelle 36 ore. Ecco il punto sui danni e sulle criticità dopo una notte di lavoro per tutti gli operatori della Protezione civile di Province e Comuni. La pioggia caduta con insistenza da ieri ha provocato allagamenti e smottamenti di lieve entità nel nord ovest della Toscana.
Piccole frane hanno interessato soprattutto le province di Massa Carrara, Lucca, Prato, Pistoia, Firenze. In alcune località in provincia di Massa Carrara (Montereggio, Madonna del Canale) e Lucca (Molazzana) alcune abitazioni sono rimaste isolate, ma non è stata necessaria l'evacuazione. Precipitazioni terminate su tutto il territorio della Provincia di Firenze e nelle zone di interesse per il bacino dell'Ombrone e del Bisenzio. Conseguentemente si è verificata una progressiva e generalizzata diminuzione di tutti i livelli idrometrici.
Continua comunque la stretta e diretta osservazione, fino al raggiungimento dei valori normali, effettuata dal personale del Servizio di Piena della Provincia con la collaborazione del volontariato ed il supporto della Sala Operativa Provinciale. Al termine dell'allerta meteo emessa dalla Regione Toscana, viene segnalata la necessità di tenere le aree interessate sotto vigilanza per residue criticità connesse al rischio idrogeologico. “Sono state ore di preoccupazione, le piogge sono state decisamente più intense e di maggior durata di quanto era stato previsto dal sistema regionale sia in Vallata che nella piana.
In poche ore sono caduti tra i 100 e i 120 millimetri di acqua che equivalgono a un decimo della quantità di pioggia di un anno. Si è verificato un fenomeno estremamente impegnativo. La pioggia insistente ha messo sotto stress il reticolo idraulico”, mettono in evidenza il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, che fino alle prime ore del mattino ha seguito la situazione nella zona sud e l'assessore alla Protezione civile, Stefano Arrighini, che ha seguito l'evoluzione in Vallata.
“Ancora una dimostrazione, se ce n'era bisogno che, nonostante le difficoltà dei nostri bilanci, prevenzione e manutenzione fanno prese molto sul serio”, sottolinea Arrighini. Ancora una volta per garantire la sicurezza nel bacino dell'Ombrone sia per la zona sud di Prato e per Poggio a Caiano che per l'area pistoiese si è resa necessaria l'apertura della cassa di espansione di Ponte alle Vanne, attivando la capacità di invaso al 50%. La dirigente della Protezione civile della Provincia, Carla Chiodini, ha dato il via libera all'apertura alle 3 e venti, quando l'Ombrone a Poggio a Caiano aveva raggiunto i 5 metri e 90 e, a monte in provincia di Pistoia, si stava verificando una forte criticità sul reticolo della Brana.
Le operazioni di chiusura della cassa sono state attivate alle 6 e 55 di stamani. Sul fronte dei danni la situazione di maggior criticità si è verificata sul Bisenzio a Santa Lucia, sull'argine in sinistra idraulica, nella parte opposta al Cavalciotto, in pratica sotto Canneto. Si è verifico un consistente fenomeno di erosione dell'argine che ha lasciato parzialmente scoperta una condotta dell'acqua. Sul posto è previsto l'intervento di Publiacqua e Genio civile. Il Consorzio Ombrone-Bisenzio sta intervenendo in somma urgenza sul Ficarello, in via Mozza per l'Ombrone, in prossimità della cassa di espansione di Lavacchione, anche questa aperta nella notte.
La vallata è stata interessata da smottamenti di hanno creato qualche difficoltà al sistema viario. Per quanto riguarda la Provincia sia sulla Provinciale “2” di Carigiola che sulla Regionale “325” è stato attivato l'intervento dell'impresa a cui è affidata la manutenzione. Fortunatamente il sistema di monitoraggio sempre attivo non ha rilevato movimenti sulla frana di Migliana. La pioggia è arrivata in Versilia facendo registrare valori medi di precipitazioni di circa 60 mm da Montignoso a Vecchiano, dal pomeriggio di sabato alle 13 di domenica 5 gennaio.
Alle prime ore di domenica mattina i corsi d’acqua del comprensorio erano tutti in piena, complice anche il mare ingrossato dal maltempo e dall’alta marea. Preannunciata da ieri dai modelli del Centro Funzionale regionale, puntuale è arrivata nella notte tra sabato e domenica la piena del Serchio, che ha raggiunto il colmo alle 5 di mattina con una portata di 950 metri cubi al secondo e un’altezza di 7 metri e 71 centimetri, superando di 21 centimetri il primo livello di guardia.
I dati sono quelli della stazione di rilevamento di Vecchiano, che il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli ha monitorato costantemente, decidendo alle 22 di sabato la chiusura delle cateratte e in seguito l’accensione degli impianti idrovori di Avane e Filettole. Tre gli interventi nelle zone collinari a Stazzema, Camaiore e Stiava. Con la nuova legge regionale le competenze per l’emergenza nelle aree collinari sono state attribuite alla Provincia di Lucca che poi dovrebbe attivare convenzioni con il Consorzio e questa decisione ha destato non poche perplessità nella cittadinanza e negli amministratori locali, anche perché il controllo delle aree collinari era già svolto dal Consorzio da almeno 12 anni con risultati validi condivisi da tutti.
Della questione è stato informato il Prefetto e una riunione operativa è prevista per il prossimo 9 gennaio. Nella fase di emergenza il Consorzio ha ritenuto importante andare a verificare le segnalazioni, che per fortuna non hanno richiesto interventi nell’immediato. “Anche in questa occasione di maltempo la struttura operativa del Consorzio ha svolto attività di vigilanza, supporto e collaborazione con i comuni montani, dove si sono registrate piogge di oltre 150 mm, per fare sinergia e dare più sicurezza idrogeologica alle comunità del territorio – Dice il Commissario Angelini – Chiediamo alla regione che definisca rapidamente e con chiarezza le competenze di intervento durante le avversità atomosferiche nelle zone collinari e montane e se necessario proceda alla modifica dell'art 23 della legge regionale 79/2012.
L'aspetto più negativo per la per la popolazione è l'incertezza di chi deve intervenire e cosa deve fare.”