FIRENZE- “Chi nasce in Italia è italiano. Serve una nuova legge sulla cittadinanza che preveda lo ‘ius soli’”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi durante le celebrazioni della Festa della Repubblica, che quest’anno sono coincise con la consegna della cittadinanza italiana ai tre giovani senegalesi feriti nel raid razzista del dicembre 2011 dove due loro connazionali rimasero uccisi per mano del killer Gianluca Casseri. La cittadinanza italiana è stata conferita nello scorso febbraio dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno.
Oggi la consegna, sull’arengario di Palazzo Vecchio. I tre senegalesi, Mor Sougou, Cheikh Mbengue e Mou Stapha, erano presenti insieme a molti rappresentanti della loro comunità. La cerimonia è iniziata in piazza dell’Unità d’Italia, con l’alzabandiera e la deposizione da parte del prefetto Luigi Varratta della corona in onore dei caduti. Erano presenti anche il presidente della Regione Enrico Rossi e il presidente della provincia Andrea Barducci, insieme alle autorità civili e militari, i sindaci dei comuni dove risiedono gli insigniti, le associazioni degli ex internati.
Dopo un corteo per le strade del centro, la cerimonia è proseguita sull’arengario di Palazzo Vecchio con la consegna della cittadinanza ai tre giovani senegalesi. Successivamente c’è stata l’assegnazione delle medaglie d’onore a 18 deportati e internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale e la consegna di 14 onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – OMRI, concesse dal presidente della Repubblica a coloro che hanno acquisito particolari benemerenze “nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”. “La cittadinanza a questi uomini - ha detto Renzi - è un modo per ricordare i due giovani morti, Mor Diop e Samb Modou, e per sentirli appartenenti alla nostra comunità.
Firenze è solida e solidale e continuerà a chiedere al Governo e al Parlamento, nel rispetto dei ruoli, una nuova legge che abbia come base lo ‘ius soli’. Questo è un tema attuale, di cui non dobbiamo parlare solo in occasione di episodi tragici o di vicende sportive”. Renzi ha poi parlato del valore della festa della Repubblica in quanto “ci porta a fare i conti con la memoria, che è il fondamento della nostra storia ma anche lo strumento per guardare al futuro senza rassegnazione”. "Mi piace pensare che queste pietre antiche un giorno potranno raccontare che oggi abbiamo dato un contributo importante al consolidamento democratico della Repubblica.
Abbiamo lanciato un messaggio forte, possiamo esserne fieri " ha affermato il presidente della Regione Enrico Rossi "Pensavamo che cose del genere non potessero avvenire - ha proseguito Rossi riferendosi all'aggressione dei matrice razzista - cose che hanno lasciato ferite che non si rimarginano. Però da quelle ferite abbiamo iniziato un percorso di riconciliazione e di coesione, che ha visto protagonista prima di tutto la comunità senegalese. Ricordo la grandiosa e pacifica manifestazione di oltre un anno fa: lì si sono riannodati i rapporti e i sentimenti di comune appartenenza.
Poi il consiglio regionale ha voluto riconoscere alle famiglie delle due vittime e al ferito più grave un contributo, lo stesso che la Regione riserva ai cittadini toscani vittime sui luoghi di lavoro". "Voglio ringraziare moltissimo il presidente Napolitano - ha aggiunto Enrico Rossi - e il ministro Cancellieri che hanno risposto positivamente alla richiesta che avevo loro rivolto per la concessione della cittadinanza. Oggi concludiamo questo percorso di riconciliazione e questo ci dà più forza, coraggio e serenità per guardare al futuro del paese.
L'impegno ora è quello del riconoscimento della cittadinanza ai bambini figli di genitori stranieri ma nati in Toscana. Sono circa 60mila, una città intera, che vive, va a scuola, lavora fiano a fianco con noi. Quanto questo diritto sarà riconosciuto la nostra Regione e il nostro paese saranno più forti". La cerimonia per festeggiare il 67° anniversario della fondazione della Repubblica, è stata aperta dal prefetto Luigi Varratta con la lettura del messaggio del presidente Napolitano.
“Le sue riflessioni toccano ancora una volta la situazione di enorme difficoltà in cui versa il Paese – ha detto il prefetto parlando successivamente - ma non mancano auspici, moniti e la fiducia che si apra al più presto una stagione di rilancio, di sviluppo e di benessere collettivo”. Per Varratta l’attuale drammatica crisi si può superare con un grande sforzo, singolo e collettivo, e una forte coesione nazionale. “E’ stato proprio il Capo dello Stato a indicarci questa strada – ha proseguito il prefetto – con la sua generosità, la sua disponibilità a un sacrificio personale per il bene comune, ci indica la via, ci impone con la sua autorevolezza morale e con l’esempio concreto il dovere di contribuire a risollevare le sorti del nostro Paese”.
Il prefetto ha ricordato che l’attenzione che le istituzioni locali hanno sempre rivolto all’inclusione sociale e culturale ha spinto il presidente della regione Enrico Rossi a chiedere al Capo dello Stato un gesto concreto di accoglienza e integrazione, quale il conferimento della cittadinanza italiana. Sono state poi assegnate le medaglie d’onore a 18 ex internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale (di cui 13 alla memoria, ritirate dai familiari). Molto toccante la presenza dei cinque deportati ancora viventi (Fosco Bartolini, Varrio Chiarini, Vasco Galletti, Cilento Scarpelli e Marcello Vanchetti) che tutti insieme hanno ricevuto il riconoscimento dalle mani di Rossi e Barducci.
La cerimonia si è chiusa con la consegna di 14 onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – OMRI, concesse dal presidente della Repubblica a coloro che hanno acquisito particolari benemerenze; tra gli insigniti anche l’ex prefetto di Firenze Paolo Padoin. “Non siamo di fronte ad eroi – ha sottolineato il prefetto - ma a uomini e donne che vivendo intensamente la loro attività lavorativa hanno dimostrato con le loro capacità e qualità di poter incidere in maniera positiva sui risultati ottenuti dai rispetti enti e aziende.
Per l’esempio virtuoso che hanno saputo offrire, sono motivo di soddisfazione per loro stessi, per le loro famiglie e per la nostra comunità”. Ancora oggi, all’alba lo si trova a fare il giro dei bar del centro con il suo contenitore dove gli esercenti gli consegnano le paste avanzate del giorno prima, poi lui le imbusta una ad una con una salvietta e inizia il giro dei suoi “amici” senzatetto. Giuseppe Casale, 72 anni, fiorentino e volontario della Misericordia di Firenze dal 1966, questa mattina ha ricevuto dalle mani del Prefetto di Firenze Luigi Varratta il Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, massima onorificenza conferite ogni 2 giugno dal Capo dello Stato, in piazza della Signoria a Firenze, nell’ambito delle celebrazioni della Festa della Repubblica.
La richiesta è stata inoltrata nel 2011, Anno Europeo del Volontariato, dal Provveditore Andrea Ceccherini e per la prima volta nella sua storia la Misericordia di Firenze si è mossa per promuovere il lavoro di un singolo, ma visto lo straordinario esempio rappresentato da “Beppe” è stata una più che giustificata eccezione. Con le persone a cui ogni mattina Giuseppe Casale porta da mangiare ha creato un rapporto non solo di carità ma, e soprattutto, di amicizia e di profonda dignità. In quei sacchetti c’è molto di più di una semplice colazione.
Timido e riservato si prodiga da anni per aiutare i bambini albanesi e bielorussi ed è sempre in prima fila in tutte le raccolte fondi in favore dei progetti aperti dalla Misericordia di Firenze in questi due Paesi. Sono stati i bambini ad aprire l’edizione di Palazzo Aperto dedicata al 2 giugno. Nel cortile di Palazzo Panciatichi, infatti, a partire dalle 11.30 è andato in scena lo spettacolo teatrale di marionette di Olga Melnik, Gran prix d’eccellenza al Festival internazionale a Arzew, Algeria.
E mentre le musiche accompagnavano lo spettacolo, i visitatori hanno cominciato ad affluire nei palazzi istituzionali del Consiglio. Per il tradizionale appuntamento, infatit le sedi di Palazzo Panciatichi, Palazzo Bastogi, Palazzo Convoni-Capponi sono state aperte al pubblico con le visite accompagnate in italiano e inglese. La mattinata è culminata con le lanterne colorate che la compagnia di Olga Melnik ha fatto alzare in volo dal cortile di via Cavour 4, in mezzo al pubblico di bambini e adulti.